Prandelli coccola Cassano

La prima è andata ed i tre punti sono stati portati a casa, pur non giocando a memoria, pur soffrendo eccessivamente la modesta Estonia, che avrebbe potuto costringere Prandelli alla prima magra figura sulla panca dell’Italia. Il mister lo sa, ma non si piange addosso e cerca invece di guardare al futuro, a come potrebbe diventare la nazionale di qui a qualche mese:

Questa Nazionale può dare molto ma molto di più. L’ho sempre detto, ci vuole pazienza. E’ come quando qualcuno vuole costruire un grattacielo: scava le fondamenta e trova subito difficoltà. Il calcio italiano ha molta più qualità di quello che ora noi immaginiamo. Ma stiamo appena alle fondamenta, abbiamo cominciato a capire come dobbiamo giocare. E se riusciamo a vedere che grattacielo verrà, è veramente un edificio molto bello.

Qualificazioni Euro 2012: la Francia perde ancora, spettacolare 4-4 in Portogallo

Allenatore nuovo, vita vecchia. Noi italiani ci lamentiamo perché con Prandelli la musica non è cambiata, ma almeno vinciamo. E allora cosa dovrebbero dire in Francia? Fuori Domenech, dentro Blanc, ma alla prima gara ufficiale del nuovo tecnico è ancora sconfitta. Solo che stavolta non arriva contro una squadra in un Mondiale, ma lo 0-1 subìto tra le mura amiche arriva da una nazionale che il Mondiale l’ha sempre visto solo in tv, la Bielorussia. Ci si attendeva una Francia che faceva la partita, ed invece i transalpini si vedono solo a folate. La piccola nazionale dell’Est Europa invece si chiude, è ordinata, sa aspettare e, a 4 minuti dalla fine, colpisce con Kislyak per ottenere i 3 punti che alla vigilia proprio non si aspettava.

Per sua fortuna gli avversari più temibili del girone, i rumeni, pareggiano in casa contro l’Albania, e così in vetta al girone va la Bosnia Herzegovina che grazie al solito Dzeko (e non solo) supera fuori casa il Lussemburgo. Ma lo spettacolo vero e proprio arriva nel girone H, dove Portogallo e Cipro pareggiano per 4-4. Aprono i ciprioti con un gol dopo 3 minuti, e si capisce subito che le emozioni non mancheranno. Pari di Almeida all’ottavo minuto, gol ancora dei ciprioti e pareggio dei padroni di casa. Siamo 2-2 e non è passata nemmeno mezz’ora. La ripresa è identica al primo tempo, solo che stavolta sono i portoghesi ad andare in vantaggio per due volte, fino alla rete definitiva del pareggio arrivata all’89’ per mano di Avraam.

Prandelli: vittoria meritata

Cesare Prandelli ci tiene da sempre a conciliare bel gioco e risultati, ma a questo punto della stagione è bene accontentarsi del solo risultato e rimandare a giorni migliori l’elemento-spettacolo.

Qualificazioni Euro 2012: Estonia-Italia 1-2

Estonia – Italia 1-2

Finalmente Italia! Dopo quattro pareggi e tre sconfitte, arriva la prima vittoria azzurra in questo 2010, nonché la prima di Cesare Prandelli alla guida della nazionale. Lo sparring partner era l’Estonia, nella prima gara di qualificazione agli Europei del 2012. Un’avversaria facile da superare sulla carta, ma non così sprovveduta sul rettangolo verde ed aiutata dalla scarsa vena della comitiva azzurra, bella da vedere ma non incisiva come ci si sarebbe aspettati.

E così capita che l’Italia mostri buone trame di gioco per la prima mezz’ora del primo tempo, con passaggi e scambi precisi, senza però creare particolari preoccupazioni al portiere avversario. Le azioni da gol in questa fase sono quasi nulle, se si esclude un tiraccio di Vassiljev ed un tentativo di Pazzini. Al 25′ invece arriva il gol dei padroni di casa, che sfruttano un calcio di punizione respinto da Sirigu e ribattuto in rete da Zenjov.

Allenatori contro la tecnologia tranne uno: il solito Mourinho

Ieri si è tenuta a Nyon, nella sede dell’Uefa, una storica riunione tra gli allenatori delle squadre che disputano la Champions League per trovare le soluzioni e le nuove regole per il calcio del futuro. In discussione principalmente c’erano due punti: la tecnologia e la nuova proposta della Fifa di eliminare i gol doppi fuori casa, ma entrambe le novità sono state bocciate.

In particolare, per quanto riguarda replay e moviola in campo, il no è stato quasi unanime, con il plauso invece all’iniziativa di mettere degli arbitri di porta in tutte le competizioni. Su questo punto l’accordo è stato quasi totale, con il solo Mourinho che si è detto favorevole all’ingresso della tecnologia nel calcio, ma solo per valutare i gol fantasma.

Mexes fa tremare la Roma: “forse non rinnovo”

Sembrava tutto troppo bello per essere vero. Prima Borriello che rifiuta la Juve per andare alla Roma, poi i pronostici che accostano i giallorossi all’Inter e al Milan nella lotta-scudetto. E questo dopo che si è ritrovata un po’ di solidità economica. Ma siccome non tutte le ciambelle riescono con il buco, ecco che a rovinare l’atmosfera ci si mette Philippe Mexes, il quale corre il rischio di fare l’unica cosa che la Roma non può permettersi: andarsene a parametro zero.

Lo scorso anno il francese, che ha appena riguadagnato la nazionale, era rimasto fuori dall’11 titolare dopo l’arrivo di Burdisso. Quest’anno sembrava dovesse essere inamovibile, ma l’arrivo dell’argentino negli ultimi giorni di mercato gli ha scombinato i piani, tanto da fargli pensare seriamente di lasciar scadere il suo contratto.

Allegri: Robinho è un regalo

Qualche tempo fa sperava di convincere la società ad acquistare un buon centrocampista ed invece si è ritrovato tra le mani due attaccanti di razza, capaci da soli di fare la differenza e di riportare il Milan (almeno sulla carta) tra le candidate allo scudetto. Massimiliano Allegri non può che incarnare il proprio nome e dirsi felice per gli ultimi colpi del mercato rossonero, che in un paio di giorni hanno portato a Milano Ibrahimovic e Robinho. E se lo svedese era nella lista delle speranze del nuovo tecnico rossonero, Robinho arriva come la manna dal cielo, perché l’ex allenatore del Cagliari non si aspettava tanta grazia in un colpo solo:

Sono felicissimo per l’arrivo di Ibrahimovic, un grande giocatore. Non mi aspettavo un rinforzo supplementare del calibro di Robinho: si tratta di un bel regalo del presidente Berlusconi che ringrazio di cuore.

Juventus, scordati Dzeko: Diego spara a zero contro la dirigenza

Alla fine dei conti la cessione di Diego pare essere una delle tante mosse sbagliate dalla dirigenza bianconera. Marotta si è mosso piuttosto bene dall’inizio del mercato fino all’ultima settimana, ma dalla cessione del brasiliano in poi ha preso un granchio dopo l’altro. Ed il primo a lamentarsi è proprio Diego che ha ammesso di avere un bel rapporto con Delneri, ma che a causa di Marotta tutto è stato rovinato:

Dopo il Trofeo Tim ho avuto un colloquio a tre con Marotta e Del Neri. Il mister mi aveva detto che puntava forte su di me, che la squadra avrebbe giocato in avanti con una punta e me alle spalle, l’unico che poteva offrirgli un po’ di qualità. Marotta non diceva nulla, sapevo benissimo che sotto sotto stava lavorando con l’obiettivo di cedermi. Mi disse solamente “se il mister la pensa così, da Torino non ti muovi”. Pochi giorni dopo, poche ore prima del mio trasferimento, Del Neri non ha più avuto il coraggio di parlarmi, mi disse solamente di andare a parlare con Marotta.