Pippo Inzaghi fa 300

Non sarà Pelè e neppure Romario, inarrivabili con i loro mille e passa gol, ma da queste parti 300 reti in carriera sono veramente tante. L’eroe della giornata risponde al nome di Filippo Inzaghi, che con la doppietta di oggi al Siena ha raggiunto lo storico traguardo, alla faccia di quanti lo davano per finito e di chi in fase di convocazione guarda solo la carta di identità.

Superpippo ha 36 anni, ma a vederlo battersi sul campo non si direbbe proprio. Certo non c’è più lo scatto del ragazzino né la tenuta atletica per tutti i novanta minuti, ma all’occasione ricorda sempre dov’è la porta e non ha mai perso il vizio del gol. Già, il vizio. Berlusconi disse di lui:

Ha questo vizietto di fare sempre gol, è un vizioso.

Premier League: lezione di calcio del Liverpool al Manchester United, all’Old Trafford finisce 1-4

Non si può di certo dire che la Premier League sia riaperta, ma una partita come quella di ieri non se l’aspettava nessuno. Il Manchester United e il Liverpool, le due squadre più in forma a livello europeo, si affrontavano in una gara che poteva valere mezzo campionato, e non hanno tradito le aspettative.

Lo United tiene meglio il campo, tanto da passare subito in vantaggio grazie ad un rigore trasformato da Cristiano Ronaldo. Poi però uno dei migliori calciatori dei Red Devils, Vidic, decide di complicarsi la vita, e prima commette un errore madornale che consegna a Torres la rete del pareggio, e poi, dopo l’1-2 firmato Gerrard, stende il capitano dei Reds e viene espulso. La conseguente punizione viene trasformata da Fabio Aurelio, e nel finale c’è gloria anche per l’ex difensore dell’Udinese Dossena, che dopo il gol al Real Madrid trafigge anche Van Der Sar per l’1-4 finale.

Il Genoa sogna, la Juve è viva

Partire con l’obiettivo di una comoda salvezza e ritrovarsi a rincorrere la meta più ambiziosa: Genoa sogna e ne ha ben donde, dopo i tre punti guadagnati al Sant’Elia ed il quarto posto in classifica. E dire che di fronte aveva la rivelazione Cagliari, difficile da battere tra le mura amiche e proiettata più che mai verso un sogno chiamato Uefa.

Ma nella guerra dei sogni, l’hanno spuntata i rossoblu di Gasperini, che hanno avuto il merito di crederci fino alla fine, acciuffando il risultato migliore a soli cinque minuti dal fischio finale. Vero è che la gara è stata condizionata dall’espulsione forse affrettata di Cossu sul finire del primo tempo, ma è vero anche che il Genoa è stato penalizzato dall’annullamento di un gol regolare (e non è certo la prima volta nel corso della stagione).

Sogni rimandati, dunque, per la squadra di Allegri, mentre il Genoa attende le gare del pomeriggio per godersi pienamente il suo quarto posto, quando mancano dieci gare alla fine della fiera.Troppe o troppo poche? Dipende da quanto corre chi sta avanti. Lo sa bene la Juventus che ora è a soli quattro punti dall’Inter, impegnata stasera contro una Fiorentina in cerca di riscatto.

Che fine ha fatto Maurizio Ganz?

A Milano lo chiamavano (scusate se non è scritto perfettamente) “El segna semper lu“, in dialetto milanese “il segna sempre lui”, perché c’è stato un periodo, tra il ’95 ed il 2000, in cui con le maglie di Inter e Milan segnò tantissimo, e soprattutto tanti gol decisivi. Considerato uno dei migliori attaccanti italiani però, stranamente non conosce mai la nazionale, e viene velocemente dimenticato quando nello scenario italiano compaiono fenomeni come Ronaldo e Zamorano nell’Inter e Bierhoff, Leonardo e Shevchenko nel Milan.

Forse questo essere messo in secondo piano dietro questi grandi calciatori l’ha un po’ limitato, ma non si può certo dire che Ganz abbia avuto una carriera minore. Nonostante abbia cambiato 14 volte maglia in 20 anni di carriera, ci si ricorda soltanto di quelle delle milanesi, e della promozione ottenuta con l’Ancona. Ma poi è scomparso dai nostri campi e dalla mente dei tifosi.

Marcello Lippi a ruota libera da Fazio

I gay nel mondo del calcio, la debacle delle italiane in Europa, i colleghi allenatori: questi ed altri i temi toccati da Marcello Lippi nel corso della sua lunga intervista a Fabio Fazio. Ospite della trasmissione Che tempo che fa, il commissario tecnico della Nazionale Italiana non si è tirato indietro di fronte alle domande del conduttore, accettando di discutere anche di argomenti delicati come, appunto, quello dell’omosessulità nel circo calcistico:

Non ho mai conosciuto omosessuali nel mondo del calcio, ma se un giocatore venisse da me a dirmelo, gli direi di vivere la sua vita come vuole, senza però dirlo ai compagni. E’ difficile confessare di essere gay in una squadra di calcio.

Questo il pensiero del tecnico viareggino, chiamato a ribadire un concetto già espresso qualche mese fa, quando gli veniva domandato se avesse avuto difficoltà a convocare un giocatore di tendenze omosessuali.

Mourinho detta la condizione per rimanere: un calciomercato da 100 milioni di euro

Che Mourinho fosse sempre più vicino all’addio alla panchina nerazzurra, lo si sapeva già, ma che Moratti non volesse fare l’errore dei decenni passati, e cioè cambiare un allenatore all’anno, erano in pochi a sospettarlo. Ed invece sembra che, se lo Special One se ne vuole andare, Moratti è intenzionato a fargli rispettare il contratto fino alla fine, anche perché l’unica alternativa sarebbe ritornare da Mancini a chiedergli scusa, e si sa che questo avverrà molto difficilmente.

Per questo, secondo i soliti ben informati, il tecnico portoghese sembra aver presentato al suo presidente un buon motivo per trattenerlo a Milano, anzi nove buoni motivi. Sarebbero i calciatori che vuole per la prossima stagione, e che serviranno per far diventare l’Inter quella corazzata sognata anche da Moratti stesso, in grado di calpestare gli altri club in Europa.

Mourinho verso il Real Madrid

Era arrivato in Italia con l’obiettivo di conquistare quella Coppa che manca ormai  nella bacheca dell’Inter da ben 44 anni. E invece eccolo qui lo Special One, deluso e deludente, incapace di far meglio del suo predecessore e, dunque, fallito. A chi dare la colpa?

Inutile perdersi in esercizi di critica, dando addosso ad una squadra costruita ottimamente per la supremazia in campionato, ma che mostra falle incolmabili allorché l’avversaria di turno parla un idioma straniero. Il buon Mancio aveva i medesimi problemi ed ora si sta godendo un periodo di ferie lautamente retribuite, alla faccia di chi pensava che il problema dell’Inter fosse lui.

Mourinho non è riuscito a far meglio di Mancini ed ora in casa Inter cominciano a chiedersi cosa occorra fare per poter arrivare sul tetto d’Europa, “Comprare”: questa è la ricetta dello Special One, convinto che il patron apra i lacci della borsa e gli metta a disposizione quanto di meglio ci sia sulla piazza. Già, ma in quel caso la sua presenza non sarebbe così necessaria e basterebbe un Mancini qualunque per vincere. E allora? E allora c’è già chi sussurra che stavolta il presidente non si lascerà incantare dalle promesse, “costringendo” Mourinho a voltarsi verso altri lidi per appagare la sua fame di successo. Tempo fa si era parlato di un ritorno in Inghilterra (Liverpool o Manchester), ma stamattina dalla Spagna arriva un’ipotesi ancor più clamorosa: Mourinho potrebbe finire al Real Madrid!