Squalifica Mannini-Possanzini: serie A e B pronte allo stop

Un altro punto a favore di quanti sostengono che la giustizia italiana (anche quella sportiva) fa acqua da tutte le parti. Della vicenda abbiamo già trattato qualche ora fa, ma alla luce delle dichiarazioni di Corioni, vale la pena tornare sull’argomento. Parliamo naturalmente del fatto del giorno, ovvero della squalifica di un anno comminata a Daniele Mannini e Davide Possanzini per doping, che doping non è, visto che i due erano completamente “puliti” al momento delle analisi.

L’unica loro colpa è stata quella di presentarsi con una ventina di minuti di ritardo al cospetto dei medici incaricati delle analisi, dopo una gara di 13 mesi fa. Non abbiamo sottomano la legislazione sportiva e non possiamo quindi esprimerci in proposito, ma appare alquanto bizzarra la decisione del Tas nei confronti di due calciatori che non si sono sottratti al proprio dovere, seppure con qualche minuto di ritardo. Naturalmente la vicenda ha scatenato aspre polemiche da nord a sud, tanto che il Presidente del Brescia, Gino Corioni, sta tentando di trovare alleati per protestare contro la sentenza:

L’Aic vuole fermare i campionati di A e B. La proposta ha già trovato il consenso del presidente della Lega, Antonio Matarrese. Adesso, però, bisognerà sentire tutte le società e quindi non so se la cosa andrà effettivamente a buon fine.

Morfeo: addio al Brescia (e forse al calcio)

E’ durato appena due mesi l’idillio tra il Brescia e Domenico Morfeo, in cerca di rilancio dopo qualche stagione piuttosto opaca. La scorsa estate ci eravamo entusiasmati per il suo passaggio alle Rondinelle, sognando già un percorso simile a quello di Robeto Baggio qualche tempo fa. Con le dovute differenze, ci mancherebbe, visto che il Divin Codino all’epoca aveva dimostrato grande umiltà nel mettersi in discussione in una squadra che lottava per la salvezza, mentre Mimmo Morfeo non è riuscito a calarsi in una realtà che avrebbe potuto offrirgli la possibilità di far vedere le doti di campione rimaste finora inespresse.

E dire che i consensi erano arrivati da tutte le parti, persino da quella fetta di tifoseria poco propensa ad accettare un’ex bandiera dell’odiata Atalanta. Ma lui non ha saputo approfittarne, non è riuscito a calarsi nella nuova realtà o forse, come detto da società e allenatore, non ha più gli stimoli giusti per giocare a certi livelli.

Ed in effetti non è che il fantasista, ormai ex, abbia dimostrato una gran voglia di fare, rimanendo fuori dalla squadra e lontano dagli allenamenti per diversi giorni. La scusa ufficiale era quella di un’infiammazione al petto, ma da qualche tempo si vociferava di un possibile addio alle Rondinelle.