Lazio e Juve, tre punti d’oro

di Redazione Commenta

Tre punti in casa del Lecce, altri tre tra le mura amiche: la Lazio torna a sorridere dopo un periodo di appannamento e fa pace con i propri tifosi, che solo qualche settimana fa contestavano squadra e allenatore. Un problema che non ha la Juventus, seconda in classifica e mai toccata dai moti popolari, ma ugualmente obbligata a vincere per non perdere la comoda posizione alle spalle dell’Inter e magari sperare in un regalo della Roma, impegnata stasera proprio contro la capolista.

Missione compiuta per gli uomini di Ranieri di fronte ad un Napoli che cerca ormai da troppi turni di tornare ai livelli di inizio stagione, incassando però una sconfitta dopo l’altra, mentre la classifica comincia a piangere. E dire che ieri i partenopei avrebbero potuto sfruttare la stanchezza della Juventus dopo le fatiche di Coppa. Invece nel primo tempo gli uomini di Reja hanno lasciato troppo spazio alla Vecchia Signora, che dopo diversi tentativi è andata a segno nell’azione forse meno nitida (tiro di Marchisio deviato da Blasi).

Nella ripresa, poi, il Napoli ha cercato di imbastire qualche buona azione tanto che, a sentire Reja, nessuno si sarebbe scandalizzato per un pareggio. Ma la Juve ha saputo capitalizzare al meglio in una gara poco spettacolare, in attesa del trittico dei prossimi giorni (Lazio in Coppa Italia, derby e ritorno con il Chelsea).

Più spettacolare l’anticipo del pomeriggio tra Lazio e Bologna, con Zarate che torna ad essere determinante dopo 75 giorni. Una gara quasi a senso unico con molte azioni per i biancazzurri e qualche timida folata offensiva dei felsinei. Deluso Mihajlovic a fine gara, quasi senza parole dopo la prova opaca offerta dai suoi, che ora si ritrovano a soli 23 punti in classifica, ad un passo dalla zona retrocessione.

La Lazio invece ricomincia a credere nel piazzamento Uefa, nella speranza che il periodo buio sia passato e che l’argentino torni ad essere quello di inizio campionato. Ieri ha deliziato l’Olimpico con una punizione da incorniciare e con un tocco sotto da applausi, ma occorre più continuità e meno egoismo per diventare il vero leader della Lazio.

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