Calciatori violenti: nei guai anche Dalmat

Pensavate forse che l’unico bad boy del calcio internazionale fosse Joey Barton? D’accordo, lui ha superato ogni limite umanamente immaginabile, finendo spesso al cospetto del giudice e pagando anche con un paio di mesi di galera per le sue malefatte, ma in giro per il Vecchio Continente non è l’unico ad essersi distinto per brutali aggressioni o risse provocate.

Poco fa  vi abbiamo raccontato del guaio combinato da Djibril Cissé, arrestato e poi rilasciato per aver aggredito una ballerina di lapdance (anche se non è ancora chiara la dinamica dei fatti), prendendola alla gola. Se le accuse venissero confermate, l’attaccante del Sunderland, in prestito dal Marsiglia, rischierebbe veramente grosso.

Stessa sorte che potrebbe toccare ad un altro francese, vecchia conoscenza del calcio italiano per aver vestito la maglia dell’Inter. Si tratta di Stephane Dalmat, capitano del  Sochaux (Prima Divisione Francese), anche lui resosi protagonista di un’aggressione ai danni di una donna.

Arrestato Djibril Cissè

Continua la moda dei calciatori della Premier League a farsi arrestare. Stavolta a finire davanti al giudice sarà Djibril Cissè, calciatore francese in forza al Sunderland. Come per altri suoi

Bobo Vieri litiga con il pubblico e lascia l’Atalanta

L’idillio è durato pochi mesi. Bobo Vieri, in un bagno di umiltà due stagioni fa, aveva messo da parte le sue richieste milionarie e, pur di tornare a giocare ad alti livelli a causa dei tanti infortuni, aveva deciso di firmare per i bergamaschi un contratto con il minimo sindacale (1.500 euro) più un bonus ad ogni gol. Sembrava tornato il sorriso quando, sul finire della stagione, Bobone ritornava in campo e segnava. Ma il buon momento di Vieri in nerazzurro finisce qui.

Dopo una breve parentesi con la Fiorentina ritorna a Bergamo, ma i tifosi non lo vogliono più. Lo fischiano, lui si infortuna di nuovo, e sabato la goccia che fa traboccare il vaso. Durante l’amichevole di Bellinzona i suoi tifosi lo fischiano per tutta la gara. Al fischio finale Vieri comunica a Del Neri che non ha alcuna intenzione di continuare a vestire la maglia nerazzurra. Ieri ha svuotato il suo armadietto e ha annunciato di voler rescindere anticipatamente il suo contratto.

L’Italia all’esame Trap

Un passato simile, un presente che ha lo stesso obiettivo. Strano il destino incrociato di Lippi e Trapattoni, entrambi vincenti sulla panca della Juventus, entrambi allenatori in passato dell’Inter, seppur con fortune diverse (il viareggino fallì laddove aveva trionfato il Trap), entrambi sulla panchine dell’Italia, dove Lippi si è preso la sua “rivincita”, trionfando laddove il Trap aveva fallito.

Ed eccoli qui, l’uno contro l’altro a giocarsi la qualificazione ai prossimi mondiali, l’uno per dimostrare di essere ancora un ottimo mister, l’altro per confermare quanto di buono fatto nell’edizione tedesca della kermesse mondiale.

Stasera li troveremo a pochi metri di distanza in quel di Bari, dove Italia e Irlanda si giocheranno la testa del girone. Il Trap avrebbe voluto arrivare all’appuntamento con gli stessi punti degli azzurri, ma sabato la Bulgaria gli ha giocato un brutto scherzo, impattando proprio alla fine, quando la vittoria sembrava acquisita. Motivo in più per dare battaglia nella gara di stasera, dove le motivazioni saranno forti.

Meazza il miglior interista di tutti i tempi secondo il Times

Il Times continua a fare delle classifiche incredibili, e così valutando tra prestazioni, vittorie e quanto cuore i centinaia di calciatori hanno regalato all’Inter, ha stilato una classifica dei migliori interisti di tutti i tempi. Strano che la classifica sia stilata da un giornale inglese e non magari da qualche giornale più vicino al popolo nerazzurro, ma intanto si sa che quando si tratta di graduatorie, il Times non è secondo a nessuno.

Probabilmente se fossero stati interrogati i tifosi interisti, il posto d’onore sarebbe stato assegnato a Giacinto Facchetti. Ed invece secondo gli inglesi l’ex dirigente e terzino nerazzurro, morto recentemente, è soltanto secondo, superato da Giuseppe Meazza. L’attaccante anni ’30 forse ha impressionato di più perché a lui è dedicato lo stadio di San Siro, o forse per gli oltre 200 gol segnati con la maglia di quella che ai suoi tempi si chiamava Ambrosiana Inter.

Ancelotti, tentazione Chelsea

E’ il periodo delle indiscrezioni e delle smentite, del calciomercato fatto sui giornali e delle voci di corridoio che danno le panchine italiane in gran fermento in attesa della prossima stagione. E come sempre, in mezzo a tanto parlare, spunta il nome di Carlo Ancelotti, dato in partenza per altri lidi un giorno si e l’altro pure.

Vero è che in giro per l’Europa ci sono diverse panche ad interim, affidate a fidi traghettatori in attesa che le bocce si fermino e i tecnici si liberino. Basti pensare al Real Madrid o al Chelsea, le cui società non hanno mai negato la provvisorietà dei rispettivi occupanti. E il buon Carletto farebbe gola ad entrambi i club, tanto che quotidianamente viene invitato a studiare un idioma straniero in vista dei prossimi gravosi impegni.

Certo, lo spagnolo è più semplice da imparare, ma Galliani non scommetterebbe un centesimo sulla possibilità che il tecnico si trasferisca alla corte di Perez (ammesso che venga eletto), tanto da escluderlo al 99,9%. Nessuna scommessa invece sulla pista inglese, visto che meno di un anno fa c’era già stato un approccio nemmeno tanto timido da parte di Abramovich.

La Juve del futuro? Attorno a Del Piero

Altro che pensione e possibili eredi! Alessandro Del Piero, trentaquattro anni suonati, non vuol proprio saperne di attaccare gli scarpini al chiodo e abbandonare la fascia da capitano, lasciando che siano gli altri a divertirsi sul rettangolo verde.

Negli ultimi tempi si è fatto un gran parlare attorno al possibile arrivo di Antonio Cassano, anzi al “non arrivo”, visto che a detta di molti la presenza del barese andrebbe a creare un doppione proprio nel ruolo ricoperto dal capitano bianconero. Problemi di posizioni in campo e di coesistenza tra i due, che fanno discutere gli addetti ai lavori e gli esperti di calciomerato, ma che sembrano non sfiorare neppure il presidente Cobolli Gigli:

Ranieri costruirà tutto quello che deve costruire attorno a Del Piero.

Quanti danni hanno causato le nazionali!

I presidenti di mezza serie A staranno maledicendo la settimana delle nazionali. Chi più chi meno tornerà con il morale sollevato dalle buone prestazioni o dalle vittorie della propria nazionale, molti torneranno stanchi e stressati dai lunghi viaggi, ma qualcuno tornerà pure con le stampelle.

Tra partite ed allenamenti le nazionali di tutto il mondo stanno restituendo gli uomini alla serie A tutti incerottati. L’ultimo in ordine di tempo è Maicon. Tira e tira, la corda prima o poi si spezza, verrebbe da dire. E così se nell’Inter ha giocato praticamente sempre (40 partite su 42 ufficiali quest’anno) e nella nazionale non ha mai saltato un turno, ecco che alla fine un infortunio muscolare doveva capitare. Stiramento di secondo grado per il terzino uscito in barella a metà primo tempo nella sfida contro l’Ecuador, che significa almeno un mese di stop e niente big match contro la Juventus.

Pato è guarito dal tumore

Un po’ come il suo presidente, Alexandre Pato può vantare una guarigione da una malattia molto grave, il tumore. Alla trasmissione sportiva brasiliana Rede Globo il papero milanista ha ammesso ieri sera che, quando aveva 11 anni, gli è stato diagnosticato un tumore benigno al braccio.

Per la precisione il piccolo attaccante, nelle giovanili dell’Internacional dove mostrava già le qualità tecniche invidiabili che oggi gli possiamo riscontrare, si dovette fermare più volte durante la sua giovane carriera a causa di due infortuni al braccio sinistro. Per la precisione lo stesso braccio finì con il fratturarsi per ben due volte nel giro di pochi mesi. Alla seconda frattura i medici si insospettirono e gli accertamenti successivi hanno portato a riscontrare il tumore.

E’ Beckham il giocatore più pagato

E’ il calciatore più mediatico del pianeta, capace di muovere milioni di ammiratori solo con la sua presenza, ma non è certo questo il record più gradito allo Spice Boy. In un mondo in cui le bandiere hanno quasi completamente perso il proprio colore briillante, ciò che conta veramente è il conto in banca e da questo punto di vista David Beckham ha ben lavorato, accumulando una fortuna da nababbo.

Lungi da noi il volergli fare i conti in tasca, cercando di quantificare l’ammontare del suo capitale, ma a giudicare dalle stime di France Football, pare proprio che l’ex capitano della nazionale inglese sia ben messo rispetto ai propri colleghi.

Basti considerare che per il secondo anno consecutivo (e per la quarta volta negli ultimi 10 anni) David Beckham occupa la prima posizione in classifica tra i calciatori più pagati, intascando qualcosa come 32,4 milioni di euro a stagione.

Il campetto di Del Piero diventa un parcheggio

Là dove c’era l’erba ora c’è una città… Così cantava Adriano Celentano ed i suoi fan ci scuseranno se prendiamo in prestito la frase per cominciare un articolo che tratta di una vicenda simile.

Eh si, perché siamo talmente abituati ad ammirare il lusso sfrenato che circonda le star del pallone, da dimenticare che anche loro hanno avuto un’infanzia, spesso modesta, tirando i primi calci su un campetto di periferia.

E allora “questa è la storia di uno di noi, anche lui nato per caso…” a San Vendemiano, un paesotto di 10 mila anime, ben lontano dalla ribalta internazionale. E’ la storia di Alessandro Del Piero e del campetto che lo ha visto esordire una vita fa con la maglietta gialla e blu. Ora quel campetto sta per essere sostituito da un parcheggio, per la delusione dei compaesani del campione bianconero che vedono sparire un pezzo di storia sotto l’asfalto nero.