Mutu sceglie Firenze

Il suo nome è stato accostato a diverse squadre sia italiane che straniere, dando quasi per scontato che il prossimo anno lascerà la maglia viola. Ma Adrian Mutu sembra non

Chelsea-Barcellona: Essien, arpeggio Blues; Iniesta, riff pesante. Blaugrana in finale

Chelsea-Barcellona 1-1

Andata 0-0

Chelsea (4-4-2):
Cech, Bosingwa, Alex, Terry, Cole, Essien, Lampard, Ballack, Malouda, Drogba (dal 72′ Belletti), Anelka. All. Hiddink

Barcellona (4-3-3): Valdes, Daniel Alves, Pique, Abidal, Keita, Xavi, Tourè, Busquets (dall’85’ Krkic), Messi, Eto’o (dal 97′ Sylvinho), Iniesta (dal 94′ Gudjohnsen).

Arbitro: Ovrebo (Norvegia)

Marcatori:
Essien all’8′, Iniesta al 93′

Ammoniti: Daniel Alves, Eto’o (Barcellona); Essien, Alex, Ballack (Chelsea)

Espulso: Abidal (Barcellona) al 66′ per gioco scorretto

Ibrahimovic vuole cambiare aria

All’indomani dell’eliminazione dell’Inter in Champions League si era parlato insistentemente di una probabile futura rottura tra la società e Zlatan Ibahimovic, stanco di vedersi sfuggire l’obiettivo a pochi passi dal

Il Genoa sogna, la Juve è viva

Partire con l’obiettivo di una comoda salvezza e ritrovarsi a rincorrere la meta più ambiziosa: Genoa sogna e ne ha ben donde, dopo i tre punti guadagnati al Sant’Elia ed il quarto posto in classifica. E dire che di fronte aveva la rivelazione Cagliari, difficile da battere tra le mura amiche e proiettata più che mai verso un sogno chiamato Uefa.

Ma nella guerra dei sogni, l’hanno spuntata i rossoblu di Gasperini, che hanno avuto il merito di crederci fino alla fine, acciuffando il risultato migliore a soli cinque minuti dal fischio finale. Vero è che la gara è stata condizionata dall’espulsione forse affrettata di Cossu sul finire del primo tempo, ma è vero anche che il Genoa è stato penalizzato dall’annullamento di un gol regolare (e non è certo la prima volta nel corso della stagione).

Sogni rimandati, dunque, per la squadra di Allegri, mentre il Genoa attende le gare del pomeriggio per godersi pienamente il suo quarto posto, quando mancano dieci gare alla fine della fiera.Troppe o troppo poche? Dipende da quanto corre chi sta avanti. Lo sa bene la Juventus che ora è a soli quattro punti dall’Inter, impegnata stasera contro una Fiorentina in cerca di riscatto.

Champions League: analisi di una disfatta

Al momento del sorteggio, la sfida Italia-Inghilterra ci ha subito appassionato. In molti erano contenti di questo triplice scontro, probabilmente perché presentato male. Italia-Inghilterra infatti porta subito alla mente le rispettive nazionali, dove gli azzurri sono campioni del mondo e gli inglesi subiscono una disfatta dopo l’altra nelle varie competizioni. Il problema è che qui non si incontravano le nazionali, ma dei club che di patriottico hanno ben poco.

Se andiamo ad analizzare le rose delle sei squadre infatti, i calciatori italiani ed inglesi erano davvero pochi, e forse la differenza più grande è tutta qui, nella qualità dei componenti in campo. La squadra meglio attrezzata della serie A, l’Inter, aveva calciatori che sulla carta avrebbero dovuto fare anche meglio di quelli del Manchester, ma in realtà è stata la sconfitta di più larga misura tra le tre partite.

Le motivazioni? Probabilmente non sono di carattere tecnico, dato che escluso Cristiano Ronaldo, per il resto i 21 componenti delle due formazioni si equivalevano. Il motivo principale è la mancanza di organizzazione. Lo United gioca a memoria, i calciatori sanno in anticipo quello che i compagni faranno, il loro allenatore, Alex Ferguson, è il padre-padrone della squadra da un ventennio, ed ovviamente se l’è costruita in base alle proprie esigenze. L’Inter ha un nuovo allenatore che non si è mai effettivamente integrato. Gli acquisti che ha voluto ad agosto si sono rivelati fallimentari, non riesce a trovare una soluzione in attacco, ed evidentemente non è riuscito ancora a trasmettere la sua mentalità ad una squadra che in Italia spadroneggia, ma all’estero diventa piccola piccola. Non solo con le grandi, visto che nel girone di qualificazione stava per essere eliminata dall’Anorthosis. Probabilmente la soluzione sarebbe trattenere Mourinho per altri anni ed affiancare ad Ibrahimovic una punta da Champions League.

Mourinho come Mancini: ora vuole lo scudetto

Tutto come previsto. Ancora una volta l’Italia china la testa e si ritira in buon ordine, rimandando a tempi migliori i sogni di gloria lungamente cullati. Juve, Roma ed Inter non ce l’hanno fatta a ribaltare i pronostici, lasciando strada allo strapotere inglese.

E se per le prime due ci sono le attenuanti generiche del caso (infortuni, squalifiche e rose non proprio costruite per tentare il colpaccio in Europa), lo stesso non può dirsi dell’Inter, che sin da inizio stagione aveva in testa un unico obiettivo: la finale di Roma.

Questo il motivo per cui lo Special One è stato chiamato al capezzale della squadra, costringendo il suo predecessore ad una pensione di lusso. Ma all’indomani della disfatta di Manchester è lecito chiedersi che differenza ci sia tra Mancini e Mourinho.