Lionel Messi: finalmente il 10!

Da oggi Lionel Messi merita a pieno titolo un capitolo nella consueta rubrica di Calciopro dedicata ai numeri 10. In realtà avremmo potuto parlarne anche prima, visto che non conta certo il numero di maglia per fare di un calciatore un campione, ma solo da oggi il talento argentino avrà la soddisfazione di indossare la casacca che fu di Maradona e Romario.

A lasciargli la pesante eredità è stato Ronaldinho, traseritosi qualche giorno fa al Milan, dove gli è stata riservata la maglia numero 80 (in realtà l’ha scelta lui), visto che Seedeorf non ha voluto cedere la mitica 10.

La Pulce invece avrà finalmente il suo numero preferito sulle spalle, dopo aver accettato di indossare prima il 30 e poi il 19. Dettagli. Come detto in precedenza, i numeri stanno nei piedi (e non nel senso di numero di scarpe) e Lionel Messi ha tutte le carte in regola per essere considerato tra i più forti calciatori in attività.

Muslera vuole lo scudetto!

Lo scorso anno ha collezionato una discreta serie di magre figure tra i pali della porta della Lazio, tanto che spesso gli veniva preferito nonno Ballotta. Ma Fernando Muslera non

Pronto il colpaccio estivo dell’Inter: nè Lampard nè Quaresma, ma è in difesa

Per quanto possa acquistare, allenare e preparare bene i propri calciatori, l’Inter ha sempre la maledizione degli infortuni che la perseguita. I tanti, troppi, infortuni in difesa, soprattutto dei centrali, hanno costretto Branca e Oriali a muoversi sul mercato per cercare un centrale di difesa. L’infortunio recente di Viera ha confuso ancor di più le carte in tavola, perchè adesso anzichè uno, i calciatori da cercare sono due.

E allora perchè non prenderne uno che vale per due? La soluzione c’è, e si chiama Rafael “Rafa” Marquez, centrale difensivo dai piedi buoni del Barcellona e colonna portante della nazionale messicana. Non è solo il classico stopper, ma è capace di giocare anche a centrocampo, e nel caso servisse, anche segnare.

Milan, Juve e il festival della batosta!

Il calcio d’agosto è così: non ci si esalta troppo per una vittoria, seppur prestigiosa né ci si abbatte per una sconfitta, seppur clamorosa. Ne sanno qualcosa Milan e Juventus, che, dopo aver mostrato buone geometrie nelle prime uscite amichevoli, sono state costrette a subire pesanti schiaffoni in giro per l’Europa.

Eppure solo qualche giorno fa si erano ritrovate l’una contro l’altra nel Trofeo Tim, dando vita ad uno spettacolo decisamente apprezzabile. Il Milan si era addirittura aggiudicato la Coppa, anche se la vittoria era arrivata con una doppia serie di rigori. La Juve poi solo due giorni fa aveva avuto ragione dell’Arsenal, mostrando un gioco che faceva ben sperare in prospettiva Champions League.

E Invece eccoci qui a raccontare di due pesanti sconfitte, che ridimensionano le ambizioni di due delle squadre che dovranno darsi battaglia nel corso della prossima stagione. E’ chiaro che siamo ad agosto e che può starci di tornare a casa con le ossa rotte; è chiaro che una sconfitta a questo punto della preparazione fa quasi parte del programma, ma stiamo pur sempre parlando di Juventus e Milan e prendere rispettivamente 3 e 5 gol deve far riflettere.

Riganò torna in Italia, ed è già gara tra le pretendenti

Un gradito ritorno, stavolta definitivo, potrebbe esserci in serie A. Christian Riganò, un attaccante che ha lasciato il segno in molte città italiane, tornerà ad essere definitivamente un calciatore di Serie A.

Il suo contratto con il Levante, squadra appena retrocessa nella Serie B spagnola, è stato finalmente rescisso per le inadempienze che hanno portato la società al fallimento, che l’ha costretta a non pagare gli stipendi ai calciatori già da metà campionato. Motivo per il quale Riganò aveva cambiato maglia a Gennaio, passando al Siena.

Gabriel Batistuta: l’istinto del gol

Chiamatelo Batigol o, se preferite, Re Leone, ma in ogni caso il suo nome continua ad essere ricordato con grande affetto ovunque abbia giocato. Gabriel Batistuta nei suoi anni italiani è stato un vero idolo sia per la tifoseria viola che per la Curva Sud, guadagnandosi il titolo di beniamino a suon di gol.

In Italia lo volle fortissimamente Vittorio Cecchi Gori, dopo averlo visto giocare nella Coppa America del ’91, quando El camion (come veniva chiamato all’epoca) trascinò l’Argentina alla vittoria finale, conquistando anche il titolo di capocannoniere. Sul centravanti si erano posati gli sguardi interessati di diversi club europei, ma alla fine fu il vicepresidente viola a portarlo a Firenze, dandogli la possibilità di diventare uno dei più forti attaccanti di quel periodo.

Nei nove anni in maglia viola Gabriel Batistuta è riuscito a regalare grosse soddisfazioni al suo pubblico, mettendo a segno ben 152 gol in serie A (record assoluto) e portando a Firenze una Coppa Italia ed una Supercoppa Italiana. Per lui anche momenti tristi in maglia viola, come quando nella stagione ’93-’94 la città conobbe l’onta della retrocessione in B. Ma Batigol in quel caso dimostrò riconoscenza verso la città che lo aveva visto crescere (calcisticamente) e, nonostante le numerose offerte, rimase a guidare l’attacco per tornare immediamente nella massima serie.

Eto’o: quale futuro?

Doveva essere uno dei piatti forti del mercato estivo e invece a pochi giorni dai preliminari di Champions League Samuel Eto’o è ancora incastrato nella ragnatela del Barcellona. Di parole

Baronio e Inzaghi jr., pensieri a stelle e strisce

Quando un calciatore è sul viale del tramonto ha due diverse scelte. O decidere di andare a sbarcare il lunario in qualche nazione in cui il calcio è agli albori (Usa, Qatar, Emirati Arabi), oppure il ritiro. Vedendo l’esperienza di Beckham, in cui ci hanno guadagnato tutti (dal calciatore che si è intascato svariati milioni, al calcio americano che ha fatto un grosso passo avanti verso il professionismo), sono in molti che speravano di fare la stessa esperienza.

Ma non sono serviti a molto i moniti di Ruud Gullit, che ha accusato la Major League di scarsa professionalità. I milioni dei magnati americani fanno gola a tutti, e ora probabilmente anche a due italiani, Simone Inzaghi e Roberto Baronio.

Amauri merita la maglia azzurra?

Ci risiamo. Torna d’attualità il caso Amauri-nazionale, destinato a riempire le pagine dei giornali e le bocche di addetti ai lavori e appassionati per chissà quanto tempo ancora. La questione comincia a diventare pesante e se non si troverà una soluzione rapida, il brasiliano rischia di diventare antipatico a molti.

Eh si, perché, finché giocava nel Palermo, il ragazzotto lanciava messaggi d’amore alla nazionale italiana, chiedendo di essere naturalizzato al più presto per poter rispondere ad una eventuale convocazione. Ed i rosanero lo accontentarono, avviando le pratiche per la richiesta del passaporto. Poi sono arrivate le sirene bianconere e con esse l’interesse di Dunga, ct del brasiliano, che da buon conoscitore del calcio italiano deve aver pensato “se piace alla Juve, vuol dire che vale”. Risultato: Amauri potrebbe giocare nella nazionale verdeoro, con tanti saluti alla maglia azzurra.

Intanto Lippi lo ha “convocato”, nel senso che gli ha chiesto senza mezzi termini di decidere su quale sponda del fiume sedersi ad aspettare una chiamata, mentre la Juve, su richiesta della Figc, si dà da fare per sveltire le pratiche per il passaporto. E lui che fa? Continuate a leggere e valutate voi se vale la pena correre dietro ad uno che si lascia andare a simili dichiarazioni.

Ferguson getta la spugna “non posso più trattenere Cristiano”

Cristiano Ronaldo è sempre più vicino a coronare il suo sogno. L’ultimo ostacolo che si frapponeva tra lui e il Real Madrid si chiamava Alex Ferguson. Adesso pare che anche lui abbia gettato la spugna.

“E’ chiaro che nel calcio di oggi vedere un calciatore per dieci anni con la stessa maglia sta diventando qualcosa di raro. D’altronde, con la Legge Bosman e il grande potere che hanno i procuratori…”

Parole chiare, che possono essere interpretate come “Se il giocatore ha deciso di andare, che vada pure”. E a Madrid attendono.

Stankovic-Tiago o Stankovic alla Lazio?

Strano destino quello di Dejan Stankovic! Con l’arrivo di Mourinho all’Inter sembrava che l’avventura del serbo in maglia nerazzurra fosse arrivata al capolinea. Su di lui si era gettata la Juventus, alla ricerca di un uomo d’ordine a centrocampo, dopo la frenata della trattativa che doveva portare a Xavi Alonso. Ma il malumore del popolo bianconero ha scoraggiato il tentativo della società ed alla fine Stankovic è rimasto dov’era, destinato a fare il panchinaro di lusso per l’intera stagione.

Ma sembra che il serbo non sia mai uscito definitivamente dai sogni dei dirigenti della Vecchia Signora, che ora sono stuzzicati da un’idea che ha del clamoroso: uno scambio Stankovic-Tiago! E non basta, perché anche la Lazio fa sentire la sua voce e propone a Moratti di ottenere il prestito del centrocampista.

Insomma, in poche ore Dejan Stankovic è passato da panchinaro a pedina fondamentale nel mercato dell’Inter. Un bel salto di qualità, non credete? Ma andiamo per ordine e riviviamo le ultime febbrili ore del presidente Moratti, che ora dovrà valutare quale sia la soluzione migliore da adottare.