La difesa di Moggi

Nel processo alla Gea è arrivato il momento delle tesi difensive: reggetevi forte, perché qualcuna delle vostre certezze potrebbe traballare pericolosamente. Finora avevamo avuto l’immagine di un Moggi protagonista e padrone assoluto del calcio italiano, capace con la sua influenza di mettere le mani su tutto, al punto da condizionare risultati di partite e campionati.

Per le sue malefatte molti hanno pagato, in particolare la Juventus, il club che si serviva delle sue “prestazioni”, giudicate troppo spesso discutibili.

Ed ora è il momento dei suoi avvocati difensori, che si prendono la scena per quattro ore filate e ci descrivono un Moggi completamente diverso da come lo immaginavamo, non un santo, ma nemmeno un “Belzebù”. Leggete alcuni passi della difesa e fatevi la vostra idea, sebbene sia difficile a questo punto della vicenda cambiare opinione su un personaggio che è stato fatto a pezzi (giustamente?) sulle pagine dei giornali e nelle dichiarazioni degli addetti ai lavori.

Ligue 1: esordio per il cuginetto di Thuram

Sarà anche una corazzata imbattibile, ma anche il Lione ha il suo tallone d’achille, anzi due. Si chiamano Juninho e Benzema, e se togli loro, anche uno squadrone come quello dei pluricampioni di Francia si sgonfia come un pallone. Succede in questa giornata, e precisamente in uno degli anticipi di sabato. Al Gerland si presenta il Valenciennes, fanalino di coda. Una gara sin troppo facile, che i Leoni di Francia affrontano senza i due calciatori più rappresentativi.

Risultato finale: 0-0. Sarà che hanno sottovalutato l’impegno, ma questa figuraccia fa emergere forti dubbi nella dirigenza sulla reale consistenza di una squadra costruita per vincere tutto. Per sua fortuna l’Olympique Marsiglia non approfitta di questo stop, ma si fa fermare sullo stesso risultato a Tolosa, mentre l’altra ex seconda, il Nizza, vede rinviata la sua gara contro il Grenoble per impraticabilità del campo al maggio prossimo.

Pallone d’Oro a Ronaldo. E gli italiani?

E’ finita come doveva finire: il premio più ambito per un calciatore a livello individuale è andato ad arricchire la bacheca di Cristano Ronaldo, come ampiamente pronosticato a tutte le latitudini. Nessuno come lui in Europa, nessuno capace di trascinare il proprio club alla vittoria della Premier e della Champions e, sebbene gli venga rimproverato di non aver saputo fare altrettanto con la maglia del Portogallo, restano comunque le cifre a dargli ragione: 42 gol segnati in una sola stagione e due trofei conquistati!

446 i voti assegnati dalla giuria di France Football, un record difficilmente superabile negli anni a venire, che fa impallidire il secondo e terzo classificato (Messi e Torres, fermatisi rispettivamente a 281 e 179 preferenze). Viene da chiedersi che fine abbiano fatto gli unici due italiani presenti nella lista, Buffon e Toni, che pure non sono gli ultimi arrivati a livello internazionale.

Ebbene, il portierone azzurro ha conquistato cinque voti, grazie alla generosità di San Marino (per la prima volta chiamata a votare per il miglior giocatore europeo), mentre l’attaccante non ha ricevuto nemmeno un obolo, penalizzato dalla prestazione agli ultimi europei, dove è rimasto a secco di reti.

Premier League: si fermano le capoliste, allo United va il derby di Manchester

Il campionato inglese (forse) si riapre. Le due capoliste frenano entrambe, ma in gare che comunque non dovrebbero ripetersi tanto facilmente, lasciando un sufficiente vantaggio dalle inseguitrici da poter dormire sonni tranquilli ancora per un pò. Nelle gare di domenica spiccava Chelsea-Arsenal. Nonostante i favori del pronostico, e l’autorete di Djourou che porta in vantaggio i Blues, alla fine sono i Gunners a spuntarla grazie alla doppietta di Van Persie nel giro di 3 minuti, che stende il Chelsea e gli fa perdere la vetta.

Ne approfitta, ma non pienamente, il Liverpool, che attendeva un tosto West Ham. La squadra di Zola gioca all’italiana, catenaccio e contropiede, ma per una volta l’ex fantasista del Parma ha ragione, dato che l’assenza di Fernando Torres si sente talmente tanto in casa Liverpool che i Reds non vanno praticamente mai vicino al gol, nonostante un pressing di 90 minuti. Anzi è Bellamy a rischiare di ribaltare il pronostico, con il palo colpito alla mezz’ora. Finisce pari, con il Liverpool che però ora è solo in vetta alla classifica.

Chivu, Mido e il razzismo nel calcio

Una piaga difficile da debellare, perché, come diceva qualcuno, “la mamma dei cretini è sempre incinta” e lascia eredi in ogni nazione del mondo. Torniamo ancora una volta a parlare di razzismo nel calcio, prendendo spunto da un’intervista rilasciata da Christian Chivu sulle pagine di GQ:

In ogni stadio mi gridano ‘Zingaro, vai a fare il muratore’. Credi che mi dia fastidio? Là dietro i palazzoni dove sono cresciuto c’erano tanti ragazzi rom. Mi sono sempre trovato benissimo con loro, ‘Zingaro’ per me non è un’offesa.

E meno male che la prende così… Ma il romeno dell’Inter confessa di aver molto sofferto per un episodio avvenuto quando ancora giocava in maglia della Roma.

Fantacalcio: Muntari lascia tutti dietro, conferma per Di Vaio tra i migliori dell’anno

Inaspettatamente è Totti il miglior attaccante di giornata. Senza bonus particolari se non il gol, il capitano giallorosso si becca un bel 10,5 che lo fa emergere dalla massa di 10 agli attaccanti di questa domenica. Ancora una volta la giornata di oggi ha dato ragione alle piccole (solo due calciatori della top 11 fanno parte delle cosiddette big), e questo è il bello del Fantacalcio, un mix di fortuna e occhio lungo che ribalta ogni pronostico come ogni anno.

In questa giornata nascono due possibili stelle: uno è Valdes, finalmente titolare nell’Atalanta, riuscito ad incidere molto sulla partita e a sbloccare anche il risultato. La sua valutazione attualmente è di solo 3 Fantamilioni, e sarebbe un ottimo investimento. L’altro è più una conferma, e cioè Marco Di Vaio, ancora una volta tra i migliori, praticamente ogni volta che è andato in rete quest’anno, grazie alla quotazione bassissima con cui è partito, e che adesso è diventata medio-alta.

Real in crisi? Tutta colpa di un italiano!

Parla italiano il mister scelto dagli inglesi per salvare la nazionale e condurla alla vittoria nel mondiale sudafricano. Parlano italiano anche le decine di giocatori che, abbandonato il Belpaese, stanno facendo le fortune delle squadre di mezza Europa. Ma non tutti i nostri connazionali all’estero godono della fama di vincenti.

Basta chiedere a Valter Di Salvo, il preparatore atletico del Real Madrid, finito sulla graticola a causa del gran numero di infortuni rimediati dalle merengues. Il Real perde colpi e vede il Barcellona allontanarsi? Colpa della preparazione sbagliata e dell’italiano incapace.

A dichiararlo sono i maggiori quotidiani spagnoli, che presentano il conto nelle edizioni di questi giorni: 23 giocatori sui 25 che compongono la rosa in soli quattro mesi. Decisamente troppi!

Liga: il Real rientra nella crisi, il Barça prenota lo scudetto

I campionati europei stanno cominciando a delinearsi e ad indicare già un probabile campione. Se in Italia è l’Inter a farla da padrone, in Francia il Lione, in Inghilterra se la giocano Chelsea e Liverpool, in Spagna il leader indiscusso si chiama Barcellona, e non ci sono margini di obiezione.

Era al test di maturità il Barça sabato sera contro il Siviglia, una delle squadre più scomode della Liga. La gara finisce 3-0 per i blaugrana, un messaggio forte e chiaro a tutte le inseguitrici. Sì, anche perchè le inseguitrici non esistono. Il Real perde ancora, Villareal e Valencia vincono ma hanno rispettivamente 4 e 5 punti di distacco, e molta meno classe in campo.

Quando Miccoli fa il Ronaldinho

L’Inter scappa, da oggi possiamo cominciare a dirlo a voce alta. Ora i punti di vantaggio sulle insiguitrici sono sei, quando siamo ad un terzo abbondante di campionato. Niente di definitivo, per carità, ma chi credeva che il Milan potesse impensierire l’armata nerazzurra, da oggi avrà qualche dubbio in più.

Vero è che nella gara di ieri sera il Palermo è stato strepitoso, ma una squadra che lotta per lo scudetto non può farsi intimorire in quel modo, neanche se manca un faro come Kakà, neanche se ha giocato nella serata di giovedì ed ha l’alibi della stanchezza.

I rosanero hanno fatto il buono e il cattivo tempo per ottanta minuti, quando arrivava finalmente la reazione rossonera. Troppo tardi, però. E dire che nel primo tempo la squadra di Ancelotti poteva portarsi in vantaggio con un rigore di Ronaldinho. Ma stavota il brasiliano, determinante in altre mille occasioni, si è fatto respingere il tiro da Amelia. E se Ronanldinho non fa il fenomeno, allora ci pensa Miccoli a strappare applausi a scena aperta.