Storia degli Europei: Italia 1968

Finalmente Italia! Dopo un Campionato Europeo non disputato ed uno che ha visto la nostra nazionale transitare alla velocità della luce, con una prematura e cocente eliminazione da parte dell’Urss, ecco arrivare la manifestazione del 1968, da giocarsi fino in fondo con l’apporto di grandissimi talenti.

Ma andiamo per ordine, partendo dalle qualificazioni, in cui eravamo inseriti nel girone di Svizzera, Cipro e Romania. Nessun problema contro gli elvetici ed i ciprioti, mentre con la Romania fu più difficile del previsto. L’assenza di Picchi si rivelò determinante per la formazione azzurra che a Sofia fu infilata tre volte, allontanando i sogni di qualificazione alla fase finale.

Per nostra fortuna Domenghini, Prati e Rivera erano in giornata di grazia e riuscimmo a limitare i danni, concludendo la partita sul punteggio di 3-2. Al ritorno fu tutta un’altra musica e l’Italia conquistò il passaggio del turno con un secco 2-0.


Per decisione dell’Uefa, l’organizzazione della fase finale venne affidata proprio all’Italia, che a questo punto ci teneva a ben figurare di fronte al pubblico di casa, a digiuno di successi internazionali da 30 anni!

In semifinale trovammo ancora i sovietici ed il desiderio di rivincita era forte, ma sul campo la paura di perdere tagliò le gambe ai nostri, superiori a livello di gioco ai sovietici, ma bloccati dal timore di ripetere la figuraccia di quattro anni prima.

La conseguenza fu una partita noiosa, giocata per lo più a centrocampo e senza grandi occasioni da entrambe le parti. E così, dopo 120 interminabili minuti, l’arbitro Tschenscher fischiò la fine della gara. Rigori? A quell’epoca non erano previsti e si lasciava decidere la sorte con il lancio della monetina nel più classico dei “testa o croce”. Fortuna volle che la moneta ricadesse dalla parte giusta per noi e ci ritrovammo in finale.

Nell’altra semifinale l’Inghilterra campione del mondo era opposta alla temibile Jugoslavia, che giocò decisamente meglio e riuscì a spuntarla con un gol di Dzaijc negli ultimi minuti.

Sconfitti i migliori, mi sembra ovvio che adesso possiamo tranquillamente ripeterci contro gli azzurri.

Questo il proclama alla vigilia della finale da parte del ct Mitic. Ed in effetti l’Italia fu surclassata dal gioco degli slavi, a causa soprattutto delle scelte di Ferruccio Valcareggi, che aveva messo in campo una formazione guardinga e priva di fantasia. La Jugloslavia passò in vantaggio al 38′, ma fece l’errore di sentirsi appagata, sperando di mantenere il vantaggio fino al 90′. Ma non aveva fatto i conti con la precisione di Domenghini, che su calcio piazzato bucò la barriera e portò gli azzurri all’insperato pareggio. I supplementari non cambiarono il risultato e, trattandosi di una finale, non ci si poteva affidare nuovamente al lancio della monetina: per decidere il vincitore occorreva rigiocare la partita.

Seguirono due giorni di inferno con critiche feroci nei confronti delle scelte del tecnico italiano, tanto che nella finale bis, il buon Ferruccio cambiò totalmente formazione, inserendo nell’undici di partenza Riva, Salvadore, Rosato, De Sisti e Mazzola.

Il campo disse che stavolta le scelte del mister erano quelle giuste e già dopo 11 minuti Gigi Riva fece impazzire l’Olimpico con il gol del vantaggio. Gli slavi tentarono di reagire, ma quell’Italia era ben assortita ed il raddoppio di Anastasi al 31′ demolì le speranze di rimonta. L’Italia era così Campione d’Europa per la prima ed unica volta nella sua storia.

Sono passati 40 anni da quel giorno e forse è ora di concedere il bis!

3 commenti su “Storia degli Europei: Italia 1968”

Lascia un commento