Storia degli Europei: Jugoslavia 1976

di Redazione 1

Nel calcio non sempre vince chi è favorito e l’Europeo del 1976 ne è la dimostrazione più lampante. Proclami di vittoria alla vigilia, con la Germania che si presentava da campione uscente e, soprattutto, forte della conquista del titolo di Campione del Mondo del ’74.

In Europa nessuna squadra poteva contrastare il dominio tedesco, nonostante l’ascesa costante di giovani formazioni, che si presentavano ai nastri di partenza completamente rinnovate. Tra queste, l’Italia, uscita malconcia dall’Europeo del Belgio e in cerca di riscatto immediato.

Sulla panchina azzurra Fulvio Bernardini, nominato commissario unico di tutte le nazionali, anche se coadiuvato da Enzo Bearzot per l’Under 23 e da Azeglio Vicini per l’Under 21. Il girone di qualificazione si rivelò più ostico del previsto e, nonostante la presenza di due formazioni abbordabili come Polonia e Finlandia, l’Italia non riuscì ad esprimere completamente il suo valore. Il sogno azzurro finì dunque prima di cominciare e fu l’Olanda a qualificarsi per i quarti.


A sorpresa nemmeno l’Inghilterra riuscì a vincere il proprio girone e ai quarti di finale approdarono squadre come la Cecoslovacchia, la Jugoslavia ed il Galles che godevano di poca considerazione ad inizio torneo. Quasi scontati i risultati in questa fase, con la sola eccezione della Cecoslovacchia che eliminò l’Urss e andò ad aggiungersi a Germania Ovest, Olanda e Jugoslavia che superarono agevolmente il turno.

A questo punto sembrava scontato che in finale arrivassero tedeschi ed olandesi, già protagonisti dell’ultimo capitolo del mondiale di due anni prima. ma, come detto all’inizio, non sempre vincono i favoriti e gli orange furono costretti a subire la sconfitta da parte dei meno quotati avversari. 3-1 il risultato al termine di una gara estenuante risolta solo dopo i tempi supplementari. Nell’altra semifinale i tedeschi soffrirono più del previsto contro gli slavi padroni di casa che riuscivano a trascinare la gara fino al 120 minuto.

Il 20 giugno del 1976 si arrivò dunque alla finalissima di Belgrado davanti ad un pubblico non troppo numeroso, anche a causa delle pessime condizioni del tempo. La convinzione generale era che la Cecoslovacchia non potesse indovinare il terzo miracolo di fila e la Germania sembrava destinata ad entrare nella storia, concludendo un ciclo formidabile di vittorie. Ma dopo solo 25 minuti i tedeschi erano già sotto di due gol e dovevano ringraziare solo il bomber Dieter Müller se la partita si trascinò fino ai supplementari.

Il terreno pesante condizionò non poco la gara da quel momento in poi ed al fischio finale il risultato restò fissato sul 2-2. Ripetizione della gara? Stavolta no. Per la prima volta nella storia della manifestazione a decidere furono i calci di rigore.

Tutti a segno i primi quattro rigoristi della Cecoslovacchia, così come i primi tre per la Germania. Toccò poi a Hoeness, uno specialista nel genere, ma la stanchezza gli fece perdere la lucidità necessaria ed il pallone finì oltre la traversa. Il tiro decisivo fu affidato a Panenka, che beffò il portiere avversario con un irridente pallonetto. Cecoslovacchia sul tetto d’Europa, contro ogni più rosea previsione. E per una volta ancora il calcio era riuscito a stupire!

Commenti (1)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>