Balotelli, multa e scuse

di Redazione Commenta

Fischi e buu su ogni campo d’Italia, ad ogni tocco di palla, ad ogni fallo commesso o ricevuto, ad ogni rete segnata… E’ il destino di Mario Balotelli, italiano dalla pelle d’ebano, che non riesce proprio a farsi accettare dal pubblico del Belpaese. Razzismo? Forse un po’ si, anche se bisogna ammettere che il giovane attaccante dell’Inter non è esente da colpe, ponendosi sempre in modo “sbagliato” e reagendo in maniera esagerata alla varie provocazioni. L’ennesimo esempio lo abbiamo avuto ieri subito dopo la gara vinta dall’Inter contro il Chievo. A fine partita l’under 21 azzurro si era lamentato per il trattamento ricevuto dal pubblico di casa (“ogni volta che vengo qui, questo pubblico mi fa sempre più schifo”).

Oggi è arrivata per lui una multa salata (7.000 euro), non tanto per le dichiarazioni del post-partita, quanto per l’applauso ironico (e dunque provocatorio, a detta del giudice sportivo) rivolto al pubblico nel momento della sostituzione. E dopo al multa arrivano anche le scuse di Supermario, anche se con dei distinguo:

Non mi scuso con chi mi ha insultato, ma con quella parte di pubblico che non c’entrava niente e che ho offeso esprimendomi male perchè esasperato dai “buu” durante la partita e mentre uscivo dal campo. Avrei dovuto precisare che quei tifosi che mi hanno fatto i “buu” a Verona, così come in altri stadi d’Italia, mi fanno schifo perché invece di godersi sportivamente una partita non pensano ad altro che a insultarmi. Sono stanco di sentire slogan e “buu” razzisti anche quando in campo mi comporto bene.

E ancora:

E non accade solo a me. A Verona mi sono vergognato dei miei tifosi quando ho sentito i “buu” contro Luciano del Chievo. Mi ha dato molto dispiacere, è una vergogna che deve finire. Non ce l’ho con Verona, che invece mi piace molto, tant’è vero che con un mio compagno di squadra siamo andati a vedere la casa di Giulietta che non avevamo mai vista.

Ed in effetti Verona non ha colpe. Purtroppo però gli imbecilli non hanno bandiera.

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