Mancini prossimo allenatore del Chelsea?

Aveva detto “torno ad allenare a luglio”, e di certo le offerte non gli mancano. L’unico problema che lo ostacola per tornare ad avere un ruolo attivo nel calcio giocato è il contratto con l’Inter. Un oneroso contratto da 5 milioni l’anno ancora per altri tre anni, che Moratti non ha intenzione di riconoscergli per intero, ma a cui lui non vuol rinunciare.

Ma alla fine la tecnica attendista intrapresa dal presidente nerazzurro potrebbe accontentare entrambi. Infatti dopo una stagione di pagamenti a vuoto, il Mancio è stanco di vedere le partite in televisione, e per poter allenare è costretto a rescindere il vecchio contratto. Tant’è la voglia di farlo che i due si sono già incontrati in passato, e sembrano vicini all’accordo, per cui è mancato solo il tempo per poterlo ufficializzare.

Taddei vuole l’Italia

Sarà che gioca in Italia da 7 anni, oppure perché vede la convocazione nella nazionale brasiliana come impossibile, ma fatto sta che Rodrigo Taddei, centrocampista della Roma, ha fatto un

Pirlo – Pazzini e l’Italia va

L’Italia c’è, nonostante le polemiche sui campioni del mondo lasciati a casa e su chi poteva essere della compagnia e non viene neppure preso in considerazione da mister Lippi. La settimana precedente alla partita col Montenegro è stata caratterizzata dalle discussioni sulla vicenda-Cassano, che potevano distogliere l’attenzione sull’importanza della gara stessa.

E invece l’Italia torna da Podgorica con i tre punti in saccoccia, pronta alla prossima sfida quasi determinante con l’Irlanda del Trap, che non farà certo sconti e vorrà dimostrare che il pareggio rimediato ieri sera è solo un incidente di percorso.

Intanto Lippi si gode la testa solitaria del girone, frutto di quattro vittorie e di un pari ottenuto contro la BUlgaria. L’Italia c’è e già nella gara di ieri ha mostrato passi avanti rispetto al passato, sebbene non avesse di fronte un’incredibile armata. Il giovane Montenegro ha provato a metterci i bastoni fra le ruote, ma alla fine lo 0-2 è ampiamente meritato.

Qualificazioni mondiali: Ribery salva la Francia, Germania e Spagna ok

La Francia vede i fantasmi, ma alla fine si salva. La squadra di Domenech era all’ultima chiamata per il mondiale. La trasferta in Lituania poteva essere letale per i galletti, che per il rotto della cuffia si riescono a salvare. E’ difficile la partita in casa di una squadra che inaspettatamente si ritrova al primo posto del girone, ma lo diventa ancora di più quando alla fine del primo tempo si va negli spogliatoi sullo 0-0.

Alla fine è il solito Ribery a togliere le castagne dal fuoco a Domenech, regalando il gol vittoria che per adesso garantisce alla Francia di rimanere attaccata al treno qualificazione. Intanto però la Serbia corre, ed il primo posto del girone 7 non sembra essere in discussione. La partita arbitrata dall’italiano Trefoloni tra i serbi e la Romania finisce 2-3 per la squadra di capitan Stankovic, che mantiene inalterato il suo +5 dalla Francia in classifica.

Abramovich si dà alle scommesse

Chi non ha mai sognato di diventare ricco acquistando un biglietto della Lotteria di Capodanno o un Gratta e Vinci dal montepremi milionario? E’ il sogno proibito di milioni di italiani (e non solo) ed è per questo che, nonostante la situazione economica precaria dell’intero pianeta, il mondo del gioco non conosce crisi.

Una crisi che invece ha colpito duramente parecchi settori, non risparmiando neppure i ricconi, quelli che non hanno certo problemi a comperare il pane quotidiano. Ma si sa che più è alto il capitale, più sono alti i rischi del mestiere ed anche uno come Abramovich, ad esempio, ha dovuto provarlo sulla propria pelle.

Un tempo era tra i 20 più ricchi dell’intera Russia ed ostentava ricchezza ad ogni passaggio, regalandosi acquisti che noi poveri umani non possiamo neppure sognare. Non che ora se la passi male, ci mancherebbe, ma ha dovuto ridimensionare un po’ le uscite in attesa di tempi migliori. Arriveranno? Forse si, visto che ora il magnate russo si è dato ad un hobby che potrebbe risultare redditizio, tuffandosi a capofitto nel mondo delle scommesse.

Le orge di Adriano

Giovani, belli, ricchi e famosi: è naturale che sfruttino lo status di privilegiati, godendosi fino in fondo la fortuna che gli è piovuta dal cielo. Ma a volte i calciatori hanno la tendenza ad esagerare, con comportamenti che lasciano dubbi sulla propria professionalità e che li fanno somigliare a dei bambini viziati.

Uno di questi è il nostro caro Adriano, arrivato in Italia con la fama di Imperatore e diventato poi nel corso degli anni l’ombra di se stesso e non perché abbia dimenticato come si calcia un pallone, ma perché si è lasciato spesso trascinare in eccessi a di fuori del campo. Le sue continua bravate gli sono costate una bella fetta di carriera, ma sembra che la lezione non gli sia ancora bastata, visto che continua imperterrito a mostrare il suo bel faccione alle pagine rosa dei giornali.

L’ultima stupidaggine l’ha combinata qualche giorno fa, appena messo piede in Brasile, dove era arrivato per rispondere alla convocazione di Dunga. Non che ci sia nulla di male nel battezzare l’acquisto di una nuova proprietà con un festa per amici e parenti, ma lui deve sempre esagerare, da buon Imperatore, e anche stavolta ha trovato il modo di far sparlare di sé. Cos’altro ha combinato?

Ronaldinho-Del Piero, due campioni senza contratto

Nel calcio impazzito di oggi può capitare di tutto, anche che due campioni come Ronaldinho e Del Piero restino senza squadra. Pare incredibile, eppure il primo, che ha un contratto in scadenza nel 2011, rischia di far panchina per le prossime due stagioni, perché nessuno si vuole accollare il suo ingaggio stratosferico; l’altro, con il contratto in scadenza alla fine della prossima stagione, rischia di terminare anzitempo la sua carriera. Ma perché si è arrivati a questo punto?

Su Del Piero c’è una questione di convenzienza da parte della Juventus. Alla scadenza del contratto avrà 36 anni e si sa che non ha tanta voglia di abbassarsi lo stipendio, uno dei più alti nella serie A. D’altra parte ci sarebbero una schiera di giovani promesse che scalpitano per prendere il suo posto, da Cassano che è incerto se arrivare alla Juve o no per la rivalità con l’attuale numero 10, a Diego, che pare aver trovato già l’accordo con i dirigenti juventini sulla base di 4 milioni a stagione, e per cui manca solo l’accordo con il Werder Brema.

Che fine ha fatto Youri Djorkaeff?

Gli interisti se lo ricorderanno per le tre annate con la maglia nerazzurra tra le più importanti tra quelle passate alla storia del club milanese. Gli appassionati di calcio invece se lo ricorderanno per quel magnifico gol che fece in campionato contro la Roma, con una mezza rovesciata che andò a finire sotto l’incrocio dei pali della porta avversaria. Ma sicuramente Youri Djorkaeff è uno dei maggiori talenti che hanno mai calcato i campi italiani.

Stranamente però la sua carriera, durata per oltre 20 anni, è costellata di tanti successi concentrati in soli 4 anni, dal ’96 al 2000 grazie proprio all’Inter, ma anche al Psg e alla sua nazionale con cui vinse un mondiale ed un campionato europeo, ma poi di lui se ne sono perse le tracce appena dopo il 2000.

Il Lippi furioso e la sua croce

Il titolo di Campione del Mondo non basta a ripararlo dalle critiche, perché nel calcio, è risaputo, la riconoscenza è prossima allo zero. Marcello Lippi, però, non è disposto a scendere a compromessi e da buon toscanaccio qual è, difende la sua idea, rispondendo a tono a chi si permette di giudicare le sue scelte.

Inutile tornare sull’argomento, inutile insistere con le domande: Cassano non fa parte dei piani del ct, né ora né in futuro. Meglio rassegnarsi e lasciar correre, per evitare che la polemica ci accompagni da qui al prossimo mondiale (e manca un anno abbondante).

Lui fa spallucce e va avanti per la sua strada, dicendosi anche disposto a subire le critiche altrui, ma poco propenso a stare al gioco di certi giornali che hanno ricamato molto sull’accoglienza che riceverà l’Italia in quel di Bari, terra natale di Fantantonio. Il ct è indignato (tanto per usare un eufemismo) per il clima che va preparandosi e nella conferenza stampa di oggi pomeriggio ha tuonato contro un certo tipo di giornalismo.