Delneri fa il bilancio di fine anno

di Redazione Commenta

Foto: AP/LaPresse

Fine anno, tempo di bilanci. E’ così un po’ per tutti, figuriamoci per uno come Gigi Delneri che in questo 2010 si è tolto parecchie soddisfazioni, prima sulla panchina della Sampdoria, poi su quella della Juventus, dove spera di poter sedere per ancora molto tempo:

Ho raggiunto questi traguardi a sessant’anni, dimostrando di essere uno che non molla mai. Se sono a Torino, devo ringraziare le persone che hanno lavorato e che lavorano con me, a partire da Agnelli e da Marotta, decisivo nel mio approdo all’ombra della Mole. Ho la fortuna di avere collaboratori bravissimi, che sono anche amici. Nei miei successi c’è tanto del loro.

C’è tanto di loro, ma una parte del merito va anche al pubblico della Vecchia Signora, che pure aveva accolto con freddezza l’ex tecnico blucerchiato. Delneri non ne fa un dramma ed anzi è disposto a comprendere l’atteggiamento della curva ad inizio stagione:

Considero logico e giusto che ci fosse della diffidenza nei miei confronti. Il grande nome ha un ritorno importante nell’immediato, ma è sul campo che si vede il lavoro svolto. Penso di stare riuscendo, piano piano, ad entrare nel cuore dei tifosi con l’impegno e la cultura del lavoro. Me lo auguro, perché l’affetto nei confronti della squadra dipende anche da quello nei confronti di chi la guida.

L’unico rammarico è legato all’uscita prematura dall’Europa:

Dispiace molto aver lasciato l’Europa League in questa maniera: se tre mesi fa fossimo stati quello che siamo oggi, adesso l’Italia avrebbe ancora due squadre nella seconda competizione continentale. Continueremo a lavorare in ottica campionato, sperando che i nostri miglioramenti ci portino ad una posizione importante. A fine anno vorrei che qualcuno mi dicesse ‘Qua la mano, bel lavoro’.

C’è da sperare per lui e per i tifosi bianconeri che il bilancio a fine campionato sia altrettanto positivo, perché una squadra come la Juventus non può restare ai margini del calcio italiano ed internazionale per troppi anni. E questo Delneri lo sa.

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