Grazie Udinese!

L’onore dell’Italia è salvo: finalmente una compagine nostrana è riuscita a tirar fuori i denti e a dimostrare all’Europa intera che il calcio del Belpaese non è proprio da buttare. L’Udinese torna dalla fredda Madre Russia con la qualificazione in tasca, la prima per il club friulano ai quarti di finale di una competizione europea.

E dire che di fronte aveva i campioni in carica dello Zenit St. Pietroburgo, che solo un anno fa mettevano paura a mezza Europa e che in fase di sorteggio sembravano aver scritto la parola fine sui sogni dell’Udinese. E invece il diavolo non è poi così brutto come lo dipingono e già dalla gara di andata avevamo avuto la sensazione che l’impresa fosse possibile.

Lo Zenit non è più lo squadrone di un tempo e solo la sfortuna aveva impedito agli uomini di Marino di uscire dal Friuli con un bottino ben più consistente. 2-0 è un risultato che mette (quasi) al sicuro da brutte sorprese, ma nel calcio non si sa mai… Stavolta però i bianconeri sono stati attenti, seguendo alla lettera le indicazioni di mister Marino e tornando a casa con la qualificazione.

Il Napoli è in Coppa Uefa

Missione compiuta: il Napoli da ieri sera è tornato finalmente in Europa, dopo 14 lunghissimi anni. Non che prima della gara di ieri ci fosse qualche dubbio in proposito, visto in 3-0 conquistato in Albania 15 giorni fa, ma ora c’è la certezza matematica dell’entrata in Coppa Uefa e sotto il Vesuvio si fa festa.

La partita con il Vllaznia è stata di fatto solo una formalità, di fronte al solito pubblico caloroso che non ha mai abbandonato la squadra, nemmeno quando giocava in serie C, e che ora può godersi questo grande traguardo raggiunto, grazie ad una formazione creata apposta per restituire a Napoli il posto che merita.

Al San Paolo ieri sera erano in 30.000, tanti per una gara che aveva ben poco da dire, visto il rsultato dell’andata. Un pubblico straordinario che non ha smesso mai di incitare la squadra, trascinandola verso il 5-0.

La Fiorentina ritorna tra le grandi

Un sogno inseguito per otto lunghissimi anni e finalmente realizzato: la Fiorentina è in Champions League, dopo il periodo nero che l’ha tenuta lontana dall’Europa che conta a causa di fallimenti, retrocessioni e penalizzazioni.

Ma ora è il momento di esultare, di liberare la gioia lungamente repressa, di dimostrare che la viola è tra le grandi del calcio ed è intenzionata a rimanenrci per molto. Lo 0-0 conquistato ieri sera sul campo dello Slavia Praga ha solo confermato quanto di buono fatto nella gara di andata, quando i ragazzi di Prandelli avevano messo in tasca un presiosissimo 2-0 da gestire.

C’era qualche preoccupazione alla vigilia e non perché lo Slavia sembrasse squadra chissà quanto temibile, ma perché non ci si può mai fidare delle gare di fine estate e di avversari che non hanno nulla da perdere. Per di più la Fiorentina era orfana di Mutu, fuori per la lussazione al gomito rimediata in nazionale, e l’assenza del romeno crea sempre qualche motivo di apprensione.

The last man standing

La girandola di nomi dei tecnici candidati a sedere sulla panchina dell’Inghilterra sembra ormai convergere. Dopo la disfatta di Wembley, che ha visto la squadra d’oltremanica cedere ad una già

Champions League 2007/08, i possibili ottavi di finale

Terminata la due giorni di Champions League, penultimo turno dei gironi di qualificazione, si iniziano a tirare le somme.
Il cammino delle italiane è stato piuttosto positivo, con Inter, Roma e Milan già qualificate per gli ottavi di finale; virtualmente fuori, invece, la Lazio, che dovrebbe compiere un miracolo a Madrid contro il Real e sperare che il Werder Brema con vinca con l’Olympiacos.

A questo punto diventa importante arrivare primi nel proprio girone, perchè il regolamento recita in questo modo: le prime di ogni girone affronteranno solo le seconde, sono vietati i derby, non possono affrontarsi prime e seconde dello stesso girone e le gare di ritorno saranno giocate in casa dalle squadre che si sono qualificate come prime. Insomma, se l’Inter è già matematicamente prima e la Roma sicuramente seconda nei rispettivi gironi, il Milan non dovrà perdere in casa contro il Celtic per assicurarsi il primato nel gruppo D.
Riguardo alle squadre straniere, già qualificate Chelsea, Barcellona, Manchester e Arsenal, mancano all’appello solamente Real Madrid e Liverpool: alle merengues basta, come detto, un pari interno contro la Lazio; più difficile per i reds, che dovranno vincere a Marsiglia per accedere agli ottavi.