Calcio scommesse: Paoloni crolla e parla

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Foto: AP/LaPresse

Pensava di dover rimanere in cella un paio di giorni. Quando gli hanno comunicato che da lì non sarebbe uscito tanto presto è crollato. Marco Paoloni, in lacrime, ieri ha deciso di collaborare con la giustizia e vuotare il sacco. La strategia di negare tutto che era stata accolta in un primo momento dai calciatori coinvolti è durata appena 48 ore. Un buon segno visto che, collaborando con la giustizia, i tempi del processo si potrebbero accelerare e dunque potremmo venire a capo molto presto della questione.

Paoloni è distrutto a causa di ciò che sta facendo passare alla sua famiglia, per il fatto di non poter assistere al terzo compleanno della figlia che ci sarà la prossima settimana, e per la consapevolezza del tunnel in cui si è andato ad infilare. Anzi, ora è quasi sollevato in quanto, in carcere, nessuno più lo può toccare, tanto da ammettere di aver ripreso a dormire solo dietro le sbarre.

Paoloni è un fiume in piena e spiega come è finito nelle maglie dell’organizzazione. Partendo da delle scommesse perse in cui ci rimetteva un sacco di soldi, ha cominciato a vendere notizie “interne” al mondo del calcio con cui solo chi ci lavora può venire in contatto. Spesso però si rivelavano infondate, e così era costretto a combinare le partite. Ma come ha dimostrato la vicenda del calmante nel tè, non sembrava andargli tutto bene, e così perdeva soldi su soldi.

Io dalle scommesse non ci ho mai guadagnato niente. Infatti il mio conto in banca era sempre sotto.

E questo era il vero problema. Non riuscendo mai ad uscire dai guai, ma rimanendone sempre più invischiato, era costretto a condizionare la sua vita, come quando rifiutò di trasferirsi in una squadra di Serie B per rimanere in contatto con la Lega Pro. Lui infatti era il “referente” in quella categoria, tanto che ammette di non sapere se c’erano suoi omologhi nella massima serie o in quella cadetta. Lui si doveva occupare della Lega Pro sotto minacce fisiche, come quella che gli avrebbero sparato se non restituiva ai famosi slavi i soldi persi per una dritta errata su una scommessa. Insomma, alla fine sembra che la soluzione migliore per Paoloni fosse proprio l’arresto, anche se per sapere la verità, la sensazione è che bisognerà attendere ancora a lungo.

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