Italia-Serbia diventa un caso politico

di Redazione 4

All’indomani del vergognoso spettacolo passato davanti agli occhi degli italiani (e non solo) in diretta tv, si sprecano le chiacchiere sulle varie responsabilità, i commenti su cosa si poteva fare per evitare il fattaccio, i botta e risposta tra Italia e Serbia sul comportamento delle rispettive forze di polizia.

Sta di fatto che Italia-Serbia, valevole per le qualificazioni ad Euro 2012, non si è giocata per colpa di un manipolo di bestie (ci perdonino gli animalisti), partite da Belgrado con la ferma intenzione di creare scompiglio sia all’esterno che all’interno dello stadio Ferraris di Genova.

A chi dare la colpa? Chi ha aperto le gabbie, permettendo a 100-200 imbecilli di varcare la frontiera per mettere a fuoco e fiamme la città di Genova?

Il popolo serbo ha preso le distanze dai quattro facinorosi che hanno animato la tranquilla serata genovese e per mezzo dell’ambasciatrice serba a Roma, Sanda Raskovic-Ivic, ha espresso vergogna per quanto accaduto:

Questi teppisti non rappresentano il popolo serbo. Quanto accaduto a Genova è una disgrazia, un vero incubo. Io e tutti noi serbi proviamo vergogna.

Ma c’è anche chi rigetta le responsabilità verso il mittente, come fa il Ministro degli Interni serbo Ivica Dacic, il quale si chiede come possa un gruppetto di facinorosi impedire il normale svolgimento di una gara internazionale e come i serbi abbiano potuto introdurre “un simile armamentario” all’interno dello stadio.

Intanto il Ministro Maroni difende l’operato della polizia italiana, lodandola per l’atteggiamento tenuto (l’intervento avrebbe potuto provocare una strage). A sentire le autorità italiane, la Serbia non aveva sufficientemente messo in guardia sulla pericolosità dei propri ultras ed è per questo che non c’è stato modo di prendere le dovute precauzioni. Italia-Serbia diventa quindi un caso politico ed è normale che ora – a giochi fatti – ognuno cerchi di scaricare le responsabilità dell’accaduto.

Resta la vergogna per uno spettacolo indegno offerto al mondo, resta la rabbia del tifoso che considera il calcio solo come un gioco e resteranno le sanzioni che la Uefa farà cadere sulla testa della Serbia ed anche dell’Italia, la quale – come Paese organizzatore – non è riuscita a garantire il regolare svolgimento della partita.

[Foto: Gino Mancini]

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