Fantacalcio: Inter senza difesa, Roma senza mezza squadra, meglio puntare su Fiorentina e Sampdoria

Le fatiche, ma soprattutto gli infortuni, delle coppe europee condizioneranno molto la prossima giornata di campionato. Come abbiamo potuto osservare negli articoli scorsi, ci ritroviamo con la Juventus in emergenza in attacco, con Trezeguet misteriosamente fuori dai titolari ed Amauri infortunato; l’Inter senza i centrali difensivi, con Cordoba e Samuel che potrebbero recuperare all’ultimo minuto stringendo i denti; e la Roma, che per adesso è l’incognita maggiore, perché ha più di mezza squadra fuori tra squalifiche ed infortuni, e non si saprà fino a pochi minuti prima del calcio d’inizio chi sarà in grado di scendere in campo.

Sicuramente queste tre saranno con il morale sotto i tacchi, e quindi puntare sui calciatori avversari potrebbe rivelarsi un’ottima scelta, soprattutto su Sampdoria e Fiorentina, due squadre molto insidiose in questo periodo, anche se non al massimo della forma.

Roma, ancora infortuni

Forse l’eliminazione dalla Champions non sarà così negativa per le gambe dei calciatori della Roma. Non bastavano le decine di infortuni di questa stagione, ma il dopo Roma-Arsenal consegna bruttissime

Juve, nasce un caso-Trezeguet

Quattro mesi di calvario lontano dai campi di gioco e dalla maglia da titolare, quella che nessuno sarebbe riuscito a strappargli, perché uno come lui in campo fa sempre comodo. David Trezeguet si è dovuto arrendere all’ennesimo infortunio, decidendo finalmente di lasciarsi operare, ma perdendo anche metà della stagione.

Ora è tornato e (giustamente) ha voglia di recuperare il tempo perduto, senza neanche aspettare la forma completa. Per lui qualche spezzone di partita ed un gol contro il Palermo, pur senza scintille e guizzi determinanti.

Nella gara di ritorno contro il Chelsea ha avuto l’opportunità di dimostrare di essere il solito Trezeguet, salvo poi essere sostituito nel corso della ripresa con Amauri, colui che ha preso la sua maglia durante la lunga assenza (e, diciamolo pure, facendolo rimpiangere solo in rare occasioni). Una sostituzione che il francese non ha affatto gradito, tanto che in questi giorni ha rilasciato dichiarazioni al veleno all’indirizzo di Ranieri, beccandosi come risposta l’esclusione dalla gara di domani contro il Bologna.

Udinese orgoglio d’Italia

Ci voleva proprio una serata così per il calcio italiano, umiliato e sconfitto ad ogni latitudine nel Vecchio continente e incapace di riconquistare la supremazia di qualche anno fa. A regalarci un sorriso è l’Udinese, dopo una sofferenza durata 85 minuti contro uno Zenit St. Pietroburgo che sembrava dover resistere ai continui attacchi dei bianconeri.

Ad onor del vero bisogna ammettere che i russi sono sembrati lontani parenti della squadra che qualche mese fa incantava l’Europa intera, conquistando una storica Coppa Uefa e battendo il Manchester United nella finale di Supercoppa. Alla vigilia sembrava che l’Udinese non avesse speranze di qualificazione, tanto che Marino predicava attenzione in modo da limitare i danni per poi giocarsi tutto nella gara di ritorno.

E invece abbiamo assistito ad una gara a senso unico, con i russi poco ispirati e per nulla pericolosi di fronte ad un’Udinese ben messa in campo e capace di proporre ottime manovre. Tutto facile dunque? No, perché fino alla fine abbiamo temuto che la sfortuna avesse preso casa in Italia, impedendo anche all’Udinese di guadagnarsi una meritata vittoria.

Coppa Uefa: tutto rimandato alle gare di ritorno

A differenza dello scorso turno, le partite di andata degli ottavi di finale della coppa Uefa non decidono nulla, anzi fanno capire quanto saranno infuocate le sfide del ritorno. Alla fine dei conti la squadra friulana è quella che esce meglio dalle gare del giovedì, in quanto in grado di contare su un bel 2-0 pulito, che soltanto qualche sciocchezza potrà rovinare nel ritorno.

Delle altre 7 partite, solo il Manchester City ha eguagliato i bianconeri, vincendo 2-0 in casa contro l’Aalborg. Il problema però è che si sa che gli inglesi quest’anno, soprattutto fuori casa, hanno enormi difficoltà, hanno numerosi problemi di testa, che li abbatte appena le cose vanno male, e sono troppo Robinho-dipendenti. Ieri il brasiliano era in gran giornata, e forse le due reti che sono arrivate sono troppo poche. Ma non è detto che al ritorno sia lo stesso. Anche perché l’Aalborg in casa non è una squadra da sottovalutare, dato che nello scorso turno ne aveva rifilati 3 al Deportivo Lacoruna.

Juve, Inter e Milan, si riparte dal mercato

Le big italiane sembrano lontane anni luce dalle rivali europee, soprattutto inglesi. Per questo è necessario dare una svolta al calcio nostrano, cominciando a fare come fanno all’estero, e cioè ingaggiando quei calciatori che possono fare la differenza.

L’eliminazione contemporanea delle tre di Champions poi ha accelerato questo processo, ed adesso ci possiamo davvero aspettare delle belle dal mercato estivo. Ancora però non ci possono essere anticipazioni sulla Roma, dato che sappiamo com’è la situazione della squadra giallorossa. Se Totti e compagni non dovessero qualificarsi per i preliminari di Champions, il mercato sarà soprattutto in uscita che in entrata.

Delle altre big, la più attiva sarà sicuramente la Juventus. Molto dipenderà da Del Piero. Come anticipato già qualche settimana fa, il capitano bianconero dovrà prendere diverse decisioni sulla prossima stagione. Ad esempio, dovrà decidere in che ruolo giocare. Se continuerà a fare la seconda punta, forse potrebbe esserci spazio per Diego, anche se Ranieri (confermato ieri da Blanc al 100%) dovrà cambiare modulo. Se invece decidesse di giocare un pò più arretrato, potrebbe lasciare spazio a Cassano, sempre più vicino ai bianconeri. Altro punto cruciale è Nedved, il quale se dovesse lasciare il calcio permetterebbe ai bianconeri di ingaggiare David Silva dal Valencia (ma la concorrenza del Barcellona è forte) o Frank Ribery dal Bayern Monaco. Ancora in alto mare il capitolo difesa, dove bisognerà valutare se far restare o no Zebina.

Coppa Uefa: l’Udinese prova a tenere alto il nome dell’Italia

Otto formazioni ai blocchi di partenza, quattro per ogni competizione europea a livello di club: l’Italia avrebbe avuto la possibilità di guidare le danze sia in Uefa che in Champions. E invece ci ritroviamo a dover commentare la disfatta dei nostri colori, con la speranza che l’ecatombe sia conclusa e che l’unica squadra rimasta in ballo ci regali qualche soddisfazione da qui a maggio.

Già. perché dopo Napoli, Sampdoria, Milan, Fiorentina, Juve, Inter e Roma, resta solo l’Udinese a difendere i colori dell’Italia in campo europeo ed alzi la mano chi ad inizio stagione aveva pronosticato una situazione simile.

La squadra di Marino invece è riuscita a conquistarsi con le unghie e con i denti l’accesso agli ottavi di finale di Coppa Uefa e stasera cercherà di dare un senso alla sua stagione, mettendo al sicuro il risultato tra le mura amiche. L’avversario, lo Zenit St. Pietroburgo, non è di quelli semplici da domare, sebbene i bianconeri ci abbiano abituato a prestazioni di carattere al cospetto delle grandi (Borussia, Tottenham, Juve e Roma ne sanno qualcosa).

Champions League: analisi di una disfatta

Al momento del sorteggio, la sfida Italia-Inghilterra ci ha subito appassionato. In molti erano contenti di questo triplice scontro, probabilmente perché presentato male. Italia-Inghilterra infatti porta subito alla mente le rispettive nazionali, dove gli azzurri sono campioni del mondo e gli inglesi subiscono una disfatta dopo l’altra nelle varie competizioni. Il problema è che qui non si incontravano le nazionali, ma dei club che di patriottico hanno ben poco.

Se andiamo ad analizzare le rose delle sei squadre infatti, i calciatori italiani ed inglesi erano davvero pochi, e forse la differenza più grande è tutta qui, nella qualità dei componenti in campo. La squadra meglio attrezzata della serie A, l’Inter, aveva calciatori che sulla carta avrebbero dovuto fare anche meglio di quelli del Manchester, ma in realtà è stata la sconfitta di più larga misura tra le tre partite.

Le motivazioni? Probabilmente non sono di carattere tecnico, dato che escluso Cristiano Ronaldo, per il resto i 21 componenti delle due formazioni si equivalevano. Il motivo principale è la mancanza di organizzazione. Lo United gioca a memoria, i calciatori sanno in anticipo quello che i compagni faranno, il loro allenatore, Alex Ferguson, è il padre-padrone della squadra da un ventennio, ed ovviamente se l’è costruita in base alle proprie esigenze. L’Inter ha un nuovo allenatore che non si è mai effettivamente integrato. Gli acquisti che ha voluto ad agosto si sono rivelati fallimentari, non riesce a trovare una soluzione in attacco, ed evidentemente non è riuscito ancora a trasmettere la sua mentalità ad una squadra che in Italia spadroneggia, ma all’estero diventa piccola piccola. Non solo con le grandi, visto che nel girone di qualificazione stava per essere eliminata dall’Anorthosis. Probabilmente la soluzione sarebbe trattenere Mourinho per altri anni ed affiancare ad Ibrahimovic una punta da Champions League.

Mourinho come Mancini: ora vuole lo scudetto

Tutto come previsto. Ancora una volta l’Italia china la testa e si ritira in buon ordine, rimandando a tempi migliori i sogni di gloria lungamente cullati. Juve, Roma ed Inter non ce l’hanno fatta a ribaltare i pronostici, lasciando strada allo strapotere inglese.

E se per le prime due ci sono le attenuanti generiche del caso (infortuni, squalifiche e rose non proprio costruite per tentare il colpaccio in Europa), lo stesso non può dirsi dell’Inter, che sin da inizio stagione aveva in testa un unico obiettivo: la finale di Roma.

Questo il motivo per cui lo Special One è stato chiamato al capezzale della squadra, costringendo il suo predecessore ad una pensione di lusso. Ma all’indomani della disfatta di Manchester è lecito chiedersi che differenza ci sia tra Mancini e Mourinho.

Cristiano Ronaldo, futuro italiano?

Ieri sera ha dato la prova di essere un grande campione, e tra l’altro ha lasciato anche il suo solito marchio, il gol, anche su una squadra con un ottima difesa come quella dell’Inter. Il professionista si è comportato come tale, ma l’uomo un po’ sarà rimasto dispiaciuto, perché dentro di sè il calciatore sa che nel suo futuro potrebbe esserci proprio l’Inter.

La storia che i nerazzurri arrivarono ad un passo dal prenderlo quando la sua carriera ancora era agli albori si è rivelata vera, e lo stesso CR7 l’ha confermato ieri, poco prima della partita di Champions, quando ha ammesso che Suarez ed il suo procuratore, Jorge Mendes, si incontrarono in Portogallo per il passaggio del calciatore all’Inter, una trattativa che si interruppe all’ultimo momento.