Serie B 42a giornata: Torino, addio play off; il Padova sbanca l’Olimpico. Play out: AlbinoLeffe-Piacenza

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Albinoleffe-Siena 1-0: 39′ st Grossi (A)
Ascoli-Triestina 3-0: 23′ pt e 4′ st Feczesin (A), 36′ pt Moretti (A)
Cittadella-Pescara 3-2: 24′ pt rig. e 29′ pt Piovaccari (C), 26′ Giacomini (P), 34′ pt Di Roberto (C), 47′ st Verratti (P)
Grosseto-Atalanta 1-1: 44′ pt Tiribocchi (A), 38 st Caridi (G)
Sassuolo-Reggina 3-2: 20′ pt Montiel (R), 38′ pt Consolini (S), 46′ pt e 20′ st Martinetti (S), 36′ st Viola (R)
Torino-Padova 0-2: 43′ pt Cuffa (P), 35′ st Di Paula (P)
Varese-Piacenza 1-0: 47′ st Nadarevic (P) 
Livorno-Frosinone 2-1: 15′ st rig. Danilevicius (L), 25′ st Celerino (L), 41′ st Tacchio (F)
Novara-Modena 2-3: 3′ pt e 30′ st Mazzarani (M), 31′ pt Pinardi (N), 28′ st Coubronne (N),  38′ st Greco (M)
Portogruaro-Crotone 2-2: 11′ pt Gerardi (P), 16′ pt Matute (C),  16′ st Altinier (P), 20′ Cutolo (C)
Vicenza-Empoli 1-1: 29′ pt Abbruscato (V), 45′ pt Brugman (E)

Coppa Italia, Inter e Palermo a caccia del titolo

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Ancora qualche ora di attesa prima che vado in scena l’ultimo atto stagionale del calcio nostrano, con l’attesissima finale di Coppa Italia tra Inter e Palermo. Gli occhi sono ancora puntati sulle magie di Messi, sul Barcellona campione d’Europa e su Abidal che solleva la Champions League, e sarà dura scendere sulla terra ed accontentarsi del calcio “umano” che ci verrà proposto (con tutto il rispetto per le pretendenti al titolo).

Ma Inter-Palermo è comunque una gara da seguire dal primo all’ultimo minuto e piena di spunti interessanti per l’una e per l’altra compagine. Il Palermo torna a giocarsi una finale dopo 32 anni e spera di mettere in bacheca il primo trofeo della sua storia, al termine di una stagione travagliata. L’Inter di coppe nazionali ne ha già sei in bacheca ed è alla sua sesta finalissima in sette anni, ma vuole conquistare il suo terzo trofeo stagionale (dopo Supercoppa Italiana e Mondiale per Club) e regalare a Leonardo la prima coppa da allenatore nerazzurro.

Milan: la mezz’ala potrebbe essere Schweinsteiger

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Il calciomercato del Milan ancora non è decollato visto che finora si è parlato solo di rinnovi e prestiti, ma qualcosa si comincia a muovere. Purtroppo per i tifosi rossoneri però, si tratta solo di depennamenti, cioè di calciatori finiti sulla lista di Galliani ma che, uno dopo l’altro, vengono cancellati.

L’ultimo della lista è Marek Hamsik, il Napoli se lo tiene stretto, e la promessa elettorale di Berlusconi, che ha giurato che il Milan non lo ingaggerà, permette allo slovacco di disputare la Champions League con il suo Napoli. Difficile arrivare anche ad Asamoah, visto che Inler e Sanchez lasceranno sicuramente l’Udinese, la quale otterrà già i fondi sufficienti a costruire una nuova squadra buona per la Champions.

Juventus, rivoluzione a centrocampo: rischia uno tra Marchisio e Aquilani

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Dire che Marotta è scatenato in questi giorni è dire poco. Dopo essersi assicurato Pirlo e praticamente anche Pazienza (entrambi a parametro zero), è vicinissimo anche ad Inler dell’Udinese. Sicuramente un nuovo centrocampista arriverà, visto che c’è già pronta l’alternativa Lassana Diarra. E l’arrivo di tre centrocampisti centrali in una squadra il cui modulo ne prevede appena due, sicuramente ne spingerà fuori qualcun’altro.

Uno sicuramente sarà scelto tra Felipe Melo e Sissoko. I bianconeri preferirebbero cedere il maliano che più volte ha manifestato la sua insofferenza per la panchina, ma praticamente entrambi hanno il cartello “vendesi” attaccato al collo, ed il primo che riceve una buona offerta parte, mentre l’altro resta. Chi rimane in bilico è la coppia Marchisio-Aquilani.

Barcellona campione d’Europa, le immagini della festa

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Due Champions League in tre anni ed entrambe conquistate contro il Manchester United. Da Roma a Londra, dallo Stadio Olimpico a Wembley la musica non cambia ed è sempre il Barcellona a salire sul tetto d’Europa ed a dimostrare di essere la squadra da battere.

Pedro, Messi e Villa hanno messo scritto il proprio nome sulla conquista della coppa dalle grandi orecchie, ma quella di ieri sera è la vittoria di tutti, di una squadra che gioca sempre per vincere, che non arretra di un metro per difendere il vantaggio e che vive per regalare spettacolo ai propri tifosi. Ed i supporters blaugrana hanno di che essere soddisfatti, perché il Barça ammirato ieri sera è davvero la squadra da battere, la compagine più forte della scena internazionale, come ha ammesso il Manchester in coro alla termine della finale.

Manchester in coro: Barcellona troppo forte

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E’ calato il sipario sulla Champions League 2010-’11 con il Barcellona che solleva ancora una volta la coppa in faccia al Manchester United, al termine di una gara quasi a senso unico. I Red Devils sono partiti a testa bassa, quasi volessero spaventare i blaugrana che – sornioni – attendevano il momento giusto per colpire.

Dopo il vantaggio firmato dalla coppia Xavi-Pedro i rossi di Ferguson sembravano rientrare in partita con la rete di Rooney, ma per chi guardava la partita in tv era palese la superiorità degli uomini di Guardiola per gran parte della gara. Una superiorità netta, riconosciuta dal Manchester tutto, a cominciare dal condottiero Ferguson:

Mi sarei aspettato di meglio dalla mia squadra, ma alla fine dei conti dobbiamo ammettere di essere stati battuti da una squadra più forte. Il Barcellona è la squadra più forte che abbiamo mai affrontato. Se perdi con il Barcellona non ti devi vergognare. Abbiamo dimostrato di essere una buona squadra a livello europeo. Ma prima o poi si trova sempre qualcuno che è migliore di te. È quello che ci è accaduto stasera. Quando fanno possesso palla non capisci più niente.

Barcellona – Manchester United 3-1: fotogallery

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Ha vinto la squadra più forte, ha vinto la squadra che ha giocato meglio, ha vinto la squadra che ha dimostrato di aver ancora fame di vittorie, nonostante l’indigestione di trofei degli ultimi anni. Il Barcellona è sul tetto d’Europa per la quarta volta nella sua storia, la seconda in tre anni, confermandosi la migliore squadra in questo periodo storico. Il Manchester United se ne torna a casa sconfitto, per la seconda volta in tre anni e sempre con il medesimo scarto di reti.

A Roma nel 2009 fu un secco 2-0, ma allora la squadra di Ferguson sembrava poter contrastare l’avversario. Sotto il cielo di Wembley finisce invece 3-1 e stavolta i Red Devilds si sono arresi ancor prima di scendere in campo, di fronte ad una compagine dimostratasi superiore per quasi tutta la gara.

Finale Champions League: Barcellona – Manchester United 3-1

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Finale della Uefa Champions League edizione 2010/2011
Stadio Wembley, Londra:
Barcellona-Manchester United 3-1
Reti:
27′ pt Pedro (B), 34′ pt Rooney (M), 9′ st Messi (B), 24′ st Villa (B)

Formazioni di partenza
Barcellona (4-3-3): Valdes, Dani Alves, Mascherano, Piqué, Abidal, Xavi, Busquets, Iniesta, Pedro, Messi, Villa. All. Guardiola.
Manchester United (4-4-2): Van der Sar, Fabio, Ferdinand, Vidic, Evra, Valencia, Carrick, Giggs, Park, Rooney, Hernandez. All. Ferguson.

Vincitore della Champions League 2010/2011: BARCELLONA

Barcellona – Manchester United 3-1

Gli occhi del mondo sono una miriade di pupille che, in ogni angolo del pianeta, mettono a fuoco le immagini proiettate dallo schermo. I fortunati, tifosissimi di Barcellona e Manchester United ma anche amanti dello sport, hanno certo avuto il piacere di seguire le gesta delle due migliori squadre europee della stagione che sta per volgere al termine osservando i ventidue in diretta. Stadio Wembley, oltre 90 mila spettatori hanno invaso Londra per dare il là a una festa colorata di rosso, bianco e blu. I colori che contraddistinguono blaugrana e Red Devils. Il viaggio degli spagnoli, evidentemente più lungo se è vero che la tratta Manchester-Londra la si copre in una manciata di tempo, non poteva non richiamare alla memoria l’esodo in massa che, lo scorso anno, vide protagonisti i supporters interisti in procinto di raggiungere Madrid. Avrebbero, nella circostanza, trovato gloria indelebile. A distanza di un anno, il calcio italiano è rimasto a guardare per evidenti demeriti che il campo ha palesato in tutta la sua oggettività. Non c’è il tricolore, nella finale di Champions, con l’auspicio che la pausa coincida con un momento di  purgatorio da archiviare al più presto.

Non ci sono Totti e Del Piero, mancano Milan e Inter ma quella tra Barcellona e Manchester United è una partita che sa incantare a prescindere. Perchè mette uno di fronte all’altro i due tecnici – Guardiola da una parte e Ferguson dall’altra – in grado di scrivere la storia più e meno recente del calcio come nessun altro collega; perchè pone – uno di qua e l’altro di là – nelle rispettive aree di competenza due baby fenomeni che sono baby solo per l’anagrafica ma hanno saputo già essere fenomeni come pochi altri. Leo Messi e Wayne Rooney, in carriera, hanno già vinto tutto: li differenzia il palmares individuale, visto che solo l’argentino a finora vinto il Pallone d’Oro – due di fila – e pare destinato, nel corso degli anni, a fare incetta di trofei; li accomuna, oltre alla qualità tecnica, la circostanza particolare per cui ancora nessuno tra i due ha potuto trionfare con la rispettiva nazionale di calcio. Essenso giovani e belli, come gli eroi di Guccini, hanno evidentemente tempo a disposizione per riuscire anche in quell’opera.

Real Madrid: Assalto a Eto’o se non arriva Aguero?

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Sergio Aguero non andrà al Real Madrid. Se date ascolto a Miguel Angel Gil Marin, l’amministratore delegato dell’Atletico Madrid:

Non c’è da discutere. Non negozieremo con il Real Madrid ed il Real Madrid ci ha dato la sua parola che non tenterà alcun approccio ostile. Sergio può andare in qualsiasi altra squadra che pagherà il montante della sua clausola rescissoria, ma non al Real Madrid.

Il dirigente dei Colchoneros avrebbe ricevuto assicurazioni in questo senso dal presidente del Real:

Florentino mi ha assicurato che non condurrà alcuna operazione ostile finché saremo alla testa dell’Atletico. Non vogliamo negoziare con loro. Aguero non andrà al Real né quest’anno, né i prossimi. E’ impossibile che Aguero finisca al Real Madrid. non è un problema di soldi, ma di principi.