Osvaldo al West Ham

Proprio pochi minuti fa la conferma da parte del procuratore del calciatore. Sembrava dovesse finire al Bologna, o comunque dovesse rimanere in Italia, ma l’italo-argentino Pablo Daniel Osvaldo firmerà per

L’affare-Kakà si decide ad Arcore

Centocinque milioni di euro per assicurarsi le prestazioni di un solo giocatore: impossibile non trovarsi spiazzati di fronte ad un’offerta simile, impossibile chiudere la porta e rimandare il tutto al mittente con tanto di “no grazie”. Lo sa Kakà. lo sa Galliani, lo sa soprattutto patron Berlusconi, che nei giorni scorsi ha dato l’assenso alla trattativa.

Ed ora la palla passa proprio a lui, al Presidente del Consiglio, chiamato a decidere della sorte di uno suoi figli prediletti in un summit che si sta tenendo nella sua villa di Arcore. Con lui l’amministratore delegato del Milan, Adriano Galliani, ed altri pezzi grossi della società che esprimeranno la propria opinione in merito alla trattativa dell’anno.

Ma c’è poco da discutere. Kakà sarà pure uno dei giocatori più forti del mondo, ma con la sua vendita il Milan si assicurerebbe un pezzo di futuro, incassando i soldi necessari a rinforzare ogni reparto (e sappiamo quanto abbia bisogno di svecchiare e ricostruire). Il summit di Arcore quindi non potrà far altro che confermare quanto detto dai protagonisti negli ultimi giorni, sebbene la parola finale spetti al diretto interessato.

Fantacalcio: vince il centrocampo

Giornata eccezionale per i centrocampisti. Per la prima volta compaiono tre doppiette in questo ruolo e nemmeno una tra gli attaccanti. Si vede che vanno di moda adesso gli inserimenti da dietro perché i difensori danno troppe attenzioni alle punte e poche ai loro compagni. Forse per questo il modulo dell’Inter non va più bene, e per questo ai Fantallenatori conviene puntare su quattro centrocampisti (e per qualcuno anche giocare con 5 sarebbe una soluzione).

Se andiamo a vedere infatti sono sempre di più i vari Doni, Hamsik, Sculli, e chissà per quanto Kakà, che segnano tanto, mentre le varie punte latitano un pò, nonostante un costo superiore, e non di poco. Migliorano anche i portieri, che a dispetto dell’inizio della stagione si stanno specializzando sui calci di rigore, e ancora una volta troviamo un portiere con un importante +3.

L’Inter crolla, la Juve c’è

La classifica si accorcia e la vetta non sembra più un lontano miraggio per chi è costretto ad inseguire da inizio campionato. Si è parlato spesso in questi mesi di discorso chiuso, di giochi fatti, di scudetto già assegnato, sebbene mancassero più della metà delle partite.

Ma quando la prima è brutta e vincente, quando riesce a guadagnar punti, giocando male, quando arriva l’immancabile errore arbitrale a darle una mano, quando ha un trascinatore (Ibrahimovic) che gioca partite su partite senza mostrare segni di affaticamento, beh a quel punto è inutlie sperare nella rincorsa.

E invece arriva una vittoria regalata prima della sosta natalizia, contro un Siena che ha più di un motivo per recriminare; poi arriva un pareggio inatteso contro il Cagliari ed una sconfitta meritata contro un’Atalanta che avrebbe potuto infierire su una squadra allo sbando. E l’Inter non è più l’invincibile armata che terrorizza il campionato, ma solo una squadra con molti limiti a dispetto dei grandi nomi che mette in campo. E il campionato si riapre, sebbene la seconda non riesca ad andare oltre il pareggio nel posticipo serale sul campo della Lazio. Un passo avanti o un punto perso per la Juventus?

Liga: assolo Barça, 5 gol rifilati al Deportivo Lacoruna

Oramai il campionato spagnolo è bell’e chiuso da un paio di mesi. Non sono solo i 12 punti di distacco tra Barça e il resto del mondo a fare la differenza, ma soprattutto la solidità di una squadra che non sembra avere alcuna intenzione di fermarsi. Nemmeno quando contro ha un avversario tosto ed insidioso come il Deportivo Lacoruna. La gara dura soltanto 21 minuti. Giusto il tempo di far apprezzare le doti del portiere ospite e poi cominciare a fare sul serio.

Sblocca il risultato Messi (che novità), e da lì in poi arriva la solita vagonata di reti, tutte nella porta dell’ex Super-Depo, per una serata solo Depor. Finisce 5-0 al Camp Nou, con la consapevolezza di avere la squadra che segna di più e subisce di meno dell’intera Liga, e che tutte le altre possono soltanto spartirsi gli avanzi.

Abramovich mette in vendita il Chelsea

La notizia era nell’aria da tempo, da quando aveva lasciato intendere di non essere disposto a tornare sul mercato, ma ora arriva qualche conferma in più dalla fredda Inghilterra ed il tam tam diventa sempre più rumoroso: Abramovich vuole vendere il Chelsea!

Ad affermarlo è l’edizione odierna del Sunday Times e, nonostante le smentite di rito, l’indiscrezione è stata raccolta da numerosi tabloid e blog in giro per l’Europa. A sentire il giornale inglese, pare che alcuni emissari del magnate russo si siano recati in Medio Oriente per illustrare la trattativa ai sultani del posto.

L’obiettivo è quello di convincere qualcuno ad emulare lo sceicco Masour Bin Zayed, che lo scorso anno acquistò le azioni del Manchester City, puntando a diventare la prima squadra d’Inghilterra. Un po’ quello che fece Abramovich nel 2003, quando comprò i Blues per 60 milioni di sterline, facendosi carico anche degli 80 milioni di debito che la società aveva accumulato negli anni.

Che fine ha fatto Edgar Davids?

Lo chiamavano “il Pittbull“, ed era anche il predecessore tra i “morditori di caviglie” del più celebre Ringhio Gattuso. Per molti anni, a cavallo tra la fine degli anni ’90 e l’inizio del 2000 risultava sempre tra i centrocampisti più forti del momento, grazie soprattutto alle ottime annate con le maglie di Ajax e Juventus.

A differenza di tutti gli altri calciatori però aveva una caratteristica: o giocava in maniera perfetta o diventava il più grosso bidone della squadra. Così gli accadde di passare dal campione dell’Ajax alla delusione del Milan, e dalle ottime annate in bianconero (ben 7) alla delusione cocente con la maglia dell’Inter, che forse nemmeno il tifoso più accanito ricorderebbe. Oggi ha 35 anni, ma cosa fa?

Segna il Papero, ma la stella è Kakà

E’ stata la serata di Kakà e non ci voleva la sfera di cristallo per intuirlo. Cori e striscioni erano tutti per lui nella notte di San Siro, in quella che potrebbe essere stata l’ultima uscita rossonera del fenomeno brasiliano. Beckham faceva l’esordio di fronte ai propri tifosi, ma la scena stavolta è stata tutta per lui, per colui che negli anni ha contribuito a far grande il Milan, togliendosi parecchie soddisfazioni.

Se nel calcio contassero i sentimenti, non staremmo qui a far discorsi di questo tipo e magari ci toccherebbe commentare una bella dichiarazione a fine partita, nella quale il brasiliano annunciava al mondo la voglia di invecchiare alla corte di Berlusconi. Si, forse trent’anni fa era così, ma ora non più.

Quello che resta immutato è il calore dei tifosi, la passione della gente che ti mette su un piedistallo sebbene sappia che hai già deciso di cambiare aria, non per ambizione professionale, ma solo per rincorrere il vile denaro. Ieri sera c’era tutto il popolo rossonero ad implorare il proprio beniamino di restare. Tutti per lui, nonostante la presenza di Beckham in campo, nonostante l’ennesima magia del Papero, che con la sua rete ha reso meno faticosa la rincorsa alla testa della classifica.

Ligue 1: l’OM si vendica del Le Havre, tutto invariato in vetta

Il Lione riprende a correre, ma le altre inseguono. In una difficile gara sul terreno del Grenoble i campioni di Francia hanno ripreso a comportarsi come sanno, e cioè da grandi, e non vengono praticamente mai messi in difficoltà dai padroni di casa. Ederson sblocca la gara dopo solo 15 minuti, e da quel momento in poi diventa tutto facile per i lionesi, che portano a casa i tre punti con un secco 0-2.

Ma quest’anno le altre si sono svegliate in tempo e si sono messe in testa di non regalare, come ogni anno, il campionato a Juninho e compagni. E così accade che in casa di un Nantes in ripresa l’erede di Kakà, Gourcuff, manda segnali al Milan andando a segno ancora una volta, e trascinando il suo Bordeaux alla vittoria. Finisce 1-2 con rete conclusiva del solito Chamakh (punta da seguire anche per le italiane), ma quello che più conta è che il distacco dalla vetta resta di solo un punto.