Ancora una volta ci ritroviamo ad ammettere che il calcio è proprio strano e che non sempre i valori in campo garantiscono i risultati sperati. Dovremmo essere qui a parlare di una finale tra una squadra italiana contro una delle più forti d’Europa, di un confronto tra il più grande attaccante azzurro del momento contro i suoi ex compagni. Era questo che ci si aspettava alla vigilia: una finale tra Fiorentina e Bayern Monaco, con Toni che tornava a giocare contro la maglia che indossava fino allo scorso anno.
Il primo maggio invece ci ha regalato un’altra storia e nessuno dei pronostici si è avverato, consegnando alle avversarie il passaggio per la finale.
Il sogno della Fiorentina si è spezzato ad un passo dalla grande impresa. Era scesa in campo conoscendo già il nome della prima finalista e magari stava già immaginando di poter alzare quella Coppa al cielo al termine di una stagione trionfale. Ma in campo il cuore non è bastato e le barriere erette dal tecnico dei Rangers, Smith, hanno tenuto fino alla fine, impedendo ai viola di giocarsi la gara come avrebbero voluto.
La Fiorentina un gol lo avrebbe meritato, ma come al solito le occasioni create non hanno trovato il guizzo vincente degli attaccanti che, un po’ per sfortuna un po’ per scarsa vena, si sono ritrovati spesso a cozzare contro una difesa ben messa, in grado di reggere per due ore di fila.
Per Frey veramente pochi brividi nel corso della serata, con i Rangers tutti impegnati a mantenere il risultato a reti inviolate più a lungo possibile. 120 minuti non sono bastati a trovare il varco giusto ed alla fine i rigori hanno dato ragione agli scozzesi. Di Liverani e Vieri gli errori determinanti dal dischetto, che scrivono la parola fine sul sogno viola.
E se Firenze è delusa, Monaco non può dirsi certo soddisfatta. Nessuno si sarebbe aspettato che i bavaresi cadessero contro l’ultimo ostacolo, lo Zenit San Pietroburgo, che aveva già eliminato Villarreal, Marsiglia e Bayer Leverkusen. Una bella favola che era destinata a concludersi contro lo squadrone tedesco, primo in Bundesliga e con un Toni in forma starordinaria che butta dentro ogni pallone che tocca.
Invece Davide ha avuto ragione di Golia. I panzer sono crollati miseramente ed il 4-0 finale non lascia spazio a recriminazioni. Toni non l’ha vista quasi mai, mal servito il più delle volte e poco ispirato nelle rare occasioni da gol. Due gol per tempo ed i russi conquistano una finale storica, contro ogni pronostico della vigilia ed ora vanno a giocarsi l’accesso nella leggenda in quel di Manchester il 14 maggio prossimo. Ed il calcio ancora per una volta ci ha regalato una bella favola da raccontare.