Arjen Robben ha la valigia in mano da tempo. Due litigate con Thomas Muller lo hanno allontanato un po’ dalla squadra, l’esonero di Van Gaal e la cessione di Van Bommel lo hanno convinto ad andare via, e domenica scorsa la goccia che ha fatto traboccare il vaso: un altro violento litigio, stavolta con Frank Ribery.
Ormai l’esterno olandese, candidato al Pallone d’Oro della scorsa stagione, ha deciso di partire, ed anche se alla dirigenza del Bayern Monaco dispiace tantissimo perderlo in quanto migliore calciatore della squadra delle ultime due stagioni, probabilmente non potrà far nulla per trattenerlo.
Quale squadra ha più tifosi in Italia? Questa annosa questione ha sempre avuto una sola risposta, la Juventus, ed ha sempre lasciato il tempo che ha trovato, dato che si trattava soltanto di una questione di orgoglio juventino. Ma non quest’anno. Tra i vari criteri che sono stati proposti per dividersi la golosa fetta da 200 milioni di euro dei diritti televisivi, c’è anche quella dei tifosi. In pratica le grandi squadre hanno proposto che i diritti fossero suddivisi in base al numero dei sostenitori, in questo modo anche un solo tifoso in più vale oro.
Ad accapigliarsi oggi sono Inter e Juventus a causa di un sondaggio galeotto, condotto da Ipr Marketing, il quale ha rilevato che, per la prima volta nella storia, c’è stato un sorpasso dei nerazzurri sui bianconeri, con 7,5 milioni di sostenitori di Eto’o e compagni che lasciano indietro invece i fan di Del Piero a 7 milioni.
Pochi punti separano il Milan dalla conquista dello scudetto, ma Leonardo non si dà per vinto e vuole insidiare i cugini fin quando la matematica non mortificherà le speranze nerazzurre. Nella sfida contro il Cesena, dunque, l’Inter era obbligata a vincere al cospetto di una squadra che sta ancora inseguendo il sogno salvezza e che veniva da una striscia positiva.
Pimpante il Cesena nella prima parte di gara con un paio di azione che avrebbero potuto far male. Poi erano gli ospiti a proporsi in avanti ed a giostrare il possesso palla, ma al termine della prima frazione di gioco il tabellone luminoso segnava 0-0.
Anticipo della trentacinquesima giornata di serie A.
Stadio Manuzzi, Cesena: Cesena-Inter 1-2
Reti: 11′ st Budan (C), 46′ st e 50′ st Pazzini (I)
Cesena – Inter 1-2
Pare che il campionato sia stato scritto ancora prima che Inter e Cesena scendessero in campo. Troppo distante il Milan, e poche le giornate a disposizione, per poter pensare che gli uomini di Leonardo possano riscrivere quel che tutti si è già letto: il tricolore è cucito sulle maglie dei calciatori in quota ad Allegri. Lo si pensava precedentemente alla gara del Manuzzi ma ne si è evidentemente convinti ugualmente adesso. Che l’inter, da Cesena, è uscita a testa alta solo grazie a un finale di gara vissuto sulle spalle di Giampaolo Pazzini.
A pesare, stavolta, sembrava esssere non la differenza di organico ma quella motivazionale: troppo affamati e nella necessità di fare punti, gli emiliani, per consentire di prestare il fianco al vezzo di un club, quello nerazzurro, il cui unico obiettivo sarebbe semmai potuto essere quello di allungare i tempi di attesa dei cugini. Invece, i nerazzurri che già conosci, quelli capaci di tutto e del suo contrario, si tolgono un misero sassolino dalla scarpa e decidono di tenere virtualmente aperto il campionato. Decide Pazzini allo scadere di frazione, quasi che il Paz abbia voluto – pensando alla sua ex squadra – giocare più per tenere a galla la Sampdoria che per la convinzione di avere ancora chances di intascare lo scudetto. Leonardo sceglie Milito quale partner d’attacco di Eto’o e fa accomodare in panchina Pazzini. Julio Cesar squalificato, in porta c’è Castellazzi. Di contro, Ficcadenti deve fare a meno di Bogdani, tra le riserve per una condizione di forma non ottimale, e lancia quale riferimento offensivo Budan.
Secondo Leonardo il ciclo dell’Inter non è finito. Ma avrà ragione oppure no? Nella sede di palazzo Durini ci stanno pensando da tempo. Sicuramente c’è da cambiare, visto che la rosa ha un’età media elevata e le tante vittorie potrebbero aver spento la fame di vittorie di qualche giocatore.
Il problema è l’ampiezza del cambiamento da operare. Una delle possibilità è quella di far cassa con la cessione di calciatori come Diego Milito e Maicon. Un anno fa avrebbero fatto entrare nelle casse nerazzurre cifre molto più sostanziose, ma anche ora, nonostante la svalutazione dovrebbero garantire una trentina di milioni di euro – oltre a liberare l’Inter da un paio di stipendi pesanti.
Una indiscrezione circola nei corridoi nerazzurri da qualche giorno: Diego Simeone sta facendo le prove generali in quel di Catania per poter tornare all’Inter, come fece da calciatore, nella prossima stagione. L’idea stuzzica molti “romantici”, ma non Leonardo che si tiene stretta la panchina e rilancia la sua candidatura per la prossima stagione:
Oggi più che mai mi sento molto più forte come allenatore e sono sempre convinto di continuare in panchina. Il mio punto fermo è il bel gioco, ma posso cambiare idea, sono una metamorfosi che cammina.
Per i francesi sarebbe “Il nuovo Anelka”. Anche se di mestiere fa l’ala e non il centravanti, ricorda nel fisico e nelle qualità tecniche l’attaccante del Chelsea.
Non è la sola cosa che Jean-Christophe Bahebeck, 183 cm e tra pochi giorni diciotto anni, ha in comune con lui. Tutti e due sono cresciuti nel Paris Saint-Germain. E potrebbero anche condividere la partenza anticipata dalla squadra francese per pochi euro.
Ci aveva provato già un paio di anni fa l’Inter a prendere Drogba, ma stavolta sembra la volta buona. L’attaccante ivoriano, considerato per anni uno dei migliori centravanti al mondo, ha ormai perso definitivamente il posto da titolare. Fernando Torres sembra inamovibile al Chelsea, ed il tentativo che gli inglesi faranno a breve per ingaggiare Lukaku spingerà fuori squadra l’ex attaccante dell’Olympique Marsiglia.
Così ecco l’occasione ghiotta per l’Inter che potrebbe prendere un ottimo centravanti a prezzo scontato, cedendo invece Milito, ormai mollato dal Genoa, visto che il Real Madrid ed alcuni club inglesi sono disposti a pagarlo diversi milioni. Ma se Drogba potrebbe arrivare spendendo quanto incassato da Milito, sembra che l’investimento grosso di quest’anno debba riguardare Cesc Fabregas.
Comincia a prendere forma il calciomercato dell’Inter della prossima estate. Quest’anno, a differenza degli ultimi 3, si tornerà al vecchio stile, e cioè una mezza rivoluzione della rosa. Non si sa ancora se a guidare la squadra sarà Leonardo, ciò che si sa è che molti giocatori partiranno. Due di questi sono punti fermi dei nerazzurri, ma che stranamente Moratti non ha dichiarato incedibili: Julio Cesar e Sneijder.
Il primo, a dir la verità, si sospettava fosse in partenza visto l’interessamento a Viviano. Ma è il secondo a sorprendere. Entrambi sono stati richiesti dal Manchester United (che perderà Van Der Sar che si ritira), e per convincere Moratti a cederli, Ferguson è pronto a mettere sul piatto della bilancia il fenomeno Nani, centrocampista tuttofare, in grado di ricoprire quasi tutti i ruoli in mezzo al campo, peraltro anche bene.
I tifosi interisti si mettano l’anima in pace. Se non è bastata la frase di qualche giorno fa di José Mourinho che invitava Moratti a ripartire nella prossima stagione da
Proprio ieri sera ha sollevato il suo primo titolo in terra di Spagna, battendo i nemici giurati del Barcellona ai tempi supplementari. Josè Mourinho si conferma dunque un allenatore vincente
La rivalità tra la Juventus e l’Inter è sempre grande. E adesso si sta trasferendo nella caccia ai giovani fenomeni in giro per il mondo. Dopo aver messo a segno
Fino alla scorsa stagione era la sfida tra le migliori compagini del calcio italiano, mentre quest’anno quella tra Roma ed Inter è solo una gara tra le grandi deluse, tra due squadre partite con ben altri obiettivi, che non immaginavano certo di ritrovarsi a dover giocare alla morte una semifinale di Coppa Italia per salvare la faccia e la stagione.
L’ultimo turno di campionato ha mortificato le ambizioni delle due squadre, con l’Inter che probabilmente ha dato l’addio definitivo alla corsa scudetto e la Roma costretta a rinunciare (forse non definitivamente, ma quasi) al sogno di conquistare un posto nella Champions League della prossima stagione. Fare bene in Coppa Italia (e magari vincerla) rappresenterebbe dunque l’ultima chiamata per le due formazioni. Chiamata senza risposta per gli uomini di Montella, che tra le pareti domestiche non riescono ad imporre il proprio gioco ed alla fine soccombono di fronte alla maggiore voglia degli ospiti.
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