Crisi Milan, e Berlusconi chiama di nuovo Gattuso

Ormai Berlusconi ha deciso: sarà Gattuso l’uomo della svolta. Ci provò circa un mese fa e ci ha riprovato ieri a convincere Ringhio a tornare al Milan, ma da quell’orecchio proprio lui non ci sente. Il presidente rossonero non sopporta di vedere la sua squadra, la più titolata del mondo, in zona retrocessione, e non si accorge che più che Allegri (che avrà le sue colpe), il problema sono i giocatori.

Su un punto però Galliani ha fatto un’analisi più lucida: i rossoneri non avranno una rosa all’altezza degli scorsi anni, ma nemmeno da terz’ultimo posto. Per questo ha portato la squadra in ritiro ed ha confermato la fiducia ad Allegri. Peccato che sia una fiducia a tempo perché si sa che se dovesse arrivare la sconfitta anche contro il Malaga, non ci potrà essere nulla che possa fermare Berlusconi dal licenziare il suo allenatore.

 IL PIANO – L’idea del Cavaliere è di riportare Gattuso, che attualmente gioca in Svizzera nel Sion, a Milano per fargli fare il team manager e contemporaneamente il secondo allenatore (dietro Tassotti). Una figura di raccordo tra società e squadra che abbiamo visto negli ultimi anni ha funzionato in altri club. Ma Gattuso per ora ha risposto picche. I motivi sono tanti e vanno dal risentimento con Allegri alla volontà di evitare di “bruciarsi” in un periodo di crisi, fino anche al piccolo particolare del contratto annuale firmato con il Sion che ha intenzione di rispettare.

Sul mercato invece ci sono brutte notizie. Per risolvere il problema del centrale difensivo Berlusconi non ha intenzione di acquistare nessuno nella prossima finestra, ma soltanto di chiedere al Montreal il prestito di Nesta da gennaio a marzo come fece per Beckham qualche anno fa. Sarà sufficiente? Probabilmente sì…per far precipitare la squadra ancora più in basso di quanto si trova oggi.

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