Calcio-scommesse: sospettate alcune partite di A, spunta il nome di De Rossi

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Foto: AP/LaPresse

Se le gare di Lega Pro e di Serie B falsate sono ormai assodate, qualche dubbio viene anche su alcune di Serie A. Analizzando le intercettazioni si capisce come qualche tentativo di falsare delle partite ci sia stato, ma ancora non c’è alcuna sicurezza che sia avvenuto veramente. Più che altro le squadre della massima serie coinvolte sembrano tirate in ballo dai protagonisti della vicenda senza un vero fondamento, ma solo per convincere gli scommettitori a puntare grosse cifre.

Un po’ come avvenuto nella gara tra Inter e Lecce, finita 1-0 ma che, secondo gli organizzatori delle scommesse illegali, sarebbe dovuta finire con l’over perché alcuni giocatori erano stati contattati. Il risultato con un solo gol segnato invece dimostra che probabilmente questi erano solo millantatori e che nessun calciatore era stato contattato, o comunque nessuno si era reso disponibile alla combine.

Nelle intercettazioni spunta fuori anche il nome di Daniele De Rossi, centrocampista della Roma:

Gioca l’over, ho appena parlato con De Rossi

si sente dire da Paoloni, uno dei più attivi del gruppo, al telefono. Ed in effetti la gara finirà 4-3, ma De Rossi in quella partita non era nemmeno sceso in campo, e trattandosi di due squadre che segnano molti gol ma con difese discutibili, forse quello di Paoloni era solo un modo per essere più convincente, visto che non ci voleva la sfera di cristallo per immaginare che ci sarebbe stato un gran numero di gol.

Altre gare finite sotto la lente di ingrandimento sono Brescia-Bologna, finita 3-1, e Chievo-Sampdoria 0-0. I risultati erano stati predetti al telefono (non lo score finale, ma la vittoria del Brescia ed il pari nell’altra partita), ma anche qui non c’era bisogno di truccare le partite, visto che il Brescia era in piena zona retrocessione ed aveva bisogno urgente di vincere, mentre il Bologna era salvo ed era in fase calante (tant’è che il Bologna ha perso 6 delle ultime 8 partite), mentre all’epoca i doriani erano ancora al quint’ultimo posto, e sia a loro che al Chievo un pari faceva comodo. Più che di partite combinate, si sarebbe potuto parlare di risultati scontati perché si sa come vanno queste cose, dunque le parole dette al telefono sembrano più che altro un tentativo di guadagnar credito nei confronti dei vari personaggi del “giro”, più che delle vere e proprie ammissioni di colpevolezza.

Ciò non toglie che gli illeciti ci siano stati eccome. Oggi spunta un tariffario che andava dai 50 mila euro a partita per le gare di Lega Pro, a 400 mila euro per una gara di A, con lo spettro della mano della mafia nel tentativo di riciclare un po’ di soldi sporchi. Insomma, prove sul coinvolgimento della massima serie pare che finora non ce ne siano, ma rimane una intercettazione sibillina tra due degli arrestati, Bellavista e Bressan, in cui uno parla all’altro di un “personaggio importante”, senza fare il nome, con cui aveva già parlato per combinare alcune partite di Serie A. L’indagine è comunque solo all’inizio.

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