FC Union Berlin: i tifosi ricostruiscono lo stadio

Cose dell’altro mondo per noi abituati a trattare di grandi palcoscenici e di luci della ribalta. Eppure esiste anche un altro calcio, quello in cui non si perde tempo in attese inutili o in polemiche con le istituzioni, che non ne vogliono sapere di investire nel pallone. Un calcio puro e fatto solo di passione come dovrebbe essere sempre e comunque.

E’ la storia di una squadra di calcio tedesca, la FC Union Berlin, i cui tifosi, stanchi di aspettare finanziamenti pubblici promessi e mai arrivati, si sono uniti al grido di “ricostruiamo lo stadio”, rimboccandosi le maniche e mettendosi in gioco in prima persona.

Ed eccoli qui dal 2 giugno scorso, presentarsi tutte le mattine alle 6:30, armati di martelli, scalpelli, trapani e cemento per contribuire alla ricostruzione della propria tana. Momentaneamente la squadra gioca nell’ex stadio della BFC Dinamo, un vero oltraggio per molti dei tifosi, visto che tale club apparteneva alla Stasi e tra le due tifoserie non c’è mai stato un buon feeling. E allora meglio sbrigarsi e terminare in fretta i lavori, per permettere alla gloriosa società di riprendere possesso del mitico Alte Försterei.

Che fine ha fatto Andres Guglielminpietro?

Arrivato in Italia come un giovane di belle speranze, ha avuto il suo momento di gloria nel 1998, quando segnando il gol vittoria a Perugia nell’ultima giornata permise al Milan di vincere lo scudetto. Poi da allora cominciò un lento declino, che l’ha fatto degradare da giovane talento a riserva di lusso, fino a terribile bidone.

Di lui sappiamo che dopo la prima buona annata con i rossoneri seguirono 3 anni di panchine, sfociate poi in uno dei tanti scambi fantasiosi con l’Inter, in cui i nerazzurri cedettero un certo Andrea Pirlo per avere il cartellino (alla pari) dell’argentino, per poi farlo vagare tra panchina e tribuna. L’ultima volta che si è visto in Italia indossava la maglia del Bologna nella stagione 2003-2004, ma poi di lui non si è saputo più nulla.

Gol in extremis: Cicinho beffa la Roma, Saumel fa volare il Toro

La gara contro il Chelsea, con tanto di riscatto e di segnali positivi, è già dimenticata. Il campionato non è la Champions Legaue e ieri sera ne abbiamo avuto l’ennesima dimostrazione. La Roma si ritrovava di fronte un Bologna in crisi di risultati e costretto in settimana a silurare l’allenatore della promozione, quel Daniele Arrigoni che tanto bene aveva fatto in B, non riuscendo poi a ripetersi nella massima serie.

Per i giallorossi c’era il vantaggio di giocare sulle ali dell’entusiasmo, dopo l’ottima prova offerta in campo europeo e con un Totti finalmente libero dai dolori al ginocchio che lo tormentano da mesi. Il Bologna da parte sua ci teneva a far bella figura di fronte al nuovo mister, quel Sinisa Mihajlovic dal passato giallorosso e testimone 15 anni fa dell’esordio in A di Totti, che proprio ieri ha festeggiato la presenza numero 400 in A.

Con queste premesse ci si aspettava un’ottima gara da parte di entrambe le squadre, ma il campo ha raccontato una partita diversa. 0-0 al termine di un primo tempo privo o quasi di emozioni. Poi la ripresa, l’arrembaggio della Roma e una buona occasione creata da Di Vaio, che però privava il match di uno dei suoi protagonisti, Doni, che in uscita riportava la peggio ed era costretto alla resa.

A Cairo torna il sorriso, ma non troppo

Il quarto gol annullato (ma regolare) al Toro fa venire un pò di amaro in bocca al presidente Cairo, che però stavolta almeno può permettersi il lusso di festeggiare una vittoria. Se i suoi granata almeno per adesso si sono tirati fuori dalle zone basse di classifica, il merito è di De Biasi, ma i demeriti sono tutti degli arbitri, perchè se non fosse stato per le loro sviste forsi si troverebbero molto più in alto.

Ancora una rete regolare annullata ad Amoruso. La palla era entrata, un gol buono. Poi è stato annullato per l’ennesima volta.

Insomma, in questo calcio fatto di polemiche forse almeno questa volta era il caso di evitare di parlare di errori arbitrali, si rischia soltanto di aumentare l’antipatia della classe dei fischietti verso il club, che potrebbe pagare ulteriormente nelle prossime giornate. Ma non contento Cairo rincara anche la dose.

Ronaldinho: da figurina a campione ritrovato

Al suo arrivo in Italia aveva promesso di regalare allegria al calcio e gioia ai tifosi, sebbene in molti pensassero di ritrovarsi davanti l’ennesima figurina giunta ad arrichire l’album rossonero.

Sono trascorsi quasi quattro mesi da quel giorno e Ronaldinho sembra aver mantenuto la promessa, regalando non solo giocate di alta classe, ma anche punti preziosi e vittorie pesanti alla squadra di Ancelotti.

Dodici le gare giocate, non tutte da titolare, per un totale di 709 minuti, durante i quali il Gaucho si è reso protgonista in termini di gol per ben 5 volte. Sua la rete che ha affossato l’Inter, regalando il primo dispiacere stracittadino a mister Mourinho, sua la doppietta contro la Sampdoria, sua la punizione in zona Cesarini che ha ridimensionato le ambizioni del Napoli e suo il missile dai 25 metri che ha permesso al Milan di superare lo Sporting Braga in Coppa Uefa. Un gol ogni 141 minuti giocati, ma soprattutto 12 punti portati a casa grazie alle sue magie.

Calcio, serie A: al Meazza Inter-Udinese. Si giocano il primato in classifica

Alzi la mano chi avrebbe mai pensato che Inter-Udinese dopo due mesi di campionato sarebbe stato il match clou della 11° giornata. Complimenti quindi alla squadra di Marino che oltre a disputare un grande inizio di torneo, sta brillando anche in Europa, dando segno di grande maturità. L’Inter, invece, nonostante abbia gli stessi punti (21), non sta attraversando un grande momento di forma. Il nuovo modulo provato da Mourinho (4-2-4), non sta dando i frutti sperati, anzi in due gare è suonato l’allarme difesa che ha subito cinque gol; due dalla Reggina e tre in Champions dall’Anorthosis.

Fantacalcio: molti derby degli ex e occasioni per chi gioca poco

La gara su cui puntare in questa giornata di Fantacalcio è Fiorentina-Atalanta. Mancheranno da una parte Mutu e dall’altra Doni, e mancando i due calciatori che fanno più gioco, nessun pronostico può esser fatto, e potendo succedere di tutto, si può correre il rischio di schierare calciatori dell’una e dell’altra squadra.

Inter-Udinese invece è la gara opposta. Difficile dire quale delle squadre sarà più in forma, avendo giocato entrambe in settimana ed esprimendo due dei giochi migliori della serie A. Forse meglio puntare sul Milan a Lecce o sulla Juventus in casa del Chievo.

Bologna – Roma tra amarcord, record e voglia di riscatto

Anno 1992, una vita fa. Sinisa Mihajolovic lasciava la Stella Rossa ed approdava nel campionato italiano, portato a Roma dall’allora presidente Ciarrapico. A 16 anni di distanza eccolo pronto per un altro esordio, stavolta da tecnico e proprio contro il suo passato.

Non è certo la prima volta che si ritrova a giocare contro la maglia giallorossa, ma finora lo aveva fatto da calciatore o al massimo da secondo di Mancini sulla panchina dell’Inter.

Stavolta sarà diverso, un’emozione tutta nuova, perché il Bologna ha deciso di contare sulle sue capacità affidandogli la panchina. Strani scherzi del destino, nel giorno della presenza numero 400 in A per Francesco Totti, che esordì in maglia giallorossa proprio al fianco di Sinisa in un pomeriggio primaverile di 15 anni e mezzo fa, nel giorno in cui il serbo segnava l’unico gol in campionato con la Roma.

Amauri sempre più vicino all’Italia

C’è un allenatore che farebbe carte false per farlo giocare nella sua nazionale (Lippi) e un altro che sta facendo di tutto per non farlo giocare nella sua (Dunga). Noi tutti speriamo che in questo tira e molla alla fine la spunti il ct campione del mondo, ma per quanto riguarda il futuro di Amauri Carvalho de Oliveira, ancora è tutto in alto mare.

La cittadinanza italiana dovrebbe essere ormai questione di settimane, e così all’attaccante della Juventus viene chiesto di fare una scelta: la nazionale italiana o quella brasiliana. I sogni di Amauri sono sempre stati due: giocare in Champions League (e quest’anno lo sta facendo, e bene) e giocare i mondiali. L’Italia gliene offre la possibilità, il Brasile non si sa.

Mercato pazzo: Owen e Fabregas verso il cambio di maglia

Mancano ancora un paio di mesi all’apertura del mercato invernale, ma già sulle pagne dei giornali si rincorrono voci e indiscrezioni su probabili cambi di maglia eccellenti. Il centro del mondo pare essere l’Inghilterra con alcuni pezzi pregiati destinati a catalizzare l’attenzione generale nei mesi a venire.

In modo particolare ci riferiamo a Cesc Fabregas, attualmente all’Arsenal e sogno proibito del Barcellona, e a Michael Owen, in scadenza di contratto con il Newcastle e nelle mire dei club di mezza Europa, Chelsea in testa.

Per quanto riguarda lo spagnolo campione d’Europa, i catalani non hanno mai fatto mistero della volontà di riportarlo nella terra natia, dopo che lasciò il club a soli 15 anni, non senza mugugni da parte della tifoseria. Ora il ragazzo di anni ne ha 21 e da un po’ di tempo a questa parte ha manifestato il desiderio di tornare a casa, sebbene il suo contratto scada nel 2014.