Juve, tutti per uno: Del Piero & Co. “agli ordini” di Ranieri

Era partita con grandi ambizioni, pronta a confermare (e se possibile, migliorare) quanto di buono fatto durante la scorsa stagione, quando, da neo-promossa, si ritrovò a conquistare un ottimo terzo posto.

Ma la Juve vista in questo inizio campionato non ha brillato come ci si aspettava, nonostante l’attacco stratosferico e i tanti buoni giovani presenti nella rosa. Nove punti in sei giornate: decisamente pochi per una squadra che vuole arrivare in alto. Per non parlare poi della Champions League: una vittoria sofferta in casa ed un pareggio con la cenerentola del girone, in attesa dello scontro con il Real della prossima settimana.

Cosa c’è che non va? La dirigenza bianconera ha cercato di trovare una risposta, organizzando un faccia a faccia sul campo di allenamento di Vinovo, dove la squadra si stava preparando per il trittico terribile dei prossimi giorni (Napoli, Real, derby). Presente la Juve al completo, da Secco a Blanc, da Cobolli Gigli a Ranieri, a tutta la squadra, infortunati compresi.

Giovinco, accordo in stile Del Piero

E’ un matrimonio che si farà quello tra la Juventus e Sebastian Giovinco, tentato fino a ieri dalle sirene inglesi ed in cerca di un contratto più vicino alle sue qualità. La firma ancora non c’è, ma l’incontro di ieri tra Alessio Secco e Pasqualin & Co. sembra aver spianato la strada verso un futuro colorato di bianconero per la Formica Atomica.

L’incontro è avvenuto nel ristorante Due Spade di Sandrigo, già teatro nove anni fa di un’altra storica firma che portò al prolungamento del contratto di Alex Del Piero. Sono cambiati i protagonisti (Pasqualin a parte): prima c’era Giraudo a rappresentare la società e a dichiarare di aver mangiato “il baccalà più caro della sua vita”. Sono cambiati anche i termini economici (10 miliardi di lire per convincere il capitano a restare). Quello che non cambia mai è l’abilità di Pasqualin nell’ottenere quello che vuole.

Il diretto interessato non era presente all’incontro perché in ritiro con la Nazionale Under 21 ed è per questo che in calce al contratto non c’è ancora la firma. Ma si rimedierà il 17 ottobre prossimo in sede, quando finalmente Giovinco leggerà con i propri occhi i termini dell’accordo: 750 mila euro a stagione per cinque anni.

Giovinco non rinnova, gli juventini tremano

ll ruolo di fantasista nella Juventus pare essere ereditario. Al ritiro (o alla partenza) di un grande numero 10 pare ne consegua obbligatoriamente un altro. Il primo dell’era moderna fu “Le Roi” Platini. Alla sua partenza esplose Roberto Baggio, a cui seguì Alex Del Piero. Sembrava si fosse trovato il futuro proprietario dello scettro di leader in Giovinco. Come caratteristiche fisiche e tecniche ci siamo, ma c’è ancora qualcosa che non va: il contratto.

La “Formica Atomica” ha dichiarato di voler rimanere alla Juve a vita, ma visti i pochi zeri sul contratto offerto dalla dirigenza, e invece quello cospicuo che lo aspetterebbe se si trasferisse in Premier League, Giovinco ancora non ha deciso per chi firmare.

La Juve trema, la Fiorentina arranca

La serata che non ti aspetti. Juventus e Fiorentina erano chiamate a due impegni non certo priobitivi nella seconda giornata di Champions League, ma non hanno saputo sfruttare la superiorità tecnica (l’una) ed il fattore campo (l’altra).

E così ci ritroviamo a dover commentare due pareggi e a ringraziare il cielo che almeno la classifica si sia mossa, in attesa di tempi migliori.

I bianconeri sono partiti nel peggiore dei modi sul campo del Bate Borisov, scioccati oltremodo da una squadra che corre, lotta e per metà primo tempo fa la parte del leone, ritrovandosi in vantaggio di due gol. Sugli altari Kryvets e Stasevich, eroi per una notte nel freddo di Minsk, davanti all’armata bianconera. La fortuna della Vecchia Signora è che Ranieri abbia deciso di schierare sin dal primo minuto quel metro e mezzo (o poco più) di classe cristallina che risponde al nome di Sebastian Giovinco.

Telenovela riaperta: “Cassano può andare alla Juve”

Sembrava che il discorso fosse chiuso dalle parole del presidente juventino Cobolli Gigli: “Cassano non è nei nostri piani”. Una dichiarazione che convinse ben pochi addetti ai lavori e ancor di meno i tifosi bianconeri. E invece stavolta la smentita arriva direttamente dall’amministratore delegato Beppe Marotta, proprio colui che ha portato il talento barese alla Sampdoria

“Cassano alla Juventus? Mi sembra che il discorso sia prematuro. Comunque dipenderà da lui, è padrone del suo futuro”

Una dichiarazione da far leccare i baffi agli estimatori del calciatore che tifano juve, che si traduce nel fatto che viene lasciata al calciatore la patata bollente della decisione. Tradotto in parole povere: “se se ne vuole andare, che vada pure“.

Nell’anticipo sorride solo la Fiorentina.

Segna sempre lui, alla faccia di chi lo dava per finito prima del tempo, non credendo nella resurrezione. E invece Gila è risorto e più di una volta ha cavato dagli impacci la Fiorentina, regalando punti preziosi alla squadra di Prandelli. Nulla aveva potuto contro la veemenza della Lazio nel turno infrasettimanale, ma ieri sera ha avuto modo di rifarsi alla grande, dimostrando ancora una volta di essere indispensabile per una squadra che punta in alto.

E non solo gol da parte dell’ex attaccante del Milan, ma anche un gioco mirato a tener palla in avanti e a far salire la squadra, così come predica Prandelli. Il Genoa da parte sua ha cercato di fare la propria partita, ma con un tempo senza il terminale d’attacco (Milito) era difficile mettere i brividi a Frey. La dimostrazione sta nel fatto che appena entrato in campo El principe ha avuto la migliore occasione della gara ed il portiere viola ha dovuto dar fondo a tutte le sue doti migliori per evitare la rete.

Rete che invece è arrivata dall’altra parte del campo, con una prodezza di Gilardino che ha di fatto risolto la partita. La Fiorentina sorride, il Genoa frena gli entusiasmi dopo la vittoria in casa contro la Roma.

Samp-Juve? No, Cassano-Del Piero

Non solo il derby di Milano a tenere banco in questa quinta giornata di campionato, ma anche altre gare che assumono un significato particolare, specie se viste in prospettiva futura. Parliamo di Sampdoria-Juventus, partita dal sapore particolare sia per il prestigio in sé della gara, sia per la vicenda-Cassano che da giorni occupa le prime pagine dei giornali.

Eh si, perché non è una novità che il talento di Bari Vecchia interessi alla Vecchia Signora (e scusate il gioco di parole), che mira a trovare un valido sostituto al capitano sempreverde. Ma senza fretta, ragazzi. A frenare gli entusiasmi è il presidente della Juventus, Cobolli Gigli, che negli ultimi giorni ha speso parole di stima nei confronti della linea verde bianconera (Giovinco su tutti), lasciando intendere che il blucerchiato difficilmente avrà un futuro dalle parti di Torino.

Dichiarazioni di circostanza, dettate per lo più dall’impossibilità di avere sin da subito il campione barese. Ma in futuro chissà…

Sissoko, quando la religione influenza il calcio

Cosa lega calcio e religione? Apparentemente nulla, specie da questa parte del mondo, dove il sentimento religioso viene vissuto spesso con sufficienza.  Ma ci sono dei posti in cui il rispetto della propria fede viene prima di ogni altra cosa e l’osservanza della tradizione non viene meno, qualunque sia il lavoro svolto.

Ci riferiamo ad esempio al Ramadan, il mese del digiuno per i musulmani, chiamati ad astenersi dal mangiare, dal bere, dal fumare e dal praticare sesso nel corso di tutta la giornata, dall’alba al tramonto. Tutti i musulmani praticanti rispettano le regole del Ramadan, senza risentirne più di tanto a livello fisico, ma un calciatore professionista può incontrare non poche difficoltà nel nono mese del calendario lunare.

Ne sa qualcosa Mohamed Sissoko, giocatore maliano della Juventus, protagonista di una prova opaca domenica scorsa contro il Cagliari, proprio “a causa” del digiuno che ne ha fiaccato il fisico. Fino ad allora Momo si era salvato grazie ad un calendario che prevedeva due gare di fila in notturna (Udinese e Zenit), il che gli aveva dato la possibilità di mangiare prima di scendere in campo. Ma con il Cagliari il maliano è apparso notevolmente indebolito, sbagliando anche sette passaggi di fila, tanto che dopo un’ora di gioco, il buon Ranieri ha deciso di metter fine all’agonia, tirandolo fuori.

Le cinque sorelle avanzano

Finché è durato, è stato un bel sogno: una settimana di primato in classifica per due squadre che non possono permettersi il lusso di cullare ambizioni così alte, sebbene siano destinate a ben comportarsi nel corso del campionato. Ma il sogno è svanito all’alba e le due di testa, Atalanta e Lazio, hanno dovuto cedere la poltrona più comoda a Juventus e Inter, decisamente più abituate ad abitare i piani alti e a non farsi sorprendere dalle vertigini.

E dire che la Lazio aveva sperato di continuare la volata a punteggio pieno, approfittando come un avvoltoio sulla preda del momento opaco del Milan, ancora a zero punti, prima del posticipo di ieri sera. Ma le luci di San Siro sono tornate ad illuminare il gioco dei rossoneri, che come abili giocatori al tavolo verde hanno servito un bel poker agli uomini di Rossi.

I cugini nerazzurri ringraziano e si godono il primato, in attesa di conquistare gli altri tre punti chiesti da Mourinho, prima di affrontare il derby. Intanto è arrivata la vittoria rotonda in casa del Torino, nonostante i brividi nell’ultimo quarto di gara, quando Julio Cesar è stato chiamato agli straordinari per arginare la superiorità granata.