Tra i guai di Ronaldinho anche il narcotraffico

di Redazione Commenta

Se gli chiedessero di cancellare un anno dalla sue 28 primavere, opterebbe senza esitazioni per quello in corso. E dire che il suo arrivo al Milan aveva fatto gridare alla rinascita, all’inizio di una nuova era per un talento che ha dimostrato sul campo di essere tra i più forti del panorama internazionale. Stiamo parlando di Ronaldinho e dei tanti, troppi guai che lo accompagnano ormai da mesi sia in campo che fuori dal rettangolo di gioco.

Riuscirà mai a trovar pace e a tornare quello di un tempo, quando riempiva le pagine dei giornali per le sue prodezze? Per ora ci tocca parlare di lui in negativo, riportando l’ennesima disavventura extra-calcistica, che non ne mette (ancora) in discussione l’integrità morale, ma che rischia di rallentare ulteriormente il suo ritorno a grandi livelli.

Stavolta la storia è seria. Non si tratta di feste fino all’alba o di serate a provare nuove evoluzioni in dolce compagnia, ma di un’inchiesta sul narcotraffico, che ha portato all’arresto di un certo Richard Alex da Silva Martins, detto Gigi. E che c’entra con il Gaucho?


Stiano tranquilli i tifosi rossoneri: il nome di Dinho non è stato iscritto nel registro degli indagati, ma è venuto fuori da una serie di intercettazioni telefoniche riguardanti una festa (guarda caso) alla quale avrebbe partecipato anche l’uomo arrestato. Più grave sarebbe la posizione di un altro brasiliano, Anderson (ora in forza al Manchester United), visto che Gigi al momento dell’arresto era suo ospite e che per scappare di prigione lo scorso giugno ha usato un’auto registrata a suo nome.

Ronaldinho in tutto questo sembra non avere responsabilità, ma la vicenda fa comunque scalpore, visto che sarà chiamato a rispondere della sua “vicinanza” al mondo del narcotraffico. Insomma, l’anno si era aperto nel peggiore dei modi per lui, con la richiesta (respinta) di essere ceduto dal Barcellona, i guai fisici (veri o presunti) e l’esclusione dalla squadra.

Poi finalmente l’estate gli aveva regalato nuovi sorrisi, con il passaggio al Milan e la partenza per le Olimpiadi (da dove è tornato con l’amaro in bocca). Poi ancora l’esordio positivo in campionato, seguito dai fischi rimediati in patria per l’opaca prestazione in nazionale e le critiche per aver partecipato ad una festa fino all’alba. Vero o no, sta di fatto che ha dovuto ammirare i compagni dalla panchina per quasi tutta la gara con la Lazio, dando così ragione a chi sostiene che il talento non basta. Ed ora questa storia. Beh, Dinho, speriamo per te che quest’anno si concluda in fretta…

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