Capello: Lo scudetto 2006? l’ho vinto sul campo

di Redazione Commenta

Fabio Capello, Ct della nazionale inglese ed ex allenatore della Juventus ha parlato oggi in un intervista rilasciata a Sportmediaset dello scudetto del 2006 e di molti altri temi, tra cui Ibrahimovic e le sue favorite per il campionato in corso. Ma le dichiarazioni che faranno più parlare sono quelle riguardanti calciopoli e l’assegnazione a tavolino dello scudetto 2006 all’ Inter:

Credo che ci siano stati gravi errori quando assegnarono lo scudetto a tavolino all’Inter, quel titolo lo vincemmo nettamente sul campo senza discussioni, poi però la giustizia è andata avanti per conto suo. Si sono poi rivelati tutti incompetenti per non rispondere, dinnanzi all’incompetenza non dico altro, anzi io che sono competente dico che quello scudetto è mio e vinto meritatamente sul campo

Senza peli sulla lingua Fabio Capello ha attaccato la decisione di non decidere presa dai vari organi interpellati sull’assegnazione di questo scudetto dei veleni. Nella seconda parte dell’ intervista l’allenatore è tornato a parlare di calcio giocato e ha individuato due pretendenti per la lotta scudetto

Il campionato è lungo, ma  tre lotteranno fino in fondo per il titolo. Il Milan ha la rosa più ampia ma anche più impegni, è forte, equilibrato ed abituato a restare ai vertici . Il Napoli invece deve abituarsi a gestire la fatica e la tensione che si accumulano in coppa. Anche perchè non gioca la Champions, la Juventus è una delle favorite e ha un allenatore rampante.

In seguito grazie ad una domanda su Ibrahimovic, che Capello ha allenato ai tempi della Juve, sono stati svelati alcuni retroscena del rapporto tra il calciatore svedese e il mister e di come lo aiutà nella crescita di calciatore:

lo presi da parte e gli dissi “Ibra, vieni con me nello studio che ti faccio vedere l’attaccante più grande della storia” e misi una videocassetta di Marco Van Basten. Insieme analizzammo i suoi movimenti e tutto e gli feci notare come sarebbe stato difficile segnare tanto stando così lontano dalla porta come faceva lui inizialmente quando arrivò in Italia. Con molto orgoglio mi disse che avrebbe raggiunto quelle vette e segnato di più accettando la sfida, si applicò giornalmente su questa

Durante l’intervista non sono mancati elogi anche per l’amico Edi Reja che con la Lazio in questi anni ha fatto un grande lavoro, mentre c’ è una frecciatina a Luis Enrique, che fino ad ora non ha convinto troppo. Secondo capello la causa è:

Luis Enrique cerca di copiare il Barcellona, ma un bravo allenatore deve saper trovare l’equilibrio tra le sue idee di gioco e i calciatori che ha a disposizione

Photo Credits | Getty Images

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