Quando il raccattapalle diventa protagonista.

di Redazione Commenta

Gianluca, chi era costui? Ce ne sono tanti che si chiamano così, ma questo è diventato famoso per un suo gesto ha fatto molto discutere, tanto da finire sul tavolo del giudice sportivo, chiamato ad esprimersi in merito alla vicenda. Era il 26 gennaio scorso e allo Stadio Olimpico si giocava Roma-Palermo. Il risultato era fermo sullo 0-0, quando un ragazzo, Gianluca appunto, raccattapalle in quell’occasione, si avvicinò alla bandierina del calcio d’angolo, posizionando la palla a terra, per permettere alla squadra di casa di riprendere più velocemente il gioco.

Dall’azione successiva è nato il gol con cui la Roma ha battuto il Palermo, che a fine gara ha presentato ricorso per l’eccesso di zelo del ragazzino. Ieri la sentenza del giudice sportivo Giampaolo Tosel che non ha ritenuto il gesto influente sulla regolarità dello svolgimento della gara, respingendo di fatto il ricorso della squadra sicula.

Non potevamo certo aspettarci che per un simile episodio venisse ripetuta la partita o addirittura assegnata la vittoria a tavolino alla squadra di Zamparini, ma per dovere di cronaca bisogna ricordare che, secondo il regolamento, il raccattapalle non può in alcun modo sostare davanti ai cartelloni pubblicitari. Il ricorso del Palermo, quindi, non era così insensato, pur essendo eccessive le sue richieste. Gianluca, ha avuto il suo quarto d’ora di popolarità, facendo tornare alla mente altri episodi curiosi legati alla figura del raccattapalle.


Il più famoso è quello che ha visto protagonista un ragazzo di tredici anni nella gara tra Ascoli e Bologna della stagione ’74-’75. A pochi secondi dalla fine Beppe Savoldi spiazzò il portiere dell’Ascoli, mandando la palla nell’angolino basso della porta. Gol? No, perché vicino al palo era appostato il raccattapalle, che calciò il pallone, rimandandolo verso il campo e consentendo al difensore Castoldi di spazzare in calcio d’angolo. Curiosamente l’arbitrò non convalidò la rete, assegnando invece un sempice corner, tra le vibranti proteste del Bologna.

Ma per un raccattapalle che evita un gol, c’è n’è un altro che invece lo segna. Incredibile? Eppure è successo anche questo. Siamo in Brasile, nello stato di San Paolo, e si sta giocando una partita di coppa tra Santacruzense e Clube Atletico Sorocaba. A pochi minuti dalla fine la squadra ospite conduce per 1-0 e qui entra in scena il ragazzino terribile che, invece di restuire la palla al portiere, calcia in porta e l’arbitro, dopo aver consultato il suo assistente, convalida, assegnando la rete al centravanti della squadra di casa.

Raccattapalle protagonista anche in un Sampdoria-Inter del 1987, quando Daniel Passarella colpì con un calcio un ragazzo che ritardava la consegna del pallone. Il brutto gesto costò all’argentino sei giornate di squalifica (poi ridotte a cinque).

Un bel gesto, invece, quello di Gianluca Comotto in Udinese-Torino dello scorso ottobre. Il Toro è sotto di un gol e gioca in dieci per l’espulsione di Vailatti. Il pallone esce ed il raccattapalle di turno perde tempo, beccandosi il rimprovero del giocatore. Qualche minuto dopo, la palla esce nello stesso settore di campo e stavolta il ragazzino si affretta a riconsegnare il pallone. A quel punto Comotto si è sentito in dovere di avvicinarsi a lui, per premiarlo con un bacio.

E se ne potrebbero raccontare molti altri di episodi che riguardano questa figura spesso anonima che vive al di fuori del rettangolo di gioco e sogna di poter imitare un giorno le gesta dei propri beniamini, diventando protagonista. Ma come avete potuto vedere, qualcuno ha già avuto modo di mettersi in evidenza, nel bene o nel male.

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