Chelsea: il campione senza braccia che ha commosso il mondo

di Redazione 1

L’immagine è scioccante e forse poco adatta ad un sito che tratta di calcio, ma il dovere di cronaca ci impone a volte di mostrare anche il lato peggiore della vita. Chiedo scusa anticipatamente ai lettori che possono sentirsi “disturbati” dalla visione di un corpo martoriato, ricordando che per il protagonista della vicenda quella foto rappresenta ora un lontano ricordo, sebbene ancora forte.

Dopo la premessa necessaria, passiamo a raccontare la storia di quello che all’epoca dei fatti era solo un bambino. Era il 30 marzo 2003, una domenica di guerra come tante altre in quel di Bagdad, quando un missile americano centrò in pieno la casa in cui viveva Ali Abbas con tutta la sua famiglia. Risultato: braccia amputate per lui e morte per 14 suoi parenti, tra i quali i genitori e due fratelli.

In breve Ali Abbas diventò il simbolo della guerra in Iraq e le immagini di quel corpicino fecero il giro del mondo, tanto che qualcuno si offrì di pagare 10 mila dollari per trasportarlo in una struttura specializzata. Poi il viaggio della speranza in Inghilterra, dove lo aspettavano due protesi da 28 mila euro l’una, e qui cominciò la sua nuova vita, con un solo grande sogno: continuare a giocare a calcio. Non più da portiere, come quando era un bambino e adorava Barthez, ma usando almeno le gambe.

Ora Barthez non gioca più, Ali Abbas si avvicina ai 18 anni e non tifa più per il Manchester United. Il suo cuore è diviso tra Tottenham e Chelsea, i due club che si contendono le sue prestazioni. Già, perché ora quel ragazzo senza braccia che ha commosso il mondo gioca (e bene) nella squadra dei disabili. Riesce a fare 98 palleggi consecutivi ed ha pure “imparato a cadere”, per evitare di farsi male durante le gare. Non solo. Con le gambe gioca alla Playstation, scrive e si lava i denti, rendendo quasi inutili le due protesi da 28 mila euro l’una.

Non sarà mai un campione di quelli che siamo abituati ad osannare ogni domenica, ma la sua vittoria l’ha ottenuta, realizzando un sogno che solo cinque anni fa sembrava impossibile.

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