Marteen Stekelenburg è il nuovo portiere della Roma. L’incontro di ieri sera tra Sabatini e gli emissari dell’Ajax doveva andare bene, e così è stato. Si partiva da 6 milioni di offerta e 8 di richiesta. Il ds degli olandesi aveva dichiarato che se non si fosse trovato l’accordo ieri non si sarebbe trovato più, e così nella notte eccolo accontentato.
Ad accelerare l’operazione è stato l’infortunio di Viviano dato che Sabatini minacciava l’Ajax di non prendere il portiere olandese a cifre troppo alte perché tanto c’era l’alternativa dell’ex bolognese. Ma il crac del suo ginocchio ha messo con le spalle al muro il ds giallorosso che ha trovato l’accordo da 6 milioni più due di bonus legati alle presenze e alla qualificazione in Champions League.
Fino a qualche giorno fa Alberto Aquilani veniva dato per vicinissimo alla Fiorentina. Il mancato riscatto da parte della Juventus e la volontà del Liverpool di non trattenerlo in Inghilterra
In Italia la vicenda del calcio scommesse finirà presumibilmente a tarallucci e vino, come nella migliore tradizione, ma in terra turca sembra che il polverone non sia affatto leggero, tanto
Karl-Heinz Rummenigge torna a parlare del caso Vidal, e continua ad attaccare sia il calciatore che la sua nuova società. Dopo che il centrocampista cileno ha deciso di trasferirsi alla Juventus e non al Bayern Monaco che lo aveva seguito e corteggiato per lungo tempo, il dirigente tedesco non ha digerito lo smacco, e intervistato dalla rivista Kicker ha pronunciato parole di fuoco:
Vidal aveva promesso innumerevoli volte al presidente del club che avrebbe firmato con il Bayern. Ora vediamo che valore hanno le sue promesse. Se il giocatore avesse mantenuto la sua parola e se avesse mostrato carattere, se fosse un uomo con una morale, allora sarebbe venuto da noi. Ora gioca in un club che è come lui, basta guardare la storia giudiziaria della Juve o, al massimo, i suoi ultimi risultati sportivi.
L’unica certezza su Javier Pastore è che il prossimo anno non militerà più nel campionato italiano. Il talento argentino è stato corteggiato da diverse squadre, prima Juventus, poi Inter e infine Milan, ma le richieste esose del presidente Zamparini non lasciano speranza per le squadre italiane che non possono nemmeno avvicinarsi ai 50 milioni pretesi. Rimane così una corsa tra il Chelsea di Villas Boas, che dopo il no di Modric si è gettata a capofitto su Pastore, e il nuovo Paris Saint Germain che con i soldi del Qatar è pronto a fare follie sul mercato.
L’incontro tra Zamparini e Marcelo Simonian, agente del calciatore, è previsto per domani e potrebbe risultare decisivo per il cambio di maglia di Pastore. Le parole del presidente del Palermo non lasciano speranze ai tifosi rosanero, il giocatore verrà venduto per esigenze di bilancio:
Sono costretto a vendere Pastore perchè abbiamo 20 milioni di buco in bilancio e non intendo coprirli di tasca mia. Ho già investito 100 milioni, il Palermo adesso deve camminare con i suoi piedi. Mi auguro che questa storia si chiuda questa settimana perchè non ne posso più.
La partita vede confrontarsi il Football Club Mulhouse al Louhans – e per la cronaca è finito con la vittoria, con il minimo scarto, dei padroni di casa. Non sarà
Ormai non ci sono più dubbi, Sergio Aguero sarà un giocatore del Manchester City. Ad annunciarlo è stato l’allenatore dei Citizens Roberto Mancini che questa mattina ha dichiarato apertamente Penso
La Roma vuol monetizzare la cessione di Vucinic, ma potrebbe fare uno strappo alla regola se la Juventus lo scambiasse con Marchisio. A rendere nota questa possibilità è Walter Sabatini,
Non ne fa una giusta Mario Balotelli. Nemmeno d’estate, quando la tensione delle partite importanti manca, riesce a star calmo. Lo scenario della sua nuova bravata è lo stadio di Los Angeles in cui il suo Manchester City affrontava i padroni di casa del Galaxy. Supermario segna quasi subito su calcio di rigore, ma alla mezz’ora ha una ghiotta occasione a tu per tu con il portiere, con il compagno Dzeko libero a due passi.
Balotelli ha due scelte, calciare a rete o passare al bosniaco, ed invece…fa la veronica. Una piroetta con tanto di colpo di tacco piuttosto lenta e goffa che non inquadra la porta, ed anche se lo facesse la palla non sarebbe comunque entrata perché sembrava un passaggio al portiere. Immediata la reazione di Mancini.
L’Uruguay torna a respirare l’aria del trionfo, aggiudicandosi il trofeo continentale più ambito, la Coppa America, che mancava nel suo palmares da ben 16 anni. Tanto è durato il desiderio della Celeste di mettere in bacheca la sua quindicesima coppa e di trasformarsi nella squadra più titolata d’America (fino ad oggi era prima a pari merito con l’Argentina).
Nel 2004 l’Uruguay si era dovuto accontentare della medaglia di bronzo, mentre nel 2007 non era riuscito ad andare al di là della quarta posizione, battuto nella finalina dal Messico. Ma stavolta la squadra allenata da Tabarez non si è lasciata sfuggire l’occasione di arrivare fino in fondo ed alla fine ha avuto la meglio, battendo nell’atto finale della competizione un Paraguay incapace di proporsi come valido sparring partner.
L’Uruguay conferma il buon momento di forma dopo il mondiale sudafricano dello scorso anno (riuscì ad arrivare in semifinale, piazzandosi poi al quarto posto) e conquista la sua quindicesima Coppa
Finale dell’edizione 2011 della coppa America Uruguay-Paraguay 3-0
Reti: 12′ pt Suarez (U), 41′ pt e 44′ st Forlan (U)
Vincitore coppa America 2011: URUGUAY
Il tabellino
URUGUAY (4-4-2): Muslera; M. Pereira, Lugano, Coates, Cáceres; González, Pérez, Arévalo Rios, Á. Pereira; Forlán, Suárez. All. Tabarez PARAGUAY (4-4-2): Villar; Piris, Da Silva, Veron, Marecos; Vera, Riveros, V. Caceres, Ortigoza; Valdez, Zeballos. All. Martino
Uruguay – Paraguay 3-0
Atto conclusivo della competizione giocata in Argentina che verrà ricordata in primo luogo per la debacle delle formazioni più attese, ovvero i padroni di casa di Leo Messi e compagni e il Brasile dei baby (ancora acerbi) fenomeni. Più sulla carta, ha recitato il campo, che nella realtà. Detto ciò, onore al merito di chi è riuscito ad arrivare fino in fondo: l’Uruguay, già vincitore di 14 edizioni della coppa America, e il Paraguay, che nell’arco della sua storia l’ha vinta solo due volte.
Celeste favorita d’obbligo: lo porta a dire il cammino tenuto nell’arco dell’intero torneo – con una crescita costante e notevole – e il fatto che gli uomini allenati da Tabarez hanno saputo mettere in mostra una coralità che al Paraguay è mancata. Di pancia e di carattere, dal canto loro, Valdez e connazionali si sono fatti largo mettendo a tacere la forza prorompente dell’attacco brasiliano e hanno sopperito con la tenacia a lacune tecniche che ancora sono evidenziate. Uruguay in campo senza Edinson Cavani ma con due punte di sicura affidabilità quali Luis Suarez e Diego Forlan.
Il Milan è stata la prima squadra italiana ad essere arrivata in finale di Coppa Campioni – era il 28 maggio 1958 – e i rossoneri persero tre a due contro il Real Madrid delle cinque vittorie consecutive nella maggiore competizione europea.
I rossoneri sono anche il primo club tricolore ad alzare al cielo la Coppa Campioni nella notte del 22 maggio 1963 allo stadio Wembley. Le mani sono quelle del capitano Cesare Maldini.
I rossoneri arrivano alla finale dopo aver dominato i quarti contro i turchi del Galatasaray – hanno vinto tre a uno ad Istanbul e cinque a zero a San Siro -, e in semifinale contro il Dundee – strada spianata dopo il cinque a uno dell’andata a Milano.
La Roma scopre le carte in merito al mercato estivo e lo fa per bocca del direttore sportivo Walter Sabatini che dal ritiro di Riscone ha voluto mettere fine alle tante voci che circolano intorno alla squadra giallorossa. Il sunto delle sue parole è più meno questo “Vucinic probabilmente lascia la Capitale, De Rossi non si tocca, Pastore non vestirà la maglia della Roma nella prossima stagione”. Quanto a Menez, in partenza per la Francia, dove lo attende il Paris Saint Germain:
E’ stata una scelta dolorosa. Ancora non è stato ceduto, gli ho dato il permesso di lasciare il ritiro e di andare ad incontrare il Psg, ma manca ancora l’ok. Mi dispiace non aver potuto lavorare con lui.
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