Che fine ha fatto Darko Pancev?

“Devo avere pazienza con lui perché è macedone? Ma mì sun de la Bovisa e so minga un pirla!”

Così diceva il suo ex allenatore all’Inter Osvaldo Bagnoli quando, dopo le inutili quanto ridicole partite della sua “stella” Darko Pancev, doveva far fronte a presunti malori del calciatore che spuntavano quando rischiava di finire in panchina.

Darko Pancev è considerato uno dei più grossi bidoni del calcio italiano, non tanto per la sua scarsa vena offensiva, ma più che altro perchè era arrivato in Italia con la fama di attaccante più forte del mondo, ricercato da tutti i più grandi club europei, per poi andarsene dopo pochi anni deriso e senza più uno straccio di contratto. Ma che fine ha fatto?

Roma-Inter: questione tra ex

Negli ultimi anni si sono contese tutto quello che c’era da vincere, in una specie di scontro a due che lasciava spesso poche briciole alle avversarie di turno. Domani sera Roma e Inter si ritroveranno ancora una volta l’una contro l’altra nel posticipo della settima giornata di campionato.

In palio nessuna coppa né una fetta di scudetto, ma tre punti preziosi nell’economia di un campionato straordinariamente avvincente.

L’Inter è in testa alla classifica (in compagnia di Lazio e Udinese), la Roma è in cerca di riscatto dopo la sconfitta patita in quel di Siena, costata a Spalletti un fiume di critiche. Che partita sarà? Difficile prevedere se ci sarà o meno spettacolo in campo, ma come molti hanno fatto notare conterà la soprattutto la voglia di rivalsa degli ex presenti su entrambe le sponde.

Inter e Milan divorziano, i nerazzurri cambiano stadio

Il modello inglese comincia a prendere piede anche in Italia. Gli stadi di proprietà delle società sembrano comincino ad andare di moda anche qui, almeno per i grandi club. La prima ad annunciare di volersi costruire uno stadio tutto per sè è stata la Juventus, che ha intenzione di costruire il nuovo Delle Alpi di proprietà esclusiva del club bianconero.

Sulla stessa scia adesso ci sarà anche l’Inter, che dal Dicembre prossimo inaugurerà l’inizio dei lavori per uno stadio completamente finanziato dal suo Presidente, Massimo Moratti. Troppo poco possedere una delle squadre più forti del mondo e dominare incontrastato in Italia negli ultimi anni. Moratti vuole di più, e quindi passare alla storia come il Presidente che ha regalato alla sua squadra un impianto straordinario, degno di comparire tra i migliori stadi del mondo.

Cristiano Ronaldo scartato dall’Inter

E’ uno dei giocatori più forti in attività. Per alcuni è addirittuta “il” più forte. Nell’ultma stagione ha segnato la bellezza di 42 reti tra campionato e coppe varie, candidandosi prepotentemente alla conquista del Pallone d’Oro. Stiamo parlando di Cristiano Ronaldo, asso del Manchester United e della nazionale portoghese.

La scorsa estate è stato al centro del calciomercato, visto l’interessamento del Real Madrid che avrebbe fatto grossi sacrifici pur di portarlo in camiseta blanca.

Sacrificio che invece non è stata disposta a fare l’Inter qualche anno fa, quando Luisito Suarez scoprì il fenomeno portoghese nelle giovanili dello Sporting Lisbona e cercò di convincere i nerazzurri a portarlo a Milano. Ebbene si, Cristiano Ronaldo poteva arrivare alla corte di Moratti quando ancora non aveva compiuto i 18 anni!

Le milanesi vanno a caccia di…due di picche

Ibrahimovic, Balotelli, Cruz, Adriano, Crespo. Un attacco più esplosivo non esiste al mondo. Ma a Moratti e soprattutto a Mourinho non basta. Loro vogliono di più, e questo più è rappresentato da uno degli attaccanti più in forma e più promettenti del momento: Sergio “Kun” Aguero. Peccato però che si rischi di far diventare un’operazione rafforzamento solo una brutta figura.

Stesso discorso per il Milan. Dopo aver inseguito vanamente Ivanovic per tutta l’estate, e aver preso per il rotto della cuffia Senderos che adesso fa venire il dubbio se giocherà mai o no, i rossoneri si apprestano a passare un’altra estate di fuoco per cercare di rinforzare la difesa con Mexes. Peccato che però la Roma non pare tanto ben disposta.

Mourinho: in Italia non mi rispettano!

Il campionato è fermo per dar spazio alle qualificazioni per i Mondiali del 2010, ma in un modo o nell’altro lui, allenatore di una squadra di club, riesce sempre ad attirare l’attenzione, togliendo spazio persino alla nazionale italiana.

Lui è Josè Mourinho, presente un giorno si e l’altro pure sulle pagine dei quotidiani. Sarà perché è l’allenatore di una delle squadre prime in classifica (ma allora dove sono Rossi e Marino?) o sarà perché uno come lui riesce a far parlare di sé anche quando non parla (vedi delega concessa a Baresi dopo la gara contro il Lecce), sta di fatto che giornali e tv fanno a gara per sentire le sue verità.

Ieri è stata la volta del Tg5 che ha provato a pungolarlo sulla solita questione relativa alla sua antipatia. E figuriamoci se non prendeva la palla al balzo e non approfittava dell’occasione per attaccare i suoi detrattori.

Mancini vuole essere risarcito… dai giornali!

Cinque lunghi mesi: tanto è durato il silenzio di Roberto Mancini dopo l’esonero senza troppi complimenti da parte di Moratti. Ora il silenzio è finito, Mancini parla e si sfoga, anzi scrive e accusa.

Niente interviste in tv né sulle pagine dei quotidiani: lo sfogo dell’ex tecnico dell’Inter è tutto in un documento giudiziario con il quale chiede un risarcimento milionario ai responsabili della sua cacciata da Milano. Ai suoi ragazzi che gli giocavano contro? A Moratti che ha approfittato del primo pretesto per trombarlo? No, ai giornali che hanno riferito delle telefonate tra lui e un pregiudicato.

A sentir lui, quella vicenda ha condizionato pesantemente i suoi ultimi cinque mesi, trasformandolo da allenatore vincente a professionista disoccupato e con scarse possibilità di rifarsi un futuro. Povero Mancini, a leggere il documento viene quasi da piangere! Volete divertirvi con qualche stralcio?

L’inter riprende la corsa, la Lazio frena

Poteva essere una buona occasione per consolidare il primato solitario in classifica, ma quando si sbaglia così tanto e ci si trova di fronte ad una squadra ben messa in campo e per nulla intenzionata a fare solo sparring partner, è già molto se si riesce a mettere in cantiere un punticino.

La Lazio vista ieri nell’anticipo contro il Lecce ha creato tanto sin dall’avvio di gara, decisa a mettere subito in discesa la partita. Ma proprio quando ci si aspettava un gol del duo delle meraviglie Zarate-Pandev, arrivava inattesa la rete del Lecce con Tiribocchi che infilava di testa su assist di Polenghi. A quel punto la Lazio ha cercato di osare maggiormente, pur rischiando di prendere il secondo gol prima della fine del tempo.

Nella ripresa ancora biancazzurri in avanti alla ricerca del pareggio. Molte le occasioni create e sbagliate dagli uomini di Delio Rossi, che nonostante le sostituzioni effettuate non riusciva a trovare qualcuno capace di buttarla dentro. La svolta al 38′ della ripresa, quando Simone Inzaghi veniva buttato nella mischia per tentare il tutto per tutto.  E, proprio quando eravamo pronti a registrare la seconda sconfitta della Lazio in campionato, arrivava la zampata vincente del nuovo entrato.

Mourinho, l’uomo da copertina

Che la squadra vinca o perda è sempre lui ad occupare le prime pagine dei giornali, più dell’attaccante che l’ha buttata dentro, più del difensore che ha perso il contrasto, facendosi superare. E’ il destino di Josè Mourinho, professione mister, ma con un futuro assicurato di attore, grazie a quella faccia da uomo sicuro di sé e a quell’inclinazione innata  per la recitazione.

E così, da quando è sbarcato a Milano lo abbiato ritrovato spesso a far notizia con quel suo modo di porsi presuntuoso ed arrogante, che più di una volta ha innescato polemiche infinite con il “nemico” di turno. Sarà che agli italiani interessano più i pettegolezzi che il calcio giocato (come dice lui), ma non si può certo dire che il portoghese sia esente da colpe.

Ma negli ultimi quattro giorni la sua espressione è mutata rispetto al passato e, pur continuando a ripetere che l’Inter sta raccogliendo meno di quanto semina, è evidente che alcune sue certezze cominciano a vacillare.

La Roma sorride, l’Inter mugugna

Il calcio è veramente strano e al termine della seconda giornata di Champions League ne abbiamo avuto l’ennesima dimostrazione. Archiviati i pareggi di Juventus e Firentina nelle gare di martedì, toccava a Roma ed Inter difendere l’onore dell’Italia in campo internazionale.

Impresa agevole per la squadra di mister Mourinho, impegnata in casa contro un Werder Brema decisamente inferiore a livello tecnico. Compito più difficile per la Roma contro il Bordeaux e non per un discorso di inferiorità o meno, ma semplicemente perché orfana di molti pezzi pregiati (Totti in testa, ma non solo).

Ma il campo ha capovolto le situazioni, tanto che questa mattina ci ritroviamo a commentare il pareggio dell’Inter (che a tempo scaduto poteva trasformarsi addirittura in disfatta) e la vittoria corsara della Roma su un campo difficile come quello francese.