Rafa Benitez non si muove da Liverpool

Della serie: come far cambiare idea ai detrattori dalla sera alla mattina. In questa frase potrebbe essere riassunto il recente passato di Rafa Benitez, un tempo idolo dell’Anfield Road ed ora trattato alla stregua dell’ultimo arrivato. Nei giorni scorsi i bookmakers inglesi accettavano scommesse sul suo esonero, salvo poi chiudere le stesse per eccesso di ribasso.

Il destino dello spagnolo sembrava ormai segnato, tanto che la gara di Champions contro il Real Madrid veniva indicata come una sorta di ultima spiaggia.

Ma il calcio ci ha abituati a non dare nulla per scontato, specie se in panca c’è uno che più volte è stato messo sulla graticola, riuscendo poi a sorprendere tutti e a condurre il suo Liverpool verso le vette più alte. Gli si può rimproverare di non essere riuscito a costruire una squadra competitiva per la Premier, ma appena sente odore di Champions, Rafa non si smentisce, riuscendo in un modo o nell’altro a portare i Reds tra le regine del continente.

Nedved: “A fine stagione mi ritiro”

Voleva ritirarsi già tre anni fa, poi la retrocessione in B della Juve lo convinse a restare per tornare in A. Il pensiero però di chiudere in serie A una carriera gloriosa lo ha convinto a rimanere ancora per un’altra stagione. Lo scorso anno ci aveva pensato, ma poi ha capito che quest’anno avrebbe avuto l’ultima occasione per vincere la Champions League, e ha prolungato ancora una volta. Ma adesso basta, ha quasi 37 anni, e le forze cominciano a mancare. Pavel Nedved lascerà il calcio a fine stagione.

L’annuncio è arrivato dopo la sconfitta dello Stamford Bridge sul sito dell’Uefa, ma il ceco si affretta a dire che la partita di ieri non ha influenzato la sua scelta. Aveva infatti già deciso di lasciare prima della gara, e poi sull’1-0 tutto può ancora succedere, e la speranza di vincere la Champions ancora non è soffocata.

Coppa Uefa: in campo Milan, Udinese, Fiorentina e Samp

Chi ha paura delle squadre italiane? Alla luce dei risultati delle ultime due settimane sia in Champions che in Coppa Uefa, si può tranquillamente affermare che non siamo più lo spauracchio d’Europa. In totale abbiamo rimediato tre pareggi e ben quattro sconfitte, uscendo notevolmente ridimensionati nelle ambizioni di gloria.

Nulla di compromesso o di irrimediabile, ma è chiaro che occorre cambiare mentalità, se si vuole arrivare fino in fondo. Della Champions parleremo a tempo debito. Per ora c’è da pensare alle quattro italiane impegnate nella competizione di minor prestigio, seppure fortemente rivalutata da chi è rimasto senza altri obiettivi da raggiungere.

Il compito più agevole sembra essere quello di Milan e Udinese, tornate a casa dalle rispettive trasferte con pareggi pesanti. Vero è che entrambe avrebbero potuto ottenere di più contro Werder Brema e Lech Poznan, essendo state in vantaggio per gran parte delle gare (l’Udinese addirittura di due gol), ma alla fine della fiera l’1-1 ed il 2-2 fanno sperare in una qualificazione piuttosto agevole.

Major League: Beckham quasi via, si pensa a Raul

Se Beckham non ha alcuna intenzione di tornare in America per giocare (si fa per dire) al pallone, pare che nella Major League siano in pochi a rimanerci male. L’ultima bomba arriva dalla Spagna, e non dalla bocca di qualche giornalista o tifoso, ma addirittura da quella di Raul Gonzales Blanco, il mito del Real Madrid.

Al quotidiano madrileno Marca il capitano del Real ha rilasciato nei giorni scorsi un’intervista che non sarà piaciuta molto ai tifosi della casa blanca:

Sarebbe una bella esperienza, non solo per me, ma anche per la mia famiglia. Potrei giocare una stagione negli Usa. Nel caso non dovessi farlo, chiaramente terminerei la mia carriera nel Real.

Amauri vittima di razzismo e “beccato” da Gattuso

Su queste pagine ci siamo occupati spesso del tema del razzismo, limitandoci per lo più a riportare episodi legati all’avvenimento sportivo, a quei fastidiosi buu o cori rivolti a questo o a quel giocatore con l’intenzione di offendere il colore della pelle o l’etnia.

Spesso però gli episodi di razzismo non si limitano al campo di calcio e può capitare che un professionista sia costretto a subire discriminazioni anche nella vita quotidiana. E’ quello che è successo qualche tempo fa ad Amauri, che ora racconta la sua disavventura ad un noto settimanale:

E’ successo anche a me. Qualche tempo fa in una farmacia mi hanno accusato di rubare un pacco di pannolini. Li stavo posando, lo scaffale era vicino all’uscita e la porta automatica si è aperta. La farmacista voleva chiamare i carabinieri e io non avevo fatto nulla, semplicemente ero straniero e non parlavo un italiano perfetto. Le ho risposto: ‘Li chiami pure, poi la denuncio io: lei è razzista…’. E ho aggiunto: ‘Sono più italiano di lei, e magari un giorno rappresenterò il suo paese’.

Niente Kakà? E lo sceicco si compra il Milan

La quasi totalità del mondo del calcio fino a poco tempo fa sorrideva all’idea di uno sceicco di Dubai che, a suon di milioni, voleva metter su la squadra più forte del mondo. Aveva puntato sul cavallo sbagliato però Al-Mansour, e cioè su un club con poca storia, poco appeal, e da sempre considerato il fratello povero del grande Manchester United.

E allora ecco la soluzione: dopo i numerosi due di picche dei grandi campioni del calcio, che non volevano trasferirsi a Manchester perché il club era poco nobile, meglio comprarsene uno che di nobiltà ne ha da vendere: il Milan. Fonti del Corriere della Sera hanno messo in circolo ieri delle voci secondo le quali lo sceicco vorrebbe acquistare il 40% delle azioni del club rossonero alla modica cifra di 500 milioni di euro. Fantacalcio? E invece pare proprio di no.

Champions League: stasera la Juve all’esame Chelsea

Il derby d’Europa non è cominciato nel migliore dei modi per le squadre italiane scese in campo nella serata di ieri. A voler trovare il lato positivo della faccenda, si potrebbe dire che la Roma ha fatto quanto ha potuto contro un Arsenal arrembante, limitando al minimo i danni, in attesa della gara di ritorno, mentre l’Inter può sorridere del fatto di non aver subito gol in casa (meglio uno 0-0 che un 1-1, ad esempio).

Fatto sta che il bilancio al momento è in favore delle compagini inglesi e stasera toccherà alla Juventus l’arduo compito di risollevare le sorti del calcio italiano, cercando di confermare in quel di Londra le ottime prestazioni esibite nella fase a gironi.

Di fronte si ritroverà un Chelsea col dente avvelenato, che ancora non ha digerito la sconfitta nella finale dello scorso anno, quando capitan Terry scivolò al momento del rgore decisivo. Ma anche la Juve ha mille ed un motivo per caricarsi, primo fra tutti un digiuno di successi in campo internazionale che ormai dura da secoli.

Ligue 1: solo 16 gol in 10 partite che aiutano la fuga del Lione

La venticinquesima giornata della Ligue 1 mette la parola fine all’inseguimento delle varie pretendenti allo scudetto del Lione. I campioni di Francia infatti non hanno alcuna intenzione di mollare, nonostante il pensiero Champions, mentre le altre ancora non danno l’impressione di volerli infastidire.

La buona notizia è che, dal secondo al settimo posto, la lotta è serratissima, con 6 squadre in 4 punti, le quali si daranno battaglia fino alla fine, dando anche un senso al campionato. La stessa cosa accade nella zona retrocessione. Le Havre a parte, dato che rimane all’ultimo posto con 10 punti di distacco dalla salvezza, rimangono 9 squadre in 6 punti.