Champions League ottavi andata: Roma – Shakthar Donetsk 2-3

di Redazione 1

Foto: AP/LaPresse

Andata degli ottavi di finale di Champions League.
Stadio Olimpico, Roma:
Roma–Shakthar Donetsk 2-3
Reti:
28’ pt Perrotta (R), 29’ pt Jadson (S), 35’ pt Douglas Costa (S), 42’ pt Adriano (S), 16’ st Menez (R)

In alcuni frangenti si è pensato che si potesse riproporre il miracolo accaduto nella sfida della fase a gironi contro il Bayern Monaco. Ma i miracoli, se tali sono, lo sono anche perchè accadono una volta. Poi, nulla più. E infatti, la speranza si è rivelata una mera illusione. Al triplice fischio – in realtà anche qualche minuto prima- ci si è disillusi. Non era cominciata male: i giallorossi, incerottati metaforicamente per un morale a pezzi, dovevano rinunciare al solo Julio Sergio per infortunio alla caviglia. In campo Doni, per il resto Claudio Ranieri sceglie di affidarsi ai più esperti dopo aver tentato, nei giorni precedenti, di ricompattare un ambiente per nulla integro sul piano psicologico. Totti, Perrotta, Mexes, De Rossi, Taddei, Vucinic: ci sono tutti.

Il testaccino sceglie il tridente – affiancando al capitano e al montenegrino anche Menez – e conferma la difesa a quattro rinunciando a Juan. Di fronte lo Shakthar di una vecchia conoscenza del calcio italiano: Mircea Lucescu. Squadra materasso, si era detto in fase di sorteggio. S’è visto, verrebbe da dire: come tutt’altro che vittima designata era parsa già nella serata di ieri il Tottenham in grado di espugnare il San Siro rossonero. Che sia ancora manifesta l’inferiorità delle italiane rispetto al resto del mondo? L’augurio è che l’Inter, tra una settimana, possa smentirci ancora.

E’ iniziata a meraviglia, si diceva. Non già per un gioco spumeggiante – che i capitolini, da tempo, non lo sanno più produrre – quanto piuttosto perchè al primo vero affondo la Roma si è portata in vantaggio: da De Rossi a Taddei con il brasiliano che crossa per Perrotta. Sembra, d’improvviso,  il Simone vecchio stampo: quello che si inseriva e trasformava ogni pallone in oro. Arrivato il vantaggio, è tracollo. Col gol realizzato, si affacciano anche tutti i problemi di tenuta della formazione di casa. Che, infatti, va in tilt. Appena un minuto dopo, lo Shakthar pareggia: confusione locale in fase di contenimento, la ripartenza ospite è micidiale. Da Willian a Jadson, destro con pallone deviato da De Rossi e Doni può solo guardare la palla mentre si insacca sotto la traversa.

Le difficoltà maggiori sono di Riise, che pare lontano dalla migliore condizione: il raddoppio degli ucraini giunge al 35′, azione di contropiede con Douglas Costa che attacca sul centrodestra, converge e conclude con un interno sinistro. Doni nuovamente battuto. Mazzata a 2′ dall’intervallo: scivolone di Riise che consente a Douglas Costa di sgusciare e servire a Luiz Adriano un pallone che va solo spinto in rete: 10 metri, controllo, destro e rete. Nella ripresa, mossa obbligata per il tecnico giallorosso: fuori un disastroso Riise, dentro Castellini. E’ Roma volenterosa ma gli ospiti surclassano sotto il profilo atletico e tattico. Buon per i locali che una prodezza di Menez – capace di prendere palla appena dopo il centrocampo e fare tutto da solo – accorci il punteggio e renda meno improba – anche se lo è, eccome – la gara di ritorno. A conti fatti, una seria ipoteca, gli uomini di Lucescu, l’hanno piazzata. Servirà, al ritorno, un miracolo. Ma quelli, si sa, riescono una, massimo due volte. La verità è che se Ranieri sta ancora lì è solo perchè le vicisssitudini societarie costringono a essere doppiamente cauti e frenati.  Non è un modo per addossare le responsabilità al tecnico, mancherebbe altro: ma arrivati a questo punto – campionato perduto e Champions in serio rischio – uno scossone pare necessario. Che lo sappia provocare un americano di nome DiBenedetto?

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