Per fortuna non siamo i soli. Dopo i campioni del mondo, crollano anche i campioni d’Europa. La Grecia fa una figura forse anche peggiore della nostra contro la Svezia, primo perchè gli scandinavi non hanno la classe degli olandesi, e poi perchè almeno noi una parvenza di gioco l’abbiamo data. I campioni in carica invece hanno cercato di difendere inspiegabilmente lo 0-0 dal primo minuto, e la sconfitta quindi è più che meritata.
Nel pomeriggio invece un super Villa supera una pur buona Russia, condannata più dal punteggio che dal gioco. Esprimono un buon calcio gli uomini di Hiddink, ma la stella del Valencia è in stato di grazia e butta dentro ogni pallone che gli capita tra i piedi. Risultato finale: 4-1.
Nel pomeriggio si disputa la partita più bella di questa prima giornata dei gironi europei. L’andazzo della gara si capisce sin da subito, con occasioni che si ripetono da una parte e dall’altra, ma con i due attaccanti delle furie rosse che non stanno fermi un secondo e fanno molta più paura del solo Pavlyuchenko. La prima rete non tarda ad arrivare. Un contropiede degli spagnoli al ventesimo, a dimostrazione della buona volontà della Russia, e Torres ubriaca Anyukov, mette la palla in mezzo e Villa porta in vantaggio i suoi a porta vuota. Si lancia in attacco da subito la formazione del ct olandese, cogliendo anche un palo e andando vicina al gol almeno in un’altra circostanza, ma ancora su contropiede Villa si trova a tu per tu con Akinfeev e gli fa passare la palla tra le gambe: 2-0. Si va al riposo con questo risultato, e la ripresa si riapre come si era chiusa la prima frazione. Nemmeno i cambi effettuati da Hiddink cambiano le cose, la Russia gioca bene, ma si sente la mancanza di Pogrebnyak lì davanti, e non riesce a pungere. Così terzo contropiede e terzo gol, ancora Villa che vince un dribbling e deposita in rete il 3-0. I russi hanno uno scatto di orgoglio nel finale, quando sugli sviluppi di un calcio d’angolo Pavlyuchenko accorcia le distanze, e poco dopo va ancora vicino alla seconda segnatura. Gli spagnoli non ci stanno e mettono a segno il quarto contropiede, 4-1 di Fabregas e tutti a casa.
La partita serale invece si apre molto bene, con molta velocità da entrambe le parti e un paio di occasioni a testa nei primi 20 minuti. Poi improvvisamente si spegne la luce e la palla staziona a centrocampo, o meglio, tra i piedi dei difensori greci che tra primo e buona parte del secondo tempo decidono di far scorrere i minuti passandosi la palla tra di loro. C’è da dire che non è che la Svezia punga più di tanto. Ad Ibrahimovic non riescono i soliti giochetti, Larsson non è molto lucido nella trequarti, e nel complesso la manovra dei gialloblù è sterile. Infatti i greci, nonostante vadano a due all’ora, riescono anche a rendersi pericolosi con il solito Charisteas, ma senza incidere più di tanto. La svolta al 67′: una palla innocua diventa un bolide che si va ad infilare nel sette. E chi poteva compiere un tiro così se non Ibrahimovic. Il calciatore dell’Inter tira finalmente fuori dal cilindro una delle sue magie, e la partita finalmente si sblocca. I greci a questo punto sono costretti ad uscire, ed infatti vanno vicini al pareggio un paio di volte. Ma facendo così si scoprono in difesa, permettendo agli svedesi di arrivare facilmente in porta, e di raddoppiare dopo solo 5 minuti, approfittando di una dormita generale, con Hansson. I greci ci provano ancora per qualche minuto ma poi gettano la spugna. Le priorità nel girone D sono già più che stabilite.
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