Serie A: tre in vetta prima della sosta

Sesta giornata di campionato ricca di colpi di scena e di risultati tutt’altro che scontati. Poteva essere la giornata del Napoli, che dopo la delusione rimediata in Coppa, aveva l’opportunità di tornare al comando della classifica a 17 anni dalla sua ultima volta. Poteva essere la giornata del Catania capolista, seppur in compagnia di Lazio, Inter e Udinese. Poteva essere la giornata del riscatto juventino dopo tre pareggi consecutivi tra campionato e Champions League. E poteva essere la giornata del Milan, chiamato ad avvicinare la vetta della classifica.

Già, poteva essere, ma così non è stato. Il Napoli era partito bene in quel di Genova, andando in rete con Lavezzi quando la lancetta dell’orologio non aveva ancora compiuto il suo primo giro. ma al termine di una partita emozionante è stato il Genoa ad uscire con i tre punti in tasca. Niente primato per il Napoli e liguri che salgono a 9 punti.

Raggiunge invece la vetta della classifica l’Udinese, grazie ad un Quagliarella in stato di grazia, che mette a segno una doppietta e piega un Torino sempre più in difficoltà.

Premier League: Liverpool e Chelsea, fuga in coppia

Il Chelsea batte la cabala. La serie negativa che lo vedeva mai vincitore contro l’Aston Villa negli ultimi 3 anni e i numerosi infortuni (mezza squadra è in infermeria), non fermano i Blues, che pur incerottati si liberano 2-0 dei Villans e mantengono il primo posto, nonostante gli attacchi del Liverpool. I Reds sono una squadra nuova, non ha problemi ad affrontare squadre più forti sulla carta, ma soprattutto ha ritrovato quel carattere che le è servito per vincere la Champions League qualche anno fa.

E’ praticamente un’altra squadra quella di Rafa Benitez, ben lontana da quella dei mille problemi dello scorso anno, e lo dimostra nell’ultima gara di campionato, quella vinta ieri a Manchester contro il City che conosce la prima vera crisi da quando è stata rilevata dal gruppo arabo.

E’ dello Schalke 04 lo sponsor più ricco d’Europa

C’era un tempo in cui le maglie di calcio avevano a malapena i numeri sulle spalle (rigorosamente dall’1 all’11). Ricordi di un calcio che non c’è più, forse più lento e mono tecnico, forse meno spettacolare, sicuramente più vero.

Poi qualcuno intuì il business, osservando tutto quello spazio che restava libero sul petto dei giocatori e pensò bene di sfruttarlo, riempiendolo con una scritta che facesse pubblicità a questa o a quella grande azienda (dietro lauti compensi, si intende). Ed ecco nascere lo sponsor, fonte di grandi guadagni per le società sportive di tutto il mondo.

Ma quanto raccolgono i vari club dai contratti di sponsorizzazione delle proprie maglie? Beh, diciamo che in Italia non ci possiamo assolutamente lamentare, con una media di 3,9 milioni a stagione, cifra che ci mette dietro solo alla Bundesliga (quasi 7 milioni l’anno) ed alla Premier League (poco più di 5 milioni).

Giovinco non rinnova, gli juventini tremano

ll ruolo di fantasista nella Juventus pare essere ereditario. Al ritiro (o alla partenza) di un grande numero 10 pare ne consegua obbligatoriamente un altro. Il primo dell’era moderna fu “Le Roi” Platini. Alla sua partenza esplose Roberto Baggio, a cui seguì Alex Del Piero. Sembrava si fosse trovato il futuro proprietario dello scettro di leader in Giovinco. Come caratteristiche fisiche e tecniche ci siamo, ma c’è ancora qualcosa che non va: il contratto.

La “Formica Atomica” ha dichiarato di voler rimanere alla Juve a vita, ma visti i pochi zeri sul contratto offerto dalla dirigenza, e invece quello cospicuo che lo aspetterebbe se si trasferisse in Premier League, Giovinco ancora non ha deciso per chi firmare.

L’inter riprende la corsa, la Lazio frena

Poteva essere una buona occasione per consolidare il primato solitario in classifica, ma quando si sbaglia così tanto e ci si trova di fronte ad una squadra ben messa in campo e per nulla intenzionata a fare solo sparring partner, è già molto se si riesce a mettere in cantiere un punticino.

La Lazio vista ieri nell’anticipo contro il Lecce ha creato tanto sin dall’avvio di gara, decisa a mettere subito in discesa la partita. Ma proprio quando ci si aspettava un gol del duo delle meraviglie Zarate-Pandev, arrivava inattesa la rete del Lecce con Tiribocchi che infilava di testa su assist di Polenghi. A quel punto la Lazio ha cercato di osare maggiormente, pur rischiando di prendere il secondo gol prima della fine del tempo.

Nella ripresa ancora biancazzurri in avanti alla ricerca del pareggio. Molte le occasioni create e sbagliate dagli uomini di Delio Rossi, che nonostante le sostituzioni effettuate non riusciva a trovare qualcuno capace di buttarla dentro. La svolta al 38′ della ripresa, quando Simone Inzaghi veniva buttato nella mischia per tentare il tutto per tutto.  E, proprio quando eravamo pronti a registrare la seconda sconfitta della Lazio in campionato, arrivava la zampata vincente del nuovo entrato.

Che fine ha fatto Roberto Baggio?

Roby, Divin Codino, o comunque lo vogliate chiamare, lui è sempre stato uno dei più forti calciatori che il calcio italiano abbia mai visto. Forse è il Maradona dell’Italia, ha giocato oltre 700 partite e segnato oltre 300 gol, di cui 27 in 56 gare in nazionale.

Nel Maggio 2004 la sua ultima gara con la maglia del Brescia. Partita che ha visto chiudere una grande carriera a 37 anni, non tanto per i raggiunti limiti di età, ma a causa di un ginocchio malandato che tornava spesso a fare i capricci. In molti hanno provato a farlo riprendere a giocare o comunque a far tornare nel mondo del calcio, ma a parte qualche partita di beneficienza, si può dire che il Codino nazionale sia scomparso (calcisticamente parlando). Ma che fine ha fatto?

Serie B: Sassuolo in fuga, Rimini e Mantova in crisi

Sassuolo-Treviso 2-0 Brescia-Frosinone 2-1 Parma-Modena 0-0 Ancona-Rimini 5-0 Pisa-Triestina 3-1 Cittadella-Vicenza 0-1 Grosseto-Albinoleffe 2-2 Piacenza-Salernitana 0-1 Avellino-Ascoli 0-2 Bari-Mantova 1-0 Non saranno più in 4 in testa, ma la vetta

Non tutte le donne amano i calciatori, ma Ferguson è in ansia

Chissà quante tra le nostre lettrici vorrebbero essere al fianco di un calciatore, aspirando magari ad una vita da vere wags, fatta di shopping di lusso e the con le amiche, proprio come Victoria Beckham & Co. C’è poi chi si accontenta di un poster sulla parete e chi fa di questo desiderio uno scopo di vita, cercando di raggiungere l’obiettivo, qualunque sia il nome del calciatore (l’importante è che abbia una maglia ed un conto in banca abbastanza consistente).

Di esempi se ne potrebbero citare a centinaia, ma basta ricordare colei che ha occupato più volte queste pagine per avere una conferma in questo senso. Ricordate Nereida Gallardo e la sua storia con Cristiano Ronaldo? Beh, a un certo punto si venne a sapere che la caliente spagnola aveva già cercato di “rimorchiare” un calciatore, finendo nel letto di Sergio Ramos, difensore del Real Madrid. E chissà che la fine della relazione con il portoghese non sia dipesa in parte da questo dettaglio tutt’altro che insignificante.

C’è poi chi non si accontenta di mettersi sulle tracce di un solo giocatore alla volta e preferisce “corteggiare” un’intera squadra di calcio. Parliamo di Danielle Lloyds, già fidanzata in passato con Teddy Sheringam ed ora alla ricerca di un cuore da sedurre tra i giocatori del Manchester United. Di qui la preocupazione di mister Ferguson, che ha chiesto ai suoi ragazzi di concentrarsi esclusivamente sul pallone.

Newcastle: record di parolacce all’esordio, Kinnear manda 52 volte tutti a quel paese

Ci siamo sorpresi quando Mourinho alla sua prima intervista in italiano ha detto di non essere un pirla. Siamo rimasti a bocca aperta quando, partita dopo partita, litigava con tutti, allenatori e giornalisti, anche con frasi piuttosto scorbutiche. Abbiamo riso quando il Trap inveì fortemente contro la sua squadra, ed in particolar modo verso il centrocampista Strunz.

Ma stavolta c’è chi ha superato tutti i limiti, della decenza ma anche dell’indecenza: è Joe Kinnear, che alla sua prima conferenza stampa alla guida del Newcastle ha detto ben 52 parolacce, rivolte verso tutti, ma in special modo ai suoi calciatori.