Stadio Tardini di Parma: il cuore della città

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Il campo del Tardini è il più ostico d’Italia, un catino in cui si avverte l’avversità del pubblico di casa.

Parole e musica di Zinedine Zidane, che (testata a parte) non è certo l’ultimo arrivato nel pianeta calcio e di stadi ne avrà visti parecchi prima di esprimersi in questo modo. Personalmente posso aggiungere che, tra quelli visti, non sarà il più bello, ma sicuramente è quello in cui lo spettatore si sente maggiormente vicino al campo, con le distanze così ridotte da poter quasi toccare i calciatori.

Tra gli stadi di serie A ancora in funzione è quello più antico. La costruzione viene datata 1923 e prima di arrivare a tirar su l’impianto che vediamo oggi, furono necessari almeno tre progetti diversi. Alla fine la realizzazione del Tardini venne affidata alle mani di Ettore Leoni e prevedeva la costruzione di un muro di cinta di 800 metri e di due fabbricati per gli uffici della società. Intorno al rettangolo di gioco era poi progettata una pista per biciclette, che poi verrà adibita all’atletica leggera. La tribuna era completamente coperta e poteva ospitare fino a 400 spettatori.


Del resto in quel periodo e per molti decenni ancora, il Parma non navigava in acque calme, continuamente sospeso tra le serie inferiori, e non c’era quindi bisogno di un impianto simile a quelli delle grandi metropoli.

Ed evidentemente nessuno credeva all’epoca che i gialloblu potessero scalare le classifiche, arrivando fino alla massima serie, visto che lo stadio è stato completamente circondato da numerosi palazzi, che rendevano impossibile ogni progetto di allargamento.

Invece nei primi anni ’90 accadde l’inverosimile, e società ed amministrazione cittadina vennero a trovarsi in seria difficoltà. Lo stadio infatti per legge doveva poter contenere almeno 30.000 spettatori e gli architetti incaricati del progetto di ristrurazione furono obbligati ad uno sforzo creativo non indifferente per aggiungere posti lì dove non c’era lo spazio.

Il problema venne risolto -dopo linghissime dispute che sembravano propendere per la costruzione di una struttura ex-novo– con la rimozione della pista di atletica, con conseguente aggiunta di posti a ridosso del rettangolo di gioco, e la creazione degli spicchi angolari che fungono da settore distinti.

Tra una ristrutturazione e l’altra sono trascorsi diversi anni di lavori in corso, ma alla fine si può dire che lo Stadio Tardini rappresenti il vero cuore di Parma, nonostante restino ancora dei problemi legati alla sua collocazione nel centro città.

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