Meazza il miglior interista di tutti i tempi secondo il Times

Il Times continua a fare delle classifiche incredibili, e così valutando tra prestazioni, vittorie e quanto cuore i centinaia di calciatori hanno regalato all’Inter, ha stilato una classifica dei migliori interisti di tutti i tempi. Strano che la classifica sia stilata da un giornale inglese e non magari da qualche giornale più vicino al popolo nerazzurro, ma intanto si sa che quando si tratta di graduatorie, il Times non è secondo a nessuno.

Probabilmente se fossero stati interrogati i tifosi interisti, il posto d’onore sarebbe stato assegnato a Giacinto Facchetti. Ed invece secondo gli inglesi l’ex dirigente e terzino nerazzurro, morto recentemente, è soltanto secondo, superato da Giuseppe Meazza. L’attaccante anni ’30 forse ha impressionato di più perché a lui è dedicato lo stadio di San Siro, o forse per gli oltre 200 gol segnati con la maglia di quella che ai suoi tempi si chiamava Ambrosiana Inter.

Ancelotti, tentazione Chelsea

E’ il periodo delle indiscrezioni e delle smentite, del calciomercato fatto sui giornali e delle voci di corridoio che danno le panchine italiane in gran fermento in attesa della prossima stagione. E come sempre, in mezzo a tanto parlare, spunta il nome di Carlo Ancelotti, dato in partenza per altri lidi un giorno si e l’altro pure.

Vero è che in giro per l’Europa ci sono diverse panche ad interim, affidate a fidi traghettatori in attesa che le bocce si fermino e i tecnici si liberino. Basti pensare al Real Madrid o al Chelsea, le cui società non hanno mai negato la provvisorietà dei rispettivi occupanti. E il buon Carletto farebbe gola ad entrambi i club, tanto che quotidianamente viene invitato a studiare un idioma straniero in vista dei prossimi gravosi impegni.

Certo, lo spagnolo è più semplice da imparare, ma Galliani non scommetterebbe un centesimo sulla possibilità che il tecnico si trasferisca alla corte di Perez (ammesso che venga eletto), tanto da escluderlo al 99,9%. Nessuna scommessa invece sulla pista inglese, visto che meno di un anno fa c’era già stato un approccio nemmeno tanto timido da parte di Abramovich.

La Juve del futuro? Attorno a Del Piero

Altro che pensione e possibili eredi! Alessandro Del Piero, trentaquattro anni suonati, non vuol proprio saperne di attaccare gli scarpini al chiodo e abbandonare la fascia da capitano, lasciando che siano gli altri a divertirsi sul rettangolo verde.

Negli ultimi tempi si è fatto un gran parlare attorno al possibile arrivo di Antonio Cassano, anzi al “non arrivo”, visto che a detta di molti la presenza del barese andrebbe a creare un doppione proprio nel ruolo ricoperto dal capitano bianconero. Problemi di posizioni in campo e di coesistenza tra i due, che fanno discutere gli addetti ai lavori e gli esperti di calciomerato, ma che sembrano non sfiorare neppure il presidente Cobolli Gigli:

Ranieri costruirà tutto quello che deve costruire attorno a Del Piero.

Quanti danni hanno causato le nazionali!

I presidenti di mezza serie A staranno maledicendo la settimana delle nazionali. Chi più chi meno tornerà con il morale sollevato dalle buone prestazioni o dalle vittorie della propria nazionale, molti torneranno stanchi e stressati dai lunghi viaggi, ma qualcuno tornerà pure con le stampelle.

Tra partite ed allenamenti le nazionali di tutto il mondo stanno restituendo gli uomini alla serie A tutti incerottati. L’ultimo in ordine di tempo è Maicon. Tira e tira, la corda prima o poi si spezza, verrebbe da dire. E così se nell’Inter ha giocato praticamente sempre (40 partite su 42 ufficiali quest’anno) e nella nazionale non ha mai saltato un turno, ecco che alla fine un infortunio muscolare doveva capitare. Stiramento di secondo grado per il terzino uscito in barella a metà primo tempo nella sfida contro l’Ecuador, che significa almeno un mese di stop e niente big match contro la Juventus.

Pato è guarito dal tumore

Un po’ come il suo presidente, Alexandre Pato può vantare una guarigione da una malattia molto grave, il tumore. Alla trasmissione sportiva brasiliana Rede Globo il papero milanista ha ammesso ieri sera che, quando aveva 11 anni, gli è stato diagnosticato un tumore benigno al braccio.

Per la precisione il piccolo attaccante, nelle giovanili dell’Internacional dove mostrava già le qualità tecniche invidiabili che oggi gli possiamo riscontrare, si dovette fermare più volte durante la sua giovane carriera a causa di due infortuni al braccio sinistro. Per la precisione lo stesso braccio finì con il fratturarsi per ben due volte nel giro di pochi mesi. Alla seconda frattura i medici si insospettirono e gli accertamenti successivi hanno portato a riscontrare il tumore.

E’ Beckham il giocatore più pagato

E’ il calciatore più mediatico del pianeta, capace di muovere milioni di ammiratori solo con la sua presenza, ma non è certo questo il record più gradito allo Spice Boy. In un mondo in cui le bandiere hanno quasi completamente perso il proprio colore briillante, ciò che conta veramente è il conto in banca e da questo punto di vista David Beckham ha ben lavorato, accumulando una fortuna da nababbo.

Lungi da noi il volergli fare i conti in tasca, cercando di quantificare l’ammontare del suo capitale, ma a giudicare dalle stime di France Football, pare proprio che l’ex capitano della nazionale inglese sia ben messo rispetto ai propri colleghi.

Basti considerare che per il secondo anno consecutivo (e per la quarta volta negli ultimi 10 anni) David Beckham occupa la prima posizione in classifica tra i calciatori più pagati, intascando qualcosa come 32,4 milioni di euro a stagione.

Il campetto di Del Piero diventa un parcheggio

Là dove c’era l’erba ora c’è una città… Così cantava Adriano Celentano ed i suoi fan ci scuseranno se prendiamo in prestito la frase per cominciare un articolo che tratta di una vicenda simile.

Eh si, perché siamo talmente abituati ad ammirare il lusso sfrenato che circonda le star del pallone, da dimenticare che anche loro hanno avuto un’infanzia, spesso modesta, tirando i primi calci su un campetto di periferia.

E allora “questa è la storia di uno di noi, anche lui nato per caso…” a San Vendemiano, un paesotto di 10 mila anime, ben lontano dalla ribalta internazionale. E’ la storia di Alessandro Del Piero e del campetto che lo ha visto esordire una vita fa con la maglietta gialla e blu. Ora quel campetto sta per essere sostituito da un parcheggio, per la delusione dei compaesani del campione bianconero che vedono sparire un pezzo di storia sotto l’asfalto nero.

Qualificazioni Mondiali: Julio Cesar tiene a galla il Brasile, l’Argentina è uno spettacolo

Il Brasile stellare che si è visto nell’amichevole contro l’Italia è evidentemente rimasto a Londra. Tornato a giocare le partite serie, quelle che portano alla qualificazione al mondiale, il Brasile di Dunga ha nuovamente mostrato tutte le sue lacune, soprattutto mentali, nell’affrontare le piccole squadre.

La situazione dei verdeoro ora è molto difficile, con la qualificazione in dubbio dall’inizio del girone, e che ora che siamo oltre la metà diventa sempre più uno spauracchio. Non ha difficoltà invece l’Argentina, a dir poco stratosferica quando Messi è in partita, mentre già Bolivia, Venezuela e Perù possono dire addio alla qualificazione.

Qualificazioni mondiali: subito a rischio il Camerun di Eto’o, sorpresa Corea del Nord in Asia

Giornata piuttosto positiva per i grandi d’Africa. Le nazionali di un continente così sfortunato non sono mai state così forti e preparate dal punto di vista tecnico, anche se alla partenza dell’ultimo girone della qualificazione al mondiale c’è ancora qualcuno che stenta.

In Asia intanto continuano a convincere le due Coree, e se per la Corea del Sud non è una novità, la sorpresa la fa quella del Nord, la quale va vicina alla sua prima storica qualificazione ad un campionato del mondo. Ma sicuramente l’attesa maggiore era per le partite africane, che vedevano in campo gente come Drogba, Muntari, Adebayor, Martins, e tantissimi altri campioni.

Costa d’Avorio, 22 morti allo stadio

Una giornata di festa che si trasforma in tragedia, l’ennesima intorno al circo pallonaro. Stavolta la triste notizia arriva dall’Africa e, in particolare, dalla città di Abidjan, dove i padroni di casa della Costa d’Avorio si apprestavano a scendere in campo contro il Malawi per una gara di qualificazione ai Mondiali del 2010.

La dinamica precisa dei fatti è ancora tutta da verificare, ma dalle prime voci che arrivano dallo stadio pare che ci sia stato il crollo di un muro, che avrebbe provocato un fuggi fuggi generale. Ad aggravare la situazione ci sarebbe stato poi l’intervento della polizia con lancio di lacrimogeni per disperdere la folla.

Di qui la ressa nella quale pare siano rimaste a terra 22 persone senza vita, mentre i feriti sarebbero 132. Nonostante ciò la gara si è giocata ugualmente ed è quasi inutile ricordare che i padroni di casa hanno vinto per cinque reti a zero (doppietta di Drogba), in un’atmosfera quasi irreale.