La Roma non vuole lo scudetto del 2006

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Sono trascorsi cinque anni dal fattaccio,  ma l’assegnazione dello scudetto del 2006 continua ancora a far discutere, tra esposti, richieste di revoca, prescrizioni e ipotesi di riassegnazione in base alla classifica dell’epoca. Se la Juve non può ottenere la restituzione del titolo conquistato sul campo e se l’Inter venisse costretta a restituire il cosiddetto scudetto di cartone, a chi assegnare quel triangolino tanto discusso? Ieri Bruno Conti, dirigente della Roma, aveva avanzato una richiesta nemmeno troppo campata in aria:

Lo scudetto del 2006 lo avremmo meritato noi. I ragazzi lo avrebbero meritato per quanto fece vedere sul campo ma non voglio dire altro perché è un argomento delicato.

Juve: Vucinic può arrivare, ma spuntano le alternative

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Non c’è solo Sergio Agüero nella lista della spesa stilata da Marotta, al secondo posto delle priorità del nuovo tecnico Antonio Conte, si piazza infatti Mirco Vucinic, sempre più vicino a lasciare la capitale per iniziare una nuova avventura.  La Juventus però, non vuole spendere i circa 20 milioni richiesti da Sabatini per far partire il montenegrino, e così si sta cercando una soluzione che possa piacere a entrambe le squadre.  La chiave potrebbe essere Claudio Marchisio, che consentirebbe alla Juve di prendere l’ex giocatore del Lecce senza un esborso economico rilevante.

Il centrocampo della Juve potrebbe così subire una drastica rivoluzione rispetto allo scorso anno, infatti Sissoko è sul piede di partenza e per Felipe Melo si sta cercando una collocazione che permette alla società di fare cassa o di arrivare ad un altro giocatore. Se partisse anche Marchisio, con i già sicuri arrivi di Pirlo e Pazienza e il possibile approdo di uno tra Vidal e Inler, il cambio dei centrali di centrocampo sarebbe totale.

Inter, prescrizione per i fatti del 2006

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Si aspettava da ieri sera la decisione della Procura federale della Federcalcio sull’esposto della Juventus presentato un anno fa, e finalmente nel primo pomeriggio di oggi è arrivata la notizia: la FIGC ha archiviato per prescrizione il procedimento. Prima di capire cosa comporterà questo per l’assegnazione dello scudetto del 2006, ecco la parte del comunicato ufficiale:

è stata disposta l’archiviazione degli atti: nei confronti dell’allora socio di riferimento dell’Internazionale sig. Massimo Moratti e della società Internazionale: perché non sono emerse fattispecie di rilievo disciplinare non prescritte ai sensi dell’art. 18 C.G.S., vigente all’epoca dei fatti.
Nei confronti dell’allora presidente dell’Internazionale (deceduto l’anno 2006) sig. Giacinto Facchetti e della società Internazionale: perché non sono emerse fattispecie di rilievo disciplinare procedibili ovvero non prescritte ai sensi dell’art. 18 C.G.S., vigente all’epoca dei fatti.

Scudetto 2006: domani revoca o conferma per l’Inter

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Domani si decide. Gli animi si scaldano, ma la doccia fredda arriva per i tifosi juventini: il famoso scudetto del 2006, quello dato all’Inter, non verrà riassegnato alla Juventus. Le colpe di Moggi e soci, che peraltro sono stati radiati dal calcio poche settimane fa, sono troppo evidenti per poter riassegnare un titolo con troppe ombre ad un club che, almeno, ha dimostrato di poter ripartire da zero.

Per questo l’unico dubbio rimane tra la conferma dello scudetto all’Inter, o al massimo la revoca, come quello del 2005, senza che venga assegnato a nessuno. Dopotutto, ricordiamo, quello del 2006 fu assegnato all’Inter per una questione di partecipazione alle coppe europee. Ora, a distanza di 5 anni, quella necessità non c’è più e perciò viene meno anche il motivo di assegnazione a tavolino di quello che, per anni, è stato definito “lo scudetto di cartone”.

La Lega Calcio si spacca, le 5 grandi pronte all’espatrio

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Grandi contro piccole. Il mondo del calcio nostrano si è sempre diviso tra i pesci grossi, spesso coalizzati, e quelli piccoli, che cercano di contrastarne il potere. Il motivo del contendere questa volta è la ripartizione dei diritti televisivi e la richiesta di affidare a tre agenzie demoscopiche i sondaggi per valutare i bacini di utenza. La richiesta viene dalle piccole società, ma non trova l’appoggio delle grandi (Juventus, Milan, Inter, Roma e Napoli) e così si finisce per decidere per alzata di mano, con le le cinque grandi a dire no e Parma, Sampdoria, Udinese, Palermo e Catania a propendere per il sì. Cinque a cinque dunque.

Ma il castello rischia di crollare di fronte alla presa di posizione del presidente della Lega Calcio Maurizio Beretta, che con il suo voto favorevole ha dato ragione alle cosiddette piccole del calcio italiano, rendendo quindi attuabile la delibera dell’assemblea che assegna i sondaggi per definire i bacini di utenza.

Neymar, messaggio alle big: “Giocherò in Europa”


Ancora una volta Neymar ha incantato con le sue giocate, e i suoi 2 gol, nell’amichevole del Brasile contro la Scozia di ieri sera. La partita che doveva passare alla storia come l’ultima di Ronaldo con la maglia verdeoro, e nel calcio giocato in generale, si è invece trasformata in un passaggio di consegne tra fenomeni, sperando che il diciannovenne del Santos non segua la strada di Ronaldo in tutto e per tutto.

A fine gara, sulle ali dell’entusiasmo, Neymar ha potuto affermare davanti ai microfoni

l’anno prossimo giocherò in Europa.

Un messaggio importante visto che il ragazzino ha già rifiutato due volte di traferirsi nel Vecchio Continente, e nemmeno due club di secondo piano, ma la prima volta il Chelsea e la seconda il Real Madrid.

Buffon è incerto sul rinnovo, Roma e Arsenal in agguato

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Fino a qualche tempo fa non faceva che giurare amore eterno alla maglia della Vecchia Signora, ma qualcosa deve essere cambiato nel rapporto tra Gigi Buffon e la Juventus, se è vero che in quel di Coverciano il numero uno della Nazionale non si è detto così sicuro della sua permanenza in bianconero:

Futuro? Non mi sento di affrontare ora questo argomento. Alla Juve stiamo vivendo una situazione talmente delicata e contrastante con la storia del club che l’ultima cosa che interessa ai tifosi e alla società sono le situazioni individuali.

Tradotto in parole comprensibili: resto solo se si verificheranno le condizioni giuste per continuare il rapporto, prima fra tutte la questione-contratto.

Lippi: niente Juve, vado all’estero

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La sua ultima esperienza su una panchina è stata a dir poco deludente, con l’Italia incapace addirittura di passare il primo turno dei mondiali. Poi Marcello Lippi ha dato l’addio alla panchina azzurra, ma la voglia di allenare ancora è forte nell’allenatore campione del mondo sotto il cielo di Berlino. Il suo nome viene spesso associato alla Juventus, club che lo ha visto comandare la truppa per diversi anni. Ma il tecnico toscano non prende in considerazione l’idea di un clamoroso ritorno e volge lo sguardo all’estero:

La voglia di fare ancora 2-3 anni c’è ed è tanta ma non qui in Italia. Accetterò solo una situazione che mi piace, che mi darà uno stimolo importante.

Amauri rivuole la Juve

Sognava di vincere e convincere con la casacca bianconera e invece si è ritrovato a dover recitare il ruolo dell’oggetto misterioso o anche del capro espiatorio delle disgrazie della Juventus.

Cesena- Juventus 2-2: fotogallery

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A bocce ferme chi avrebbe mai potuto immaginare che il neopromosso Cesena potesse rappresentare una fonte di preoccupazione per la Vecchia Signora nell’anticipo della ventinovesima giornata? E invece la gara contro gli uomini di Ficcadenti era una sorta di crocevia (l’ennesimo) per Delneri e per la Juventus, incapace di risollevarsi e sempre più lontana dalla posizioni che contano.

Contro il Cesena serviva una prestazione degna del blasone, una scossa che potesse ridare fiducia ad un ambiente piuttosto deluso. E la Juventus aveva pure cominciato nel modo migliore, guadagnando un doppio vantaggio già nel primo tempo. Del Piero ritrovava i guizzi dei tempi migliori e Matri si riscopriva goleador, aggiungendo una doppietta al suo score personale.

Serie A 29a giornata: Cesena – Juventus 2-2

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Anticipo della ventinovesima giornata di serie A.
Stadio Manuzzi, Cesena:
Cesena-Juventus 2-2
Reti:
19′ pt e 35′ pt Matri (J), 41′ pt rig. Jimenez (C), 35′ st Parolo (C)

Le parole pronunciate nel corso della vigilia da Gigi Del Neri erano state chiare, l’eco da parte della società non aveva che confermato le dichiarazioni del tecnico della Juventus. “Da qui alla fine, sono dieci finali”: il che equivale, oltre che a cercare di scuotere un ambiente frastornato e una rosa incapace di mostrare reazioni positive sul terreno di gioco, anche a lanciare un messaggio inequivocabile. A fine anno si tireranno le somme: per tutti. Dai tecnici ai calciatori, dagli esordienti ai veterani.

Eppure, rispetto alle recenti prestazioni, è proprio alle bandiere – nella fattispecie, Gianluigi Buffon e Alessandro Del Piero – che Del Neri decide di affidarsi per cercare di espugnare uno stadio Manuzzi che offre un gran bel colpo d’occhio. Spalti gremiti e voglia, da parte dell’ambiente di casa, di credere nell’ennesima impresa di stagione: battere la Juventus per lottare strenuamente e compiere un passo di ulteriore avvicinamento rispetto alla salvezza. Ficcadenti presenta il tridente offensivo con Jimenez e Giaccherini a sostegno della punta centrale, Bogdani. Il tandem d’attacco ospite vede Del Piero con Matri, in mediana regia affidata ad Aquilani mentre in retroguardia si rivedono Traore e Motta.