Roma: la “rivoluzione culturale” di Sabatini

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Foto: AP/LaPresse

Lasciando riposare in pace Mao Tse Tung, Walter Sabatini ha annunciato di avere intenzione di avviare una “rivoluzione culturale” alla Roma. Una rivoluzione che ovviamente non si farà con la lotta, ma sul campo, per dare discontinuità al gioco del calcio ed avviare una nuova era con una politica completamente diversa.

Per farlo il primo passo è stato quello di ingaggiare Luis Enrique, un allenatore giovane ma con idee molto diverse dagli altri, un po’ una sorta di Zeman con trent’anni in meno, che possa portare qualcosa di nuovo nel calcio italiano.

Voglio un allenatore che sappia mettere in campo una squadra che voglia demolire l’avversario in ogni zona, praticando un calcio arrogante

ha affermato il ds giallorosso, il quale ha confermato il contratto biennale per l’allenatore, ma che, se dovesse andare tutto secondo i piani, potenzialmente potrebbe rimanere nella Capitale per almeno 10 anni. Ma su cosa si baserà la rivoluzione culturale? Il punto fermo è, come al solito, Francesco Totti, su cui dovrà essere costruita la squadra, e che Sabatini lascia intendere che sarà il fulcro del gioco almeno finché si reggerà in piedi.

Altro punto cruciale è De Rossi, che farà di tutto per trattenere, ma ciò che sicuramente sta a cuore a Sabatini è avviare una politica simile a quella del Barcellona, che fa crescere in casa i migliori giocatori. Le categorie giovanili più vicine alla prima squadra saranno sotto il controllo dello staff principale, in modo da aiutare i giovani nell’inserimento. L’obiettivo è di abbassare l’età media e costruire una squadra che, in pochi anni, possa vincere lo scudetto.

Per farlo però bisognerà agire sul mercato, ed il ds comincia a svelare qualche piano. In primis, le cessioni, inevitabili. Non fa nomi certi, ma lascia intendere che Borriello, Vucinic, Menez ed uno (o forse entrambi) dei portieri potrebbero lasciare la squadra. A parte il discorso del portiere (ne prenderemo uno, ha detto), i tre calciatori dovranno parlare con Luis Enrique prima di decidere su un’eventuale cessione. Devono vedere se possono rientrare nel suo stile di gioco, e se hanno ancora voglia di vestire il giallorosso.

Per quanto riguarda il mercato in entrata, l’unico nome che Sabatini fa è quello di Lamela, che è diventato ormai il suo chiodo fisso. Cercherà di prenderlo a tutti i costi, e la sua promessa è che, se non dovesse riuscirci, arriverà un calciatore altrettanto forte in quel ruolo. Per il resto, arriveranno altri 4-5 giocatori, tutti segnalati dall’allenatore, anche se ancora non sono stati resi noti i nomi.

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