Mercato pazzo: Owen e Fabregas verso il cambio di maglia

Mancano ancora un paio di mesi all’apertura del mercato invernale, ma già sulle pagne dei giornali si rincorrono voci e indiscrezioni su probabili cambi di maglia eccellenti. Il centro del mondo pare essere l’Inghilterra con alcuni pezzi pregiati destinati a catalizzare l’attenzione generale nei mesi a venire.

In modo particolare ci riferiamo a Cesc Fabregas, attualmente all’Arsenal e sogno proibito del Barcellona, e a Michael Owen, in scadenza di contratto con il Newcastle e nelle mire dei club di mezza Europa, Chelsea in testa.

Per quanto riguarda lo spagnolo campione d’Europa, i catalani non hanno mai fatto mistero della volontà di riportarlo nella terra natia, dopo che lasciò il club a soli 15 anni, non senza mugugni da parte della tifoseria. Ora il ragazzo di anni ne ha 21 e da un po’ di tempo a questa parte ha manifestato il desiderio di tornare a casa, sebbene il suo contratto scada nel 2014.

Incredibile svolta in casa Roma: la Sensi offre la squadra a Caltagirone

Nell’unica settimana in cui sembrava dovesse andare tutto bene per la Roma, ci pensa la sua presidentessa, Rosella Sensi, a ripristinare i malumori, facendo intravedere un oscuro futuro per i giallorossi. Ritorna il motivetto che ha accompagnato per tutta l’estate le vacanze dei Sensi, e cioè la possibilità di cedere la squadra a questo o a quell’acquirente. Ora che sembrava che tutto si fosse calmato, è proprio la dirigenza a mettere sul piatto d’argento la società, destinatario: il gruppo Caltagirone.

Ma non c’è solo questa bega ad infastidire non poco l’ambiente. Ci si mette anche il capitano, simbolo della Roma, Francesco Totti, che fa i capricci sul contratto che non ha ancora rinnovato, e che nonostante le sue condizioni fisiche, desidera ancora con tanti zeri. Insomma i giallorossi sembrano non poter mai avere pace quest’anno.

Ronaldinho e Quagliarella fanno volare le italiane in Coppa

Giovedì di gloria per le due italiane impegnate nel secondo turno della fase a gironi di Coppa Uefa. Nel giorno di riposo dela Sampdoria, Milan e Udinese tengono alto l’onore dell’Italia e conquistano la vittoria, piazzandosi in testa ai rispettivi gironi.

Per la squadra di Ancelotti è ancora decisivo Ronaldinho e ancora in pieno recupero come aveva fatto domenica scorsa nel posticipo serale contro il Napoli. E dire che contro lo Sporting Braga il Milan partiva con il tridente Inzaghi-Shevchenko-Pato fin dal primo minuto, ma i portoghesi riuscivano a reggere bene di fronte all’armata rossonera e rischiavano persino di passare in vantaggio in un paio di circostanze.

Nella ripresa poi il ritmo calava ancora e neanche l’ingresso di Ronaldinho e Seedorf sembrava regalare scossoni ad una gara per certi tratti noiosa. E proprio quando ci apprestavamo a commentare un brutto pareggio del Milan, ecco arrivare il lampo del Gaucho, che con un tiro dai venticinque metri castigava Eduardo. Ora i rossoneri sono in testa al girone E con 6 punti, seguiti da Sporting Braga e Wolfsburg a 3. Ancora a zero Portsmouth ed Heerenveen.

Coppa Uefa: italiane tutte prime, Feyenoord a serio rischio eliminazione

Udinese prima nel gruppo D della coppa Uefa grazie alla vittoria sullo Spartak, ma soprattutto grazie alla vittoria di due settimane fa contro il Tottenham, vista la rinascita degli inglesi in questi ultimi tempi. La ciliegina sulla torta della ripresa della squadra di Redknapp sono i 4 gol segnati alla Dinamo Zagabria che lanciano proprio i bianconeri verso la qualificazione.

Primo posto anche per il Milan, ma soltanto grazie al fatto che l’altra concorrente del girone, il Wolfsburg, ha una sola partita all’attivo. E che partita. 5-1 finisce la gara d’esordio contro l’Heerenveen, un messaggio chiaro agli uomini di Ancelotti che non si possono rilassare pensando di avere già il primato in tasca.

Balotelli risponde ai genitori naturali

E’ uno degli attaccanti più promettenti del nostro calcio, già punto fermo dell’Under 21 di Casiraghi e con un futuro quasi sicuro con la maglia della nazionale maggiore. Mario Balotelli è esploso lo scorso anno nell’Inter di Mancini e da allora ha avuto diverse occasioni per mettersi in luce e per dimostrare di essere un vero campione, nonostante i 18 anni di età.

Nei giorni scorsi il suo nome è finito sulle pagine di tutti i giornali per via delle dichiarazioni rilasciate dai suoi genitori naturali, arrivati Italia 20 anni fa e così poveri da non potersi permettere il lusso di mantenere Supermario. Affermazioni strappalacrime da parte dei signori Thomas e Rose Barwuah, che però l’attaccante dell’Inter si è sentito in dovere di smentire:

Si è scritto di due persone costrette, perché povere e senza lavoro, a ‘dare in adozione’ il figlio. Falso, perché non sono mai stato dato in adozione (ora sì che aspetto di essere adottato da quelli che considero i miei VERI genitori) e soprattutto nessuno li ha mai costretti ad abbandonarmi in ospedale quando ero neonato e a sparire negli anni successivi all’affido.

Il Napoli porta bene: Denis, Lavezzi e Gargano in nazionale

Essere convocati dalla propria nazionale è già il traguardo più importante della carriera di un calciatore. Quando poi a convocarti è un certo Diego Armando Maradona, la soddisfazione diventa doppia. Nonostante la sconfitta di domenica scorsa contro il Milan, il Napoli di quest’anno resta la più bella realtà del campionato, merito di un ambiente caldo, un allenatore preparato, ma soprattutto di grandi giocatori che hanno saputo rischiare per poi venire premiati.

Intervistato da Napolissimo il neo ct della nazionale argentina ha confermato di voler puntare molto sul Pocho Lavezzi, probabilmente il suo erede nella squadra partenopea, nonchè nuovo Messi, secondo alcuni. Ma siccome sta facendo bene, anche Denis d’ora in avanti verrà convocato da Maradona, che conoscendo l’ambiente napoletano sa che lì i calciatori crescono bene e sereni.

Un super Del Piero umilia il Real. Alla Fiorentina non basta Mutu

Il cronometro segnava il minuto 92 quando Ranieri richiamava in panchina Alex Del Piero nell’inferno di un Santiago Bernabeu tanto caro agli italiani, che proprio qui vissero una delle notti più belle della storia, sollevando la terza Coppa del Mondo.

All’epoca il capitano bianconero aveva solo 8 anni e forse non immaginava che proprio questo stadio gli avrebbe tributato un appaluso così lungo e fragoroso al momento dell’uscita dal campo dopo una prestazione, come al solito, eccellente.

Due chicche del numero 10 regalano alla Juventus una vittoria che mancava dal 1962 e la trascinano alla fase successiva con due giornate di anticipo. A 34 anni suonati non si potrebbe chidere di più ad un calciatore che sembra non risentire del passare del tempo ed ogni anno ritrova energie insospettabili.

Champions League: Manchester, Villareal e Juventus raggiungono il Barça ai quarti

Grande regalo nella serata di Champions da parte dello Zenit alla Juventus. Vincendo a Minsk contro il Bate Borisov mette al sicuro la qualificazione dei bianconeri, e di conseguenza in grosso pericolo il Real Madrid. Il peso del bomber Pogrebnyak in campo si sente, perchè è proprio lui a sbloccare la partita che consegna probabilmente la qualificazione alla Uefa alla legittima detentrice in carica.

Nel girone della Fiorentina invece le cose si complicano, dato che il Lione batte senza patemi d’animo la Steaua Bucarest. I rumeni non danno alcun fastidio ai francesi che potrebbero dilagare, ma si fanno bastare un errore del portiere avversario su una punizione di Juninho e la difesa allegra dei rossoblù nel finale. Ora la Fiorentina rischia di non qualificarsi nemmeno vincendo entrambe le prossime partite.

Platini: Roma pronta per la finale di Champions

Promosso a pieni voti: questo il responso di Michel Platini di fronte alla bellezza dello Stadio Olimpico che ieri sera ha ospitato la gara tra Roma e Chelsea e che a fine maggio aspetta di veder giocare le migliori due formazioni d’Europa.

Il Presidente dell’Uefa ieri sera ha approfittato dell’evento per verificare di persona i progressi fatti nell’impianto romano in vista della partita dell’anno a livello di club ed è sembrato entusiasta dei passi avanti fatti dal’organizzazione:

Mancavo a Roma dal 1996, dall’ultima finale che lo stadio Olimpico ha ospitato tra Juventus e Ajax, e ho trovato questo impianto bellissimo. Uno stadio del genere per forza di cose sarà pronto ad ospitare l’atto finale del prossimo 27 maggio.

Ligue 1: il Lione tenta la volata, nessun club è alla sua altezza

Il sogno di riaprire il campionato è nato ed è morto due settimane fa. Non sembrava vero che i pluricampioni di Francia potessero perdere il primato, anche se solo per una giornata, e infatti non è stato così. Ogni giornata qualche concorrente cede, ma i rossoblù no, e quindi addio anche a questo campionato, tanto si sa già chi vincerà.

Il Bordeaux, come l’anno scorso, era rimasta l’unica squadra a dar fastidio al Lione, arrivando a contenderle lo scudetto fino alla penultima giornata. E invece quest’anno ha già mollato, perdendo nella prima gara da seconda contro il Nancy che esce dalla zona retrocessione.