Moviola 7^ giornata, tanti risultati falsati e cartellini sbagliati

di Redazione Commenta

Un passo indietro molto vistoso è stato effettuato in quest’ultima giornata di campionato. Un vero peccato per gli arbitri italiani che nelle 6 giornate precedenti avevano collezionato tantissimi complimenti e soltanto pochi rimproveri per errori non molto evidenti. In questa giornata invece sono stati 3 i risultati falsati e altrettanti potevano essere diversi, senza che però la sostanza cambiasse. Male anche la gestione dei cartellini, come andremo a vedere.

Ne manca qualcuno nel derby, ma ciò che è più pesante è l’aver annullato il gol di Montolivo che segna calciando da 25 metri, ma che il signor Valeri annulla per un fallo di Emanuelson su Handanovic. In realtà non c’è nessun fallo perché sul cross precedente, su cui esce il portiere, Emanuelson rimane fermo ed è lui che gli finisce addosso. La ribattuta successiva era quindi regolare.

Gli altri risultati falsati sono stati Chievo-Sampdoria, con il gol della vittoria per i clivensi che nasce da un fallo nettissimo su Obiang che non si sa come sia stato possibile che l’arbitro non abbia rilevato, e Torino-Cagliari con il gol di Bianchi del pareggio a pochi minuti dalla fine arrivato in una posizione molto difficile da valutare, ma che dopo cento replay sembrava in linea, e dunque regolare.

GLI ALTRI ERRORI – Errori piuttosto gravi sono stati commessi in Napoli-Udinese in cui ci sarebbe un rigore non fischiato per i partenopei, in Catania-Parma dove il terzo gol dei siciliani era regolare, ma è stato ingiustamente annullato, ed in Roma-Atalanta in cui non viene concesso un rigore solare su Lamela, e poi come per compensare non viene assegnato il gol a Denis, annullato per fuorigioco nonostante Piris lo tenesse nettamente in gioco. Infine da segnalare la mancata espulsione di Chiellini per doppio giallo che avrebbe potuto cambiare la partita, compensata pochi minuti dopo dal fischio con cui Giovinco, a pochi passi dal portiere avversario, viene fermato per un fuorigioco che non c’è.

Photo Credits | Getty Images

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