La sera della bruciante sconfitta di mercoledì contro il Bayern Monaco, il patron dell’Inter Massimo Moratti ha stabilito la rotta da seguire per tutto il club.
La sua dichiarazione
Mai più senza centravanti
ha lasciato un segno importante, perché oltre a rappresentare una spiegazione della sconfitta di Champions League, sta circoscrivendo il perimetro della prossima campagna acquisti della squadra nerazzurra.
Franck Ribery e Bastian Schweinsteiger sono due delle stelle del Bayern Monaco ma anche due giocatori molto contesi. Il francese interessa a mezza Europa e lo stesso si può dire del suo compagno di squadra – solo negli ultimi giorni è rimbalzato nei diversi mass media l’interesse dell’Inter per i due giocatori.
La squadra tedesca sta facendo tutto il possibile per trattenerli entrambi. Spesso i club fanno fatica a conservare i loro migliori elementi, perché magari arriva un’offerta a cui non si può dire di no, ma a volte dietro un trasferimento si nasconde la fame di denaro di alcuni agenti.
Dolci ricordi in casa Inter, in vista della gara contro il Bayern Monaco, che una manciata di mesi fa valeva per il titolo di Campioni d’Europa. Ricordi da cancellare per i tedeschi che nella gara di domani cercheranno di spazzar via dalla mente quella triste notte, quando Milito dimostrava di essere il miglior attaccante in circolazione, passeggiando sui sogni di glori dei bavaresi.
Leonardo quella sera era lontano mille miglia, legato ancora ad un sogno a strisce rosse e nere e forse nemmeno immaginava che un giorno si sarebbe trovato a difendere i colori dei cugini. Ma ora il brasiliano è sulla panca dell’Inter e vuole godersi fino in fondo il momento, mentre ricorda all’Europa intera che il titolo di campione è nelle mani dei nerazzurri:
Siamo campioni in carica: questa squadra ha la capacità di affrontare le difficoltà, mi sento tranquillo. Scenderemo in campo mettendo tutto quello che abbiamo: ho la certezza di allenare un gruppo che pensa soltanto a vincere. Sono certo che il comportamento dei ragazzi sarà quello di un undici che sa di essere campione d’Europa e non solo.
Dopo essersi fatto notare nella nazionale tedesca durante la scorsa edizione della Coppa del Mondo, Mesut Özil si è imposto con una velocità impressionante nella formazione titolare del Real Madrid.
Autore di nove reti e di una decina di assist, il nazionale tedesco, così come l’altro giovane rampante acquistato a giugno – l’argentino Angel De Maria -, sta relegando in panchina il Pallone d’Oro 2007, ovvero Kakà.
Chi dice calcio pensa inevitabilmente al Brasile. Anche se ad inventare questo sport sono stati gli inglesi, è il paese della samba che ha apportato una nuova dimensione a questa disciplina.
Anche se la nazionale brasiliana stenta a brillare in Coppa del Mondo dal 2002 – è stata eliminata nei quarti di finale da Francia ed Olanda nel 2006 e nel 2010 -, i vivai verdeoro sfornano ogni anno tonnellate di talenti che promettono sfracelli.
Credo che una delle maggiori paure dei tifosi interisti sia quelle di ritrovarsi il loro adorato José Mourinho ad allenare dall’altra parte della barricata, e in particolare come guida dei due club con cui è più accesa la rivalità: il Milan e la Juventus.
Possono dormire sonni tranquilli, se prendono per buone le dichiarazioni dell’allenatore portoghese:
Per come mi sono schierato dalla parte dell’Inter quando la allenavo, non potrei mai allenare la Juventus.
La rimonta sul Milan capolista è in fase di lavorazione, ma lui, Leonardo, tecnico del dopo-Benitez ed artefice del miracolo resurrezione, non si accontenta di avvicinare la vetta. Lui vuole lottare per lo scudetto e non nasconde la voglia di giocarsi le proprie anche in Champions League:
L’Inter ha voglia di vincere tutto. È impossibile scegliere, si scende in campo per vincere. La rosa ci permette di cambiare giocatori e di puntare sempre al successo. Come si fa a gestire? Non c’è nessuna scelta. Bisogna gestire nel modo migliore le energie, ma questa squadra è abituata a certi impegni.
E siamo a tre. Dopo aver provato per due volte ad ingaggiare Bastian Schweinsteiger, il terzo tentativo potrebbe essere quello buono. Il grimaldello con cui scassinare la resistenza del Bayern
Difficile trovare un attacco più fornito di quello dell’Inter: a David Suazo, Samuel Eto’o, Goran Pandev, Diego Milito e Philippe Coutinho, a gennaio si è aggiunto – come tutti sanno – Giampaolo Pazzini per 12 milioni più il francese Biabiany.
A giugno molte cose potrebbero cambiare. Sicuro partente sarà David Suazo, legato ai nerazzurri fino a dicembre dell’anno prossimo – finora non è mai entrato in campo e difficilmente lo vedremo ancora con la maglia dell’Inter.
A meno di ventiquattro ora dal derby d’Italia, gli animi cominciano a scaldarsi e piovono “minacce” da una parte e dell’altra. Juventus-Inter non è una partita come le altre, per quanto la si voglia dipingere come tale. Juventus-Inter si gioca tutto l’anno sulle pagine dei giornali e sulle bocche dei protagonisti, che rivendicano successi antichi e chiedono la restituzione di questo o quell’altro scudetto. Ma non provate a far ammette a Delneri che dietro questa gara così importante per la conquista di un posto al sole possa esserci qualche motivo che va al di là del fatto sportivo:
Calciopoli non mi interessa, non guardo queste cose. I risultati in questo momento dicono che l’Inter è la squadra più forte del mondo.
Come quasi tutti i tifosi interisti sanno, i muscoli di Diego Milito hanno ceduto per la quarta volta negli ultimi venti minuti del big match contro la Roma.
Con questo ultimo infortunio l’annata dell’attaccante argentino sembra la trasposizione nel calcio di una via crucis – impedendo di fatto al Principe di ripetere o almeno di avvicinare l’ultima trionfale stagione, con i gol decisivi che hanno portato ai nerazzurri la tripletta.
Un mese e mezzo di assenza per recuperare da un infortunio e ricaricare le pile, ma ora Wesley Sneijder è tornato al suo posto, a dettare i tempi nel centrocampo nerazzurro, nella speranza di lasciare un’impronta sulla stagione dell’Inter. Tre graffi in sei giorni (tra campionato ed amichevole con l’Olanda) e la voglia di spaccare il mondo di dimostrare che è ancora l’Inter la squadra da battere. Nel posticipo di domenica c’è la Juve ad attendere i campioni d’Italia e Sneijder vuole tornare da Torino con i tre punti in tasca:
Battere la Juve e proseguire la striscia è importante per mettere pressione a chi è davanti. Vogliamo lo scudetto. A maggio si fanno i conti.
Massimo Moratti aveva detto che nella settimana prima di Juventus-Inter bisognava abbassare i toni:
La rivalità tra Juve e Inter è parte dl calcio, ma rientra nei confini dello sport, poi il pubblico la condisce oltre tali confini.
E poi
La nostra posizione di dirigenti deve portarci a fare in modo che i limiti dello sport non vengano travalicati.
Non sempre però ci si riesce. E così quando, durante un’intervista al Secolo XIX, gli chiedono di Calciopoli invece di non dire nulla, torna ancora una volta a usare parole che i tifosi juventini considereranno come un drappo rosso sventolato davanti a un toro:
Calciopoli è stata una vicenda molto grave.
E ancora:
Non credo ci sia la minima base per riassegnare il titolo del 2006 alla Juve.
Grazie alle norme del fair play finanziario non conviene più acquistare i campioni già affermati pagandoli un occhio della testa, meglio puntare sui giovani che costano infinitamente meno. E’ questa la politica che molti club italiani cominceranno ad attuare nella prossima finestra di mercato estivo, e tra questi ci sarà anche l’Inter.
In previsione ci dovrebbero essere un acquisto per la difesa, il famoso arrivo di Castaignos per l’attacco, mentre è a centrocampo che ci sarà una mezza rivoluzione. Partito Biabiany, l’unico centrocampista giovane su cui puntare per il futuro è Coutinho, e dunque bisogna cominciare a sostituire qualcuno degli ultratrentenni che cominciano ad infortunarsi spesso.
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