Prandelli coccola Cassano

di Redazione Commenta

La prima è andata ed i tre punti sono stati portati a casa, pur non giocando a memoria, pur soffrendo eccessivamente la modesta Estonia, che avrebbe potuto costringere Prandelli alla prima magra figura sulla panca dell’Italia. Il mister lo sa, ma non si piange addosso e cerca invece di guardare al futuro, a come potrebbe diventare la nazionale di qui a qualche mese:

Questa Nazionale può dare molto ma molto di più. L’ho sempre detto, ci vuole pazienza. E’ come quando qualcuno vuole costruire un grattacielo: scava le fondamenta e trova subito difficoltà. Il calcio italiano ha molta più qualità di quello che ora noi immaginiamo. Ma stiamo appena alle fondamenta, abbiamo cominciato a capire come dobbiamo giocare. E se riusciamo a vedere che grattacielo verrà, è veramente un edificio molto bello.

E’ il momento di rivisitare la gara di ieri sera:

Anche dopo il primo tempo ero convinto che la partita si poteva vincere. L’episodio del gol dell’Estonia poteva condizionare tutto e riportare a galla vecchi problemi, ma abbiamo insistito a cercare il gioco e abbiamo avuto ragione. La Nazionale non vinceva da un anno, molti giocatori hanno partecipato a quelle 7 partite, abbiamo preso gol e alcuni fantasmi erano riapparsi perché la mente andava a qualcosa di negativo. E’ stato bello l’abbraccio a fine partita che ha coinvolto tutti, segno che stiamo diventando una squadra.

Un pensiero speciale va ad Antonio Cassano, autore di un gol e di un assist e sempre più leader della nazionale targata Cesare Prandelli:

Ho ritrovato un Cassano maturato: il matrimonio con Carolina gli ha dato serenità, ma è anche cresciuto come giocatore. Quando vedi che un giocatore arriva per primo nello spogliatoio, e se parli di situazioni tattiche che di solito non prendono e invece è lui a proportele, capisci che come giocatore è cresciuto, è diverso. Un episodio mi ha fatto capire: parlavamo di calcio e di campionato, e lui lo faceva in modo diverso da quando eravamo alla Roma. Prima per lui il calcio era solo fantasia e genialità. Ora si sente responsabilizzato.

Speriamo che duri almeno fino ad Euro 2012.

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