Giuseppe Papadopulo: il vincente disoccupato

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Nel calcio ci sono realtà dove una salvezza o una promozione valgono più di qualunque coppa e ci sono allenatori abituati a lavorare per conquistare traguardi di questo tipo. Allenatori vincenti, pur non avendo in bacheca trofei da spolverare o da esibire.

Uno di questi è Giuseppe Papadopulo, autore di mille miracoli sulla gran parte della panchine che ha occupato, una fama da vincente che lo precede ad ogni passo, eppure disoccupato d lusso.

E’ strano il calcio. Più volte su queste pagine abbiamo sottolineato che non basta vincere per guadagnarsi la riconferma (nemmeno Aragones si è sottratto a questa dura legge), ma fa comunque un certo effetto sapere che uno come Papadopulo venga messo alla porta dopo la stagione trionfale con il suo Lecce.


83 punti, 70 gol fatti e 29 subiti, miglior difesa e record di vittorie in casa: un ruolino di marcia impressionante per uno che era subentrato in corsa un anno e mezzo fa (in sostituzione di Zeman), chiamato a salvare il salvabile. E lui ha preso la squadra per mano, portandola ad un dignitoso nono posto nel primo mezzo anno di panchina, per poi conquistare la serie A alla fine della scorsa stagione.

Ma non è bastato. Aveva chiesto una campagna acquisti degna di una squadra di serie A, almeno 6-7 cambi nella rosa, ma la dirigenza non ha voluto accontentarlo e il lui è rimasto a spasso.

Finora nessuna offerta degna di essere vautata, solo chiamate da Russia, Egitto e Grecia, ma “Papa” non ci sta a trasferirsi in ambienti a lui sconosciuti:

E’ come se mi chiedessero di cimentarmi nel motociclismo anziché nel calcio. Dalla C2 in su sono documentatissimo, la conoscenza approfondita è fondamentale per i risultati.

E chi meglio di lui può saperlo? Dal 1992 ha inanellato una serie impressionante di risultati eccellenti, lasciando un ottimo ricordo in tutte le piazze in cui ha allenato: promozione e salvezza in B con Acireale e Fidelis Andria; promozione in B, promozione in A e salvezza con il Siena; ottavo posto conquistato con Lazio e Palermo, fino all’ultimo capolavoro con il Lecce.

Eppure nessuno lo vuole. Almeno per ora, perché siamo certi che appena ci sarà una barca in acque pericolanti, qualcuno si ricorderà di lui e della sua capacità di essere vincente. Com’è strano il calcio!

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