
JUVENTUS-GENOA (giocata giovedì 13 novembre) 4-1
PALERMO-INTER (giocata sabato 15 novembre) 0-2
ATALANTA-NAPOLI 3-1
CAGLIARI-FIORENTINA 1-0
CATANIA-TORINO 3-2
MILAN-CHIEVO 1-0
SAMPDORIA-LECCE 3-2
SIENA-BOLOGNA 1-1
UDINESE-REGGINA 0-1

JUVENTUS-GENOA (giocata giovedì 13 novembre) 4-1
PALERMO-INTER (giocata sabato 15 novembre) 0-2
ATALANTA-NAPOLI 3-1
CAGLIARI-FIORENTINA 1-0
CATANIA-TORINO 3-2
MILAN-CHIEVO 1-0
SAMPDORIA-LECCE 3-2
SIENA-BOLOGNA 1-1
UDINESE-REGGINA 0-1

Sembrava dovesse essere tutto facile. La corazzata del Bayern al gran completo (cosa rara quest’anno) affrontava il Borussia Moenchengladbach, una delle squadre considerate più scarse del campionato. Tutto veniva facilitato dall’ottimo momento di Luca Toni, che da quando è tornato dall’infortunio non si è più fermato ed è intenzionato a vincere nuovamente il titolo di capocannoniere.
Apre proprio lui le danze, e raddoppia Ribery. Così Klinsmann già cominciava a fare il calcolo dei punti di distanza dalle prime, ma un pò troppo presto. Infatti mentre il Bayern già pregustava la vittoria il Borussia andava in rete due volte in due minuti, e il tempo di accorgersi di cosa stava succedendo che la frittata era fatta: Borussia-Bayern 2-2.

Mancano ancora alcune ore al 131° derby della Capitale, mentre in città (ma non solo) cresce l’attesa per l’evento. Derby anomalo, come sentiamo ripetere da una settimana a questa parte, nel quale i ruoli sono invertiti rispetto alla tendenza degli ultimi anni. Stavolta è la Lazio a fare la parte del leone con i suoi 14 punti di vantaggio e la consapevolezza, al tempo stesso, che in questo tipo di gare è favorito chi si trova nella condizione peggiore.
Se lo augurano i sostenitori giallorossi, sebbene scaramanticamente ammettano la superiorità della Lazio a questo punto della stagione. Sperano invece di sfatare il mito i tanti tifosi biancazzurri che, forti del loro vantaggio, vorebbero affossare definitivamente le ambizioni di risalita dei cugini.
E tra i tanti sostenitori spuntano i tifosi Vip, quelli che domani sera saranno in tribuna all’Olimpico per godersi da una situazione privilegiata la partita delle partite. Chi vincerà il primo derby della stagione? Usando come fonte Il Messaggero, proviamo a dare voce alle star nostrane.

E’ il giorno di Ibrahimovic, sempre più determinante per l’Inter di Mourinho, sempre più uomo-squadra, senza il quale l’armata nerazzurra sarebbe ben poca cosa. Ieri sera ne abbiamo avuto l’ennesima dimostrazione al cospetto di un Palermo che per un tempo è riuscito a tenere bene contro la prima della classe, meritando forse qualcosa in più di quanto ottenuto.
Non che le emozioni siano state tali da parlare di una gran bella gara, ma quantomeno i rosanero hanno cercato di proporsi in avanti senza soggezione, difettando però nella mira.
E l’Inter? Poco da segnalare nel primo tempo, nonostante la presenza di Julio Cruz sin dal fischio d’inizio (novità assoluta per quest’anno).

A Genova se lo ricordano ancora tutti esultare con quella folta chioma al vento mentre faceva la capriola (diventata il suo marchio di fabbrica) dopo un gol. Passato alla storia per essere il simbolo del Grifone degli anni ’90 in cui ha segnato la bellezza di 58 gol in 163 partite, è sicuramente uno degli attaccanti più apprezzati della storia del calcio italiano, e forse il più forte della breve storia della nazionale della Repubblica Ceca.
Di lui si conoscevano le grandi giocate, la presenza in area che si sentiva da vero centravanti di sfondamento, e poi la gran simpatia che lo contraddistingueva, nonostante un aspetto a prima vista da uomo rude. In Italia lo abbiamo potuto ammirare fino al 1996, ultimo anno in cui vestì la maglia rossoblù, ma poi di lui non se n’è saputo più molto.
Palermo – Inter 0 -2 Nell’anticipo della dodicesima giornata di campionato, l’Inter affossa il Palermo e riconquista la vetta solitaria della classifica, dopo il temporaneo pari merito con la Juventus

Ascoli-Parma 0-1
Avellino-Brescia 1-1
Bari-Ancona 2-1
Cittadella-Albinoleffe 0-0
Livorno-Treviso 0-0
Mantova-Pisa 2-1
Modena-Frosinone 2-0
Piacenza-Sassuolo 2-2
Salernitana-Rimini 2-3
Triestina-Vicenza 2-1
Nonostante Galliani e soci continuino a sostenere che l’arrivo di Beckham al Milan non sia solo una trovata pubblicitaria, ma serva alla squadra per arrivare ai vertici del calcio italiano

Diventare la prima squadra di Manchester, offuscando la stella dello United? Vincere la Premier League il prossimo anno e la Champions entro tre anni? Al Fantacalcio si può, ma nella realtà occorrono molti soldi ed un progetto valido per arrivare a realizzare un sogno così importante.
Eppure il proprietario del Manchester City ci crede e, almeno dal punto di vista economico, sta mettendo a disposizione del proprio tecnico ogni mezzo possibile per raggiungere l’obiettivo. Un assaggio del potere economico di cui dispone ce lo aveva dato sin dall’inizio della sua avventura in Premier, strappando Robinho al Chelsea di Abramovich e dimostrando che davanti ad offerte strepitose è difficile ottenere dei rifiuti.
Da allora molti grandi nomi del calcio internazionale sono stati accostati alla seconda squadra di Manchester, solleticando la fantasia dei tifosi, che cominciano a credere realmente nel progetto. Ora si comincia a fare sul serio e la lista della spesa di Mark Hughes sarebbe pronta per essere presentata. Gli obiettivi? David Villa, Wayne Bridge e Lassana Diarra come prime scelte. Senza dimenticare i veri grandi sogni del City, ovvero Kakà e Fernando Torres.

Qualche settimana fa vi riportavamo il passivo di bilancio della Juventus che pareva molto alto. Ma vedendo quello che ha combinato l’Inter quest’anno, i 20,8 milioni di rosso dei bianconeri sembrano caramelle. Secondo quanto riportato da Marco Liguori nel suo blog, il bilancio presentato il 3 Novembre scorso dal patron Massimo Moratti parla di un passivo di bilancio di 148,3 milioni di euro, un’enormità.
Ma il ridicolo viene proprio adesso. Infatti i soci interisti sono contenti di questo passivo, visto che la stagione precedente, quella 2006/2007, si è chiusa con un segno meno da 206,8 milioni di euro. A questo punto viene da chiedersi dove sia finita l’etica nel calcio di cui tanto si parla, e soprattutto perchè alcune piccole società falliscono per una ventina di milioni di debito, e l’Inter non subisca nemmeno una multa se il suo bilancio va sotto di 200 milioni.

La presenza di Francesco Totti per il derby di domenica sera è il grande dubbio che tormenta il tecnico Luciano Spalletti. Il capitano venerdì ha abbandonato l’allenamento per il persistente dolore al ginocchio, dovuto forse ad un affaticamento. La Roma perderebbe molto senza il suo fantasista, ed in un momento particolare, dove il derby vede i giallorossi in una situazione di classifica drammatica, e con ben 14 punti in meno dei cugini. La vittoria contro il Chelsea in Champions sembrava potesse aver guarito la Roma, che invece complice una sfortunata autorete al 90’ di Cicinho, si è dovuta ‘accontentare’ di un pareggio a Bologna contro l’esordiente Mihajlovic.

Ricordate la favola di Moreno Torricelli? Nei primi anni ’90 lavorava come magazziniere in una fabbrica di mobili, dilettandosi con il pallone a livello poco più che amatoriale nelle fila della Caratese. Un bel giorno, come nelle migliori favole appunto, la sua squadra si ritrovò ad affrontare un’amichevole contro la Juventus. Niente di particolarmente impegnativo: un’allegra sgambata con autografi e foto ricordo finali per dei ragazzi abituati ai campi in terra ed alle trasferte con le auto private.
Ma per Torricelli fu la svolta. Mister Trapattoni rimase talmente impressionato dalle doti atletiche e dalla grinta messa in campo dal difensore, che volle invitarlo al ritiro precampionato, convicendo poi la società ad acquistarlo per pochi milioni di lire.
Un bel salto per il giovane Torricelli, che si ritrovò improvvisamente catapultato nel calcio che conta tra i campioni che fino ad allora aveva potuto ammirare solo in tv. Ed invece divenne uno dei protagonisti e riuscì a togliersi anche parecchie soddisfazioni: 3 campionati, 2 Coppe Italia (di cui una con la Fiorentina), 2 Supercoppe Italiane, 1 Coppa Uefa, 1 Champions League, 1 Supercoppa Europea ed 1 Coppa Intercontinentale, oltre alla soddisfazione di aver ricevuto 10 convocazioni in nazionale.

Di solito quando un calciatore smette di giocare finisce in qualche club a fare il dirigente o l’allenatore. Quando smette un arbitro, Collina e pochi altri a parte, di solito si ritorna a fare il mestiere che si faceva già prima, ma a tempo pieno, abbandonando per sempre il mondo del calcio.
Non sarà così per Lubos Michel, ex arbitro slovacco di 40 anni, che si occuperà del club ucraino dello Shaktar Donetsk, un evento più unico che raro, dato che non si era mai visto un ex arbitro fare da dirigente ad un club che magari fino a qualche mese fa aveva anche penalizzato durante una partita.
Credete nelle stelle e nell’influsso dei pianeti sulla vostra vita? Siete tra quelli che al mattino non escono di casa se prima non hanno dato un’occhiata all’oroscopo? E allora in