L’ultimo saluto a Enzo Bearzot (gallery)

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Foto: AP/LaPresse

Una cerimonia semplice ha accompagnato l’addio di Enzo Bearzot, morto un paio di giorni fa dopo una lunga malattia. Semplice la cerimonia, come semplice era l’uomo, uno che non si è mai comportato da primo della classe, pur essendo consapevole dell’immenso obiettivo raggiunto.

Poteva prendersene di rivincite il Vecio all’indomani di quell’11 luglio del 1982, allorché la sua nazionale sollevava la Coppa del Mondo nel catino infernale del Santiago Bernabeu, dopo che critici, stampa, tifosi si erano accaniti contro quel gruppo. Ma Bearzot era fatto così e le sue rivincite se le è prese solo sul campo, accettando poi l’idea che in molti saltassero sul carro dei vincitori pur non avendone il diritto.

Discorsi questi che lasciano il tempo che trovano, perché da allora di anni ne sono passati 28 e soprattutto perché il Vecio non c’è più. Stamattina il mondo ha regalato l’ultimo saluto in quel di Milano all’allenatore campione del mondo. Nella chiesa di Santa Maria al Paradiso tanta gente comune, ma anche molti volti noti, primi fra tutti i “suoi ragazzi”, quelli che nel Mundial spagnolo lo portarono in spalla dopo il 3-1 rifilato alla Germania.

Oggi il copione si è ripetuto. C’erano Zoff e Conti, Rossi e Beppe Baresi, Cabrini e Tardelli, Cesare Maldini e Collovati a portarlo in spalla, ma stavolta l’atmosfera era diversa ed i lucciconi non mancavano negli occhi di chi lo ha amato al di là del rapporto sportivo. A fine cerimonia, poi, in molti hanno voluto ricordare le qualità umane di Enzo Bearzot, a partire da capitan Zoff, colui che per primo sollevò al cielo la Coppa del Mondo:

Bearzot era una persona straordinaria. Di lui ho un ricordo costante soprattutto come un uomo che si può considerare davvero tale.

Commosso il ricordo di Paolo Rossi, l’eroe del Mundial di Spagna:

Solo un uomo come lui avrebbe ancora creduto nelle mie capacità e avrebbe insistito come ha fatto lui. Poi è stato fortemente ripagato, ma è a lui che devo gran parte dei miei successi sportivi. Era una persona straordinaria, unica e non riesco a trovare nessuno con le sue caratteristiche. Un uomo di una semplicità e di una bontà unica pur nella sua rudezza. Era protettivo con noi come lo sarebbe stato un padre e sono sicuro che il rivederci qui tutti riuniti oggi per lui gli avrebbe fatto un immenso piacere.

Tutti insieme per l’ultimo saluto ad un grande uomo. Ciao Enzo.

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