Champions League, Barcellona e Manchester United in semifinale

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Ritorno dei quarti di finale di Champions League

Stadio Old Trafford, Manchester:
Manchester United-Chelsea 2-1
Reti:
46’ pt Hernandez (M), 31′ st Drogba (C), 33′ st Park (M)
Andata: Chelsea-Manchester United 0-1
In semifinale: MANCHESTER UNITED
Contro la vincente di Schalke 04-Inter

Stadio Donbass Arena, Donetsk :
Shakthar Donetsk-Barcellona 0-1
Rete:
42’ pt Messi (B)
Andata: Barcellona-Shakthar Donetsk 5-1
In semifinale: BARCELLONA
Contro la vincente di Tottenham-Real Madrid

Manchester United-Chelsea 2-1

La differenza sta tutta in attacco: da una parte, infatti, l’affidabilità di Wayne Rooney e dei colleghi di reparto è una garanzia su cui sir Alex Ferguson può sempre fare affidamento; dall’altra, il digiuno di fior di campioni (Anelka, Torres, per Drogba l’attenuante di essere partito dalla panchina) coincide con il periodo nero dei Blues allenati da Carlo Ancelotti. Nella sfida di ritorno disputata all’Old Trafford, il Chelsea avrebbe dovuto impostare ritmo e gioco per ribaltare lo svantaggio della partita casalinga ma nei primi 45′ i padroni di casa non faticano a contenere la manovra avversaria.

Barcellona – Shakhtar Donetsk 5-1: video

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Il meraviglioso Shakhtar di Lucescu che aveva umiliato la Roma sia in casa che lontano dalle mura amiche si scioglie come ghiaccio di fronte alla forza ed all’organizzazione del Barcellona. Stavolta Messi non scrive il proprio nome nel tabellino dei marcatori, ma nell’occasione non c’era bisogno della sigla della Pulce, visto che a suggellare il successo dei blaugrana ci pensano giocatori meno abituati all’esultanza personale.

Iniesta e Dani Alves portano i padroni di casa all’intervallo con un vantaggio di due reti, mentre nella ripresa Piqué mette la firma sul poker. Rakitskiy rinnova le speranze degli ucraini, ma la desolazione arriva un minuto più tardi in virtù della rete siglata da Piqué, prima che Xavi completi la goleada. 5-1 il risultato sul tabellone luminoso, con gli uomini di Guardiola già sicuri dell’accesso in semifinale, dove troveranno i “cugini” del Real (a meno di capovolgimenti miracolosi). A seguire il video della gara.

Champions League andata quarti di finale: Barcellona-Shakthar 5-1, Chelsea Manchester Utd 0-1

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Andata dei quarti di finale di Champions League.

Stadio Stamford Bridge, Londra:
Chelsea-Manchester United 0-1
Rete:
24’ pt Rooney (M)

Stadio Camp Nou, Barcellona:
Barcellona-Shakthar Donetsk 5-1
Reti:
2’ pt Iniesta (B), 34’ pt Dani Alves (B), 8′ st Piquet (B), 14′ st Rakitskiy (S), 15′ st Keita (B), 40′ st Xavi (B)

Chelsea-Manchester United 0-1

Il derby tutto britannico tra Chelsea e Manchester United si annuncia sfida da vivere fino all’ultimo minuto utile ma già garantisce all’Inghilterra una certezza invidiata dall’Italia intera: gli inglesi, infatti, hanno la sicurezza di un posto in semifinale. Potevano essere due, ma la disfatta esterna del Tottenham – battuto dal Real Madrid di Josè Mourinho con un netto 4-0 – preclude di fatto agli Spurs buona parte delle speranze di passare il turno. Blues conto Red Devils, ovvero sfida in grado di offrire vagonate di spunti. Tattici, tecnici, statistici.

Avessimo a disposizione una sola foto per dirlo, tuttavia, sceglieremmo quella che immortala Carlo Ancelotti al fianco di un allenatore da rispettare a prescindere. Sir Alex Ferguson, l’intramontabile. Il primo non più in corsa per il titolo in campionato e – da mesi a questa parte – perennemente in bilico; il secondo sempiterno e intoccabile: sarà solo lui, quando verrà il momento, a scegliere di smettere. Lo stadio Stamford Bridge mette i brividi per quanto è colmo, festante, in grado di trasmettere l’ansia che si respira identica. Anche da quaggiù, anche davanti a uno schermo.

Champions League ottavi ritorno: Shakhtar Donetsk – Roma 3-0

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Gara di ritorno degli ottavi di finale di Champions League.
Stadio Donbass Arena, Donetsk:
Shakhtar Donetsk-Roma 3-0
Reti:
18′ pt Hubschmann (S), 13′ st Willian (S), 42′ st Eduardo (S)

Andata: 2-3
Qualificato ai quarti di finale: Shakhtar Donetsk

Serviva l’impresa e, per dirla alla Totò, è arrivata una ciofeca di cui l’undici giallorosso è colpevolmente protagonista. La Roma saluta la Champions League archiviando la competizione europea con una prestazione da dimenticare: di fronte allo Shakthar, i capitolini, non hanno che da inchinarsi e riconoscere sportivamente una superiorità che il campo – nel corso di 180’ – ha reso evidente. Si qualifica ai quarti chi ha meritato di passare il turno. Vincenzo Montella era chiamato al miracolo: l’ambiente pareva galvanizzato in seguito ai tre risultati utili consecutivi inanellati con il nuovo corso griffato dall’Aeroplanino, invece l’assenza dell’entusiasmo poi prontamente ritrovato (con le dimissioni di Ranieri) non era in realtà causa principale della malattia. Semmai, diciamo adesso, si parli di rosa ampiamente sopravvalutata.

Con andamento cronologico. A Donetsk il termometro nell’immediato pre-partita segnava –10 gradi centigradi: nel freddo glaciale cui gli uomini di casa sono abituati, Mircea Lucescu sceglie lo stesso modulo degli ospiti: due speculari 4-2-3-1 con Luiz Adriano terminale offensivo dei locali e – sorpresa dell’ultim’ora perché tutti accreditavano Totti punta fissa – Borriello ultimo uomo della manovra capitolina. Diga De Rossi-Pizarro a protezione della difesa. Il 2-3 dell’andata obbligava Doni e compagni a vincere con due reti di scarto o a trovare un successo di misura con almeno quattro reti all’attivo. Roba che dirlo a risultato acquisito fa soltanto sorridere.

Champions League ottavi andata: Roma – Shakthar Donetsk 2-3

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Andata degli ottavi di finale di Champions League.
Stadio Olimpico, Roma:
Roma–Shakthar Donetsk 2-3
Reti:
28’ pt Perrotta (R), 29’ pt Jadson (S), 35’ pt Douglas Costa (S), 42’ pt Adriano (S), 16’ st Menez (R)

In alcuni frangenti si è pensato che si potesse riproporre il miracolo accaduto nella sfida della fase a gironi contro il Bayern Monaco. Ma i miracoli, se tali sono, lo sono anche perchè accadono una volta. Poi, nulla più. E infatti, la speranza si è rivelata una mera illusione. Al triplice fischio – in realtà anche qualche minuto prima- ci si è disillusi. Non era cominciata male: i giallorossi, incerottati metaforicamente per un morale a pezzi, dovevano rinunciare al solo Julio Sergio per infortunio alla caviglia. In campo Doni, per il resto Claudio Ranieri sceglie di affidarsi ai più esperti dopo aver tentato, nei giorni precedenti, di ricompattare un ambiente per nulla integro sul piano psicologico. Totti, Perrotta, Mexes, De Rossi, Taddei, Vucinic: ci sono tutti.

Il testaccino sceglie il tridente – affiancando al capitano e al montenegrino anche Menez – e conferma la difesa a quattro rinunciando a Juan. Di fronte lo Shakthar di una vecchia conoscenza del calcio italiano: Mircea Lucescu. Squadra materasso, si era detto in fase di sorteggio. S’è visto, verrebbe da dire: come tutt’altro che vittima designata era parsa già nella serata di ieri il Tottenham in grado di espugnare il San Siro rossonero. Che sia ancora manifesta l’inferiorità delle italiane rispetto al resto del mondo? L’augurio è che l’Inter, tra una settimana, possa smentirci ancora.