Italia-Ungheria 3-2: il Grande Torino si veste d’azzurro!

In una lista di partite storiche che si rispetti non può mancare la memorabile Italia-Ungheria dell’11 maggio 1947. So che è molto in là nel tempo e la gran parte di noi ne ha avuto notizia solo leggendo riviste d’epoca o ascoltando i racconti di genitori e nonni, ma una formazione che vanta un così gran numero di calciatori, provenienti dalla stessa squadra di club, merita un capitolo in questa rubrica.

Stiamo parlando del Grande Torino che furoreggiava nella seconda metà degli anni quaranta. La nazionale in quel periodo era affidata alle sapienti mani di Pozzo, che aveva il compito non facile di “ricostruire l’Italia” dopo la pausa internazionale dovuta al grande conflitto. In quegli anni non era inusuale che le nazionali si fondassero sui blocchi delle squadre dei club che più vincevano nei rispettivi paesi, ed era abbastanza comune trovare quattro-cinque giocatori appartenenti alla stessa squadra.

Ma quello che riuscì a fare Pozzo in quel giorno di tarda primavera del ’47 ha qualcosa di incredibile, consegnato alla storia come la “Nazionale del Torino”.


Già in precedenza il ct aveva tentato la strada del blocco granata, inserendo 9 torinisti su 11 in maglia azzurra, ma quel giorno volle esagerare, mandandone in campo addirittura 10! la critica precedentemente si era scagliata contro le soluzioni offerte da Pozzo, ritenendo che le altre squadre italiane avessero tutto il diritto di sentirsi offese per le scelte del mister. Inoltre in questo modo il Torino era costretto a lavorare anche quando gli altri riposavano.

Ma Pozzo faceva spallucce e continuava per la sua strada, convinto che, se il Toro era la squadra più forte d’Italia, era giusto che i suoi giocatori indossassero la maglia azzurra. E così l’11 maggio del 1947 i granata cambiarono maglia e scesero in campo contro l’Ungheria, con un unico estraneo, il mitico Sentimenti IV portiere della Juventus. Dal 2 all’11: Ballarin, Maroso, Grezar, Rigamonti, Castigliano, Menti II, Loik, Gabetto, Mazzola, Ferraris II. Incredibile!

La partita però fu storica solo per la particolarità della formazione azzurra,visto che in campo il Grande Torino si trasformò nella Piccola Italia, permettendo agli ungheresi di metterci in grossa difficoltà. Il gol di Gabetto su passaggio di Mazzola fece esplodere lo stadio torinese (già, si giocava proprio a Torino) ed il primo tempo si concluse con il vantaggio dell’Italia. Nella ripresa però il pareggio di Szusza cominciò a creare malcontento tra la critica, che sin dall’inizio aveva sconsigliato Pozzo sulla scelta di una simile formazione. E nemmeno il secondo gol del solito Gabetto fece sorridere più tanto, visto il pronto pareggio di Puskas su rigore sei minuti dopo.

A quel punto la gara sembrava conclusa e lo stadio cominciava a svuotarsi, ma Loik inventò il tiro della vittoria con la palla che carambolava su entrambi i pali prima di insaccarsi in rete. Era l’ottantanovesimo e la Nazionale-Torino batteva l’Ungheria per 3-2, entrando di diritto tra le partite storiche.

Oggi sarebbe improponibile ed è già un miracolo se nella rosa di una grande squadra di serie A si riescono a contare 10 italiani. Figuriamoci poi 10 italiani titolari!

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