Ancora un intervento killer. E Possebon ci rimette una gamba

Era il 24 settembre 1983, quando al San Mames di Bilbao risuonava l’urlo di dolore di uno dei più grandi talenti del calcio internazionale di tutti i tempi, aggredito brutalmente (perché di aggressione si trattò) da quello che poi venne ricordato come il macellaio di Bilbao, Andoni Goicoechea (o Goikoetxea, come preferite).  A finire in barella Diego Armando Maradona, la cui carriera rischiò di interrompersi bruscamente a causa di un intervento, che definire assassino è poco.

Sono passati 25 anni esatti da quel giorno maledetto, ma pare che sui campi di calcio non sia cambiato un granché e che il talento dei giocatori sia scarsamente tutelato. Stavolta a farne le spese è il giovane brasiliano del Manchester United, Rodrigo Possebon, rimasto vittima di un’entrataccia da parte di Pogatetz, difensore austriaco in forza al Middlesbrough.

Fortunatamente il talento dei Red Devils non ha riportato fratture, ma non vengono esclusi danni ai legamenti e per ora dovrà restare in osservazione. Pensate che il dolore è stato tale, da obbligare i medici a ricorrere all’uso dell’ossigeno, durante il trasferimento in ospedale.

Fantacalcio: attenzione al turn over

I turni infrasettimanali si sa, sono particolari, e soprattutto pieni di insidie. Non sempre vince il più forte, molto spesso vince chi cambia di più, e lo fa bene. Per questo sotto esame sono quelle squadre dalla panchina corta o che non sono abituate a giocare più partite in una settimana, mentre avvantaggiate saranno quelle che fanno il turn over con più agilità.

In questo il maestro è Ranieri, quindi per chi possiede calciatori juventini il consiglio è di metterli in campo senza pensarci due volte. Ovviamente questo discorso se lo può permettere anche l’Inter e la Fiorentina, un pò meno il Milan, intento a schierare calciatori con la testa sulle spalle e non fra le nuvole. Altamente sconsigliati calciatori di Siena, Catania, Reggina e Cagliari, alla loro terza partita nell’arco di una settimana.

Sissoko, quando la religione influenza il calcio

Cosa lega calcio e religione? Apparentemente nulla, specie da questa parte del mondo, dove il sentimento religioso viene vissuto spesso con sufficienza.  Ma ci sono dei posti in cui il rispetto della propria fede viene prima di ogni altra cosa e l’osservanza della tradizione non viene meno, qualunque sia il lavoro svolto.

Ci riferiamo ad esempio al Ramadan, il mese del digiuno per i musulmani, chiamati ad astenersi dal mangiare, dal bere, dal fumare e dal praticare sesso nel corso di tutta la giornata, dall’alba al tramonto. Tutti i musulmani praticanti rispettano le regole del Ramadan, senza risentirne più di tanto a livello fisico, ma un calciatore professionista può incontrare non poche difficoltà nel nono mese del calendario lunare.

Ne sa qualcosa Mohamed Sissoko, giocatore maliano della Juventus, protagonista di una prova opaca domenica scorsa contro il Cagliari, proprio “a causa” del digiuno che ne ha fiaccato il fisico. Fino ad allora Momo si era salvato grazie ad un calendario che prevedeva due gare di fila in notturna (Udinese e Zenit), il che gli aveva dato la possibilità di mangiare prima di scendere in campo. Ma con il Cagliari il maliano è apparso notevolmente indebolito, sbagliando anche sette passaggi di fila, tanto che dopo un’ora di gioco, il buon Ranieri ha deciso di metter fine all’agonia, tirandolo fuori.

Serie B: grandi in crisi, in vetta le matricole

Dopo 5 giornate la Serie B non ha ancora un dominatore. Anzi, a dirla tutta non ci si capisce granchè guardando la classifica. In vetta infatti ci sono 4 squadre, di cui due neopromosse, le grandi squadre sono nella media-bassa classifica, ma soprattutto i distacchi sono così minimi che a tiro di una sola vittoria sono racchiusi 10 club.

Gira tutto male per le squadre che, almeno sulla carta, dovevano essere le meglio attrezzate per la B. Il Parma dei fuoriclasse si ritrova con una sola vittoria dopo 5 gare. Vanno in gol entrambe le sue punte di diamante, Paloschi e Lucarelli, ma il lavoro ottimo che è stato fatto in attacco non è coperto a dovere in difesa, dove gli emiliani prendono troppi gol, due anche oggi, di cui il primo con Santoruvo completamente solo ad un metro dalla porta.

Serie B: in 4 in vetta

Una serie B così equilibrata non si ricordava da anni. Alla fine della quinta giornata in vetta ci sono 4 squadre a 10 punti, con le ex capoliste Albinoleffe e

Calciopoli ora parla bulgaro

Un tempo era Moggiopoli e l’Italia si trasformava da terra di poeti, santi e navigatori in zimbello dell’Europa intera. Poi ne seguirono le orme l’Inghilterra (chissà poi che fine ha

Fantacalcio, premiati gli autori dei grandi gol: Kakà, Bovo e Maicon

Di solito quando più calciatori, sia delle grandi squadre che delle piccole, fanno gol o grandi prestazioni, si finisce per premiare quelli delle piccole, per una quotazione inferiore in Fantamilioni oppure per premiare quei calciatori che non ci si aspetta possano fare la differenza.

Stavolta invece, non sappiamo se è fatto apposta o no, i giornalisti della Gazzetta hanno fatto in modo che gli autori dei grandi gol, soprattutto Kakà e Maicon, rispettivamente il centrocampista e il difensore più costosi di tutto il Fantacalcio, potessero risultare nella formazione dei migliori, forse abbassando i voti degli avversari o alzando i loro, ma certo è che gol di quel calibro non potevano passare inosservati.

Tra i guai di Ronaldinho anche il narcotraffico

Se gli chiedessero di cancellare un anno dalla sue 28 primavere, opterebbe senza esitazioni per quello in corso. E dire che il suo arrivo al Milan aveva fatto gridare alla rinascita, all’inizio di una nuova era per un talento che ha dimostrato sul campo di essere tra i più forti del panorama internazionale. Stiamo parlando di Ronaldinho e dei tanti, troppi guai che lo accompagnano ormai da mesi sia in campo che fuori dal rettangolo di gioco.

Riuscirà mai a trovar pace e a tornare quello di un tempo, quando riempiva le pagine dei giornali per le sue prodezze? Per ora ci tocca parlare di lui in negativo, riportando l’ennesima disavventura extra-calcistica, che non ne mette (ancora) in discussione l’integrità morale, ma che rischia di rallentare ulteriormente il suo ritorno a grandi livelli.

Stavolta la storia è seria. Non si tratta di feste fino all’alba o di serate a provare nuove evoluzioni in dolce compagnia, ma di un’inchiesta sul narcotraffico, che ha portato all’arresto di un certo Richard Alex da Silva Martins, detto Gigi. E che c’entra con il Gaucho?

Premier League: esplode Di Michele, doppietta all’esordio

Il Chelsea fa 85. A tanto ammonta la striscia positiva della squadra di Abramovich davanti al proprio pubblico, una serie di risultati positivi che rischiava di essere interrotta dal coreano Park Ji-Sung, che nel big match dello Stamford Bridge portava in vantaggio il suo Manchester United che avrebbe meritato la vittoria per aver sprecato una quantità impressionante di palloni.

Ma un pò Cech, un pò l’imprecisione, ma alla fine gli sbagli si pagano, e a 9 minuti dal fischio finale Salomon Kalou risolve la gara pareggiando, dopo essere entrato nella ripresa. Si salva quindi l’invidiabile record dei Blues, ma soprattutto il posto in Champions. Il primato adesso spetta all’Arsenal, vittoriosa 1-3 in casa del Bolton, ma il Chelsea mantiene almeno il secondo posto e a distanza di sicurezza i Red Devils (6 punti).

Morfeo: addio al Brescia (e forse al calcio)

E’ durato appena due mesi l’idillio tra il Brescia e Domenico Morfeo, in cerca di rilancio dopo qualche stagione piuttosto opaca. La scorsa estate ci eravamo entusiasmati per il suo passaggio alle Rondinelle, sognando già un percorso simile a quello di Robeto Baggio qualche tempo fa. Con le dovute differenze, ci mancherebbe, visto che il Divin Codino all’epoca aveva dimostrato grande umiltà nel mettersi in discussione in una squadra che lottava per la salvezza, mentre Mimmo Morfeo non è riuscito a calarsi in una realtà che avrebbe potuto offrirgli la possibilità di far vedere le doti di campione rimaste finora inespresse.

E dire che i consensi erano arrivati da tutte le parti, persino da quella fetta di tifoseria poco propensa ad accettare un’ex bandiera dell’odiata Atalanta. Ma lui non ha saputo approfittarne, non è riuscito a calarsi nella nuova realtà o forse, come detto da società e allenatore, non ha più gli stimoli giusti per giocare a certi livelli.

Ed in effetti non è che il fantasista, ormai ex, abbia dimostrato una gran voglia di fare, rimanendo fuori dalla squadra e lontano dagli allenamenti per diversi giorni. La scusa ufficiale era quella di un’infiammazione al petto, ma da qualche tempo si vociferava di un possibile addio alle Rondinelle.