
E’ in Italia da diversi mesi, ma forse solo in questi giorni si è reso conto di cosa significhi essere l’allenatore della squadra prima in classifica, quella che negli ultimi anni, per un motivo o per l’altro, ha finito per prendere il posto della Juventus, diventando la più odiata d’Italia.
Eh già, caro Mourinho, i primati si pagano in termini di visibilità ed è scontato che ogni “piccolo favore” o, se preferisci, errore arbitrale venga ingigantito, lasciando dubbi sull’onestà di chi dovrebbe garantire la massima imparzialità sul campo di gioco. Le vicende delle ultime settimane (falli di mano, squalifiche mancate, fuorigioco vari e rigori generosi) sono sotto gli occhi di tutti e non si può certo dire che l’Inter sia finita gratuitamente nell’occhio del ciclone, ma lo Special One non ci sta e cerca di spostare l’attenzione su altri particolari, pur di riportare tranquillità intorno alla sua squadra:
A me non piace la prostituzione intellettuale, a me piace l’onestà intellettuale. Negli ultimi due giorni non si è parlato della Roma che ha grandissimi giocatori, ma che finirà la stagione con zero titoli. Non si è parlato del Milan che ha 11 punti meno di noi e chiuderà la stagione con zero titoli. Non si è parlato della Juve che ha conquistato tanti punti con errori arbitrali.