Da oggi a Manchester c’è anche il City!

di Redazione 1

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Chissà che emozione può provare un tifoso, sapendo che la propria squadra del cuore è passata dalle mani di un milionario a quelle di un multimiliardario. Bisognerebbe chiedere informazioni ai supporters del Manchester City, che fino a ieri speravano di poter contare sul portafogli ben fornito del tailandese Thaksin Shinawatra e stamattina si sono risvegliati tra le braccia dell’arabo Sulaiman Al Fahim.

Incoraggianti le premesse del neo proprietario (che comunque dice di rappresentare un gruppo finanziario di Abu Dhabi), tanto che sull’altra sponda di Manchester non sanno se ridere o piangere:

Il nostro obiettivo è molto semplice: fare del Manchester City il più grande club della Premier League, e per cominciare a diventarlo, chiudere tra le prime quattro questa stagione.



Ma non è questo il solo obiettivo che si prefigge il Bulldozer (così ama definirsi lui stesso). Al Fahim punta a vincere la Premier League il prossimo anno e la Champions entro tre anni. Utopia? Forse si, ma a giudicare dai soldi messi in gioco per arrivare all’acquisto del City (220 milioni di sterline) sembra proprio che il sogno si possa realizzare.

Il buongiorno si è già visto con l’acquisto in extremis di Robinho, destinato al Chelsea di Abramovich e poi finito ad arricchire la rosa della seconda (ancora per poco, pare) squadra di Manchester. E nella prossima campagna acquisti il club londinese si troverà a poter gestire ben 200 milioni di sterline, un nonnulla rispetto al capitale vantato dal gruppo di Abu Dhabi, valutato in 120 miliardi di euro. Come a dire: Abramovich al confronto è un morto di fame!

Sulaiman Al Fahim comincia dunque la sua rincorsa verso la gloria nel mondo del calcio, dopo aver provato a rilevare società come Arsenal, Liverpool e Newcastle. Poi è arrivata la possibilità di acquistare il City, nonostante il vecchio proprietario avesse giurato che mai avrebbe venduto il club. Prepariamoci a sentir parlare spesso di questa società, ricordandoci da oggi in poi che quando nominiamo Manchester non è solo per parlare di Ronaldo e soci.

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